
Pecore, Palpatine Draghi e la Kakistocrazia – 4
Pecore: Ultima puntata di Pecore con il Progetto Pandemie Programmate e la Kakistocrazia di Mario Draghi
QUELLO DI DRAGHI È IL GOVERNO DEI MIGLIORI O IL GOVERNO DEI PEGGIORI?
Dai Repubblichini fino ai pennivendoli dei giornaletti, per non parlare degli schiccherafogli “debunker”, tutti al soldo dei Soroi, è stato un profluvio di esultanza, un cacotopico peana, per la nomina del “Migliore” Mario Draghi alla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.
Il “Governo dei Migliori”, lo proclamavano i Völkischer Beobachter di Regime, salvo poi ipostatizzarsi in quello che è stato per giorni l’hashtag più diffuso per giorni, il #governodeipeggiori, una sorta di Esecutivo-Zombie, con antiche vestigia di passati governi riportati in vita con occulte pratiche voodoo…
Sagacemente Marco Travaglio, in piena resipiscenza dopo che il suo protègè Giuseppi Conte è stato trombato, parla di gente assoldata dal bar di Star Wars.
E così, dopo i 22 Migliori (23 con SuperMario), abbiamo finalmente 5 Vicemigliori e 34 Sottomigliori. Spulciando la lista del nuovo bar di Guerre Stellari alla ricerca dei nostri preferiti, spicca subito la preclara figura dell’on. avv. Sisto a cui, essendo stato l’avvocato di B., spetta di diritto la Giustizia; un tocco di vintage che ci riporta ai bei tempi andati delle leggi ad personam, della “barbarie delle intercettazioni”, di Patrizia D’Addario e Gianpi Tarantini statisti e di Ruby nipote di Mubarak. […]
Lì incontra il grillino Sibilia, quello che voleva “Draghi in manette” e ora lavora per lui dopo avere sbianchettato i suoi tweet; e il renziano Scalfarotto, che aveva lasciato gli Esteri per allergia alle poltrone (massì: Esteri o Interni purché governi, è la meritocrazia 2.0). Un po’ come la Bellanova, braccia rubate all’Agricoltura ieri e ai Trasporti oggi (sempre in omaggio alla competenza). Ottima anche la scelta della leghista Pucciarelli che, avendo messo un like a un post che invocava i forni per i migranti, si aggiudica la Difesa. Altra donna giusta al posto giusto: Lucia Borgonzoni è nota per essersi vantata di “non leggere un libro da tre anni” e aver situato l’Emilia-Romagna ai confini col Trentino Alto Adige e l’Umbria, risparmiando però la Puglia e la Sardegna, dunque va alla Cultura. Con la stessa logica meritocratica il leghista Sasso che cita una frase di Topolino attribuendola a Dante conquista l’Istruzione. […]
Ci è capitato sotto gli occhi il ritratto agrodolce di Gabrielli, neosottosegretario ai Servizi, firmato da Bonini su Repubblica: “garantisce la tenuta di sistema”, “promette di regalare agli apparati di sicurezza una serenità e una competenza sciaguratamente smarrite nel Conte-1 e Conte-2” (mica come ai tempi di De Gennaro, Mori, Pollari&Pompa), “talento precoce per anagrafe e capacità”, “intelligenza inquieta”, “cultura democratica e riformista”, “civil servant”, “riserva della Repubblica”, “ricostruì una Protezione civile stravolta dalla stagione berlusconiana” (infatti “era il vice di Bertolaso”), “ricostruì la cultura della ‘sua’ Polizia”, “figlio del popolo”, “cultura riflessiva nelle indagini”, “combina le competenze che la lingua inglese felicemente distingue in ‘safety’ e ‘security’”; peccato soltanto che abbia “negato per orgoglio e testardaggine a suo padre la gioia di vederlo laurearsi in Giurisprudenza”. Ma che sarà mai. Come disse Cetto La Qualunque, precursore di tutti i Migliori: “Vogliono negare a mia figlia il posto di primario di chirurgia con la scusa che non è laureata. Ma a che cazzo serve la laurea!? Mia figlia ha due mani da fata: può operare!” (Marco Travaglio, “i vice-Migliori”)
Se i “Migliori” del passato (Andreatta, Ciampi, Amato, Prodi, Draghi, et similia) ci hanno infilato nel cul-de-sac dell’Euro che ci è costato 4300 miliardi di euro (fonte: think tank tedesco CEP), se l’altro Supermario, Monti, col suo “Salva-italia” ci è costato una perdita del PIL pari a 300 miliardi di euro (fonte: Ministero Economia e Finanze guidato da Pier Carlo Padoan, a pag 17 del PNR del DEF 2017), quanto ci costerà il Governo dei Peggiori guidato da “Supermario” Draghi?
Costui già parla di Imprese-Zombie che non vanno salvate perché inutili.
Sei giorni fa titolavamo: “Perché è caduto Conte?”. Ora, alla luce delle prime scelte di Draghi, possiamo cancellare il punto interrogativo. Conte non è caduto per la blocca-prescrizione (confermata dal governo Draghi). Non per i Dpcm (li fa anche Draghi). Non per le chiusure anti-Covid (elogiate, ribadite e inasprite da Draghi). Non per i vertici serali (li fa pure Draghi, ieri per la mega-rissa sui sottosegretari). Non per ministri e collaboratori incapaci (quasi tutti confermati da Draghi, con l’aggiunta di Brunetta, Gelmini, Carfagna, Garavaglia, Stefani&C. per aumentare il tasso di competenza). Non per il Mes (non lo prende neanche Draghi). Non per il Reddito di cittadinanza (non lo cancella neanche Draghi). Non per il ponte sullo Stretto (non ne parla neppure Draghi). Non per Arcuri (finora se lo tiene anche Draghi). Non perché accentrava la governance del Recovery in soli tre ministeri (Draghi l’accentra in uno: il Mef del fido Franco). E qui finiscono i pretesti ripetuti per due mesi dall’Innominabile e dai suoi pappagalli per giustificare la crisi: erano tutte balle.
Le vere ragioni del ribaltone sono altre: mettere le mani dei soliti noti sui miliardi del Recovery e dirottarli verso Confindustria&C. Per chi nutrisse ancora dubbi, basta leggere i nomi dei ministri Franco, Cingolani, Colao, Giorgetti e (a pag. 2-3) dei sottostanti boiardi e retrostanti lobbisti, su su fino al neoconsigliere economico Francesco Giavazzi: un turboliberista che predica da sempre contro l’impresa pubblica e a favore di quella privata (ma con soldi pubblici) e che neppure i giornaloni riusciranno a spacciare per “liberalsocialista”, “keynesiano” e “allievo di Caffè” (che non smette più di rivoltarsi nella tomba, tanto nessuno sa dove sia) (Marco Travaglio, “I 4 dell’Ave Mario”)
Impossibile non rimpiangere l’ultimo vero Statista italiano, Aldo Moro – in confronto all’attuale Kakistocrazia in azione – che, non per nulla, venne minacciato nel 1976 dall’immondo Cabalista Henry Kissinger, gestore della trappola disinformativa “Antelope Cobbler” ideata proprio per gettare fango su Moro e occulto mandante del suo rapimento ed uccisione ad opera delle Brigate Rosse (cfr. John Coleman, “The Conspirators Hierarchy: The Committee of 300“), BR che erano state infiltrate da CIA e MOSSAD, come rivelò lo stesso Moro al suo compagno di Partito Giovanni Galloni poco prima di essere rapito, mentre tutti i vertici dei Servizi segreti e delle Forze di Polizia italiani erano controllati dalla P2 di Gelli, la filiale italiana di Three Eyes Lodge, con il collaboratore di Kissinger, Steve Pieczenick che venne inviato in Italia appositamente per impedire la liberazione di Moro.
Ha ammesso lo stesso Pieczenick: «Aldo Moro doveva morire».
Come il Premier svedese Olof Palme, altro uomo scomodo per gli psicopatici della Cabala Mondiale, il cui omicidio, avvenuto nel 1986, è stato addossato nel 2020 a certo Stig Engström, morto 20 anni prima. Un capro espiatorio davvero comodo.

LA KAKISTOCRAZIA IN AZIONE DI MARIO DRAGHI
Il sociologo Marco Revelli esprime la sua chiosa riguardo il Governo dei Peggiori su ilmanifesto, un media particolarmente bersagliato dalla censura dei Reichsführer del Web Zuckerberg, Dorsey, Bezos, Page&Brin, et al.
In tempi di crisi il tempo vola. In appena tredici giorni il «governo dei migliori» ha rivelato un’altra faccia, rovesciandosi nel proprio opposto: una kakistocrazia. Un «governo dei peggiori». In questo senso la fotografia inguardabile dell’accozzaglia di sottogovernisti che ieri hanno giurato potrebbe essere considerata come una «prova della verità». Una sorta di prova del nove – o meglio «dei 39» – di quanto fosse fallace, e infantile, il Te deum elevato da quasi tutti – opinion leader e leader senza opinione – al momento dell’elevazione al trono.
E di quanto sia malconcio, prostrato ed esangue – diciamolo pure: «senza speranza» – un Paese che si affidi a una tale soluzione con entusiasmo cieco. È la conferma dell’infausta diagnosi di chi fin da subito ha colto nella sua sindrome «bipolare» la patologia del nuovo governo, diviso tra caveau e pollaio: la cassaforte nelle mani dei fidati uomini di banca (ribattezzati per l’occasione «i migliori») e il resto ridotto a stia appollaiati sulla quale gli avatar delle diverse forze politiche ormai estenuate potessero starnazzare a piacere, impaludati nella propria mediocrità. Insomma, un pasticciaccio brutto, degno risultato del «gesto inconsulto» con cui Matteo Renzi il 13 gennaio ha dato inizio alla reazione a catena che ci ha portati fin qui. […]
Ora quell’immagine si fa carne e sangue, se è vero, come si dice, che il nuovo presidente del Consiglio non ha voluto neppur «vedere» la lista dei sottosegretari e dei viceministri (de minimis non curat praetor) concentrato com’è sugli strumenti di volo e sul timone, senza badare a cosa accade nella stiva. […]
Tanto più che sotto quell’abito [di Messia angelicato] qualche magagna spunta: per esempio nell’acclamato discorso al Senato quel «copia incolla» (mica cosa da poco, una trentina di righe che a un normale tesista costerebbero la laurea) di un articolo di Francesco Giavazzi del 30 giugno 2020 – s’intitolava «I passaggi necessari sul fisco» -, per cui non si sa se deprecare di più l’atto del plagio o il profilo ideologico del plagiato…
Da quel testo «sinottico» (come per i Vangeli) del nuovo capo del governo e del suo nuovo consigliere, un osservatore maligno ma attento (Giovanni La Torre, un esperto in istituzioni bancarie e finanziarie, nella rubrica “I gessetti di Sylos” inteso come Labini), ha voluto trarre la costatazione «blasfema» che in realtà «san Supermario è un neoliberista di destra» – come, appunto, l’autore dell’originale e suo neoconsigliere – «e che tutto quanto si continua a diffondere su di lui, quale liberalsocialista, keynesiano, erede di Caffè, ecc. ecc., sono solo delle ciarle, e nulla più». Cosicché la bruttezza estetica dell’emisfero inferiore del Governo non sarebbe che il corrispettivo dell’ insensibilità sociale del suo emisfero superiore.
Qui siamo. E forse dovremmo smettere di illuderci sulla sopravvivenza di un brandello di quella democrazia in cui crediamo, e incominciare a pensare al livello del buio in cui camminiamo. A chi come noi insiste nel chiedere «a che punto è la notte» la sentinella non può non rispondere che «l’alba è lontana».
È proprio grazie a siffatta Mediocrazia da Mediomen della Politica che sta affondando la Civliltà Occidentale, dal demente senile Joe Biden a Mario Draghi, da Emmanuel Macron ad Angela Merkel.
E pensare che gli esegeti del Pensiero Unico Mondialista, come Gianni Riotta, membro del paramassonico Council on Foreign Relations addossavano ogni responsabilità della decadenza attuale all’Uomo Medio Occidentale che vota per Donald Trump.
Titolo di studio e luogo di residenza sono ormai la miglior sfera di cristallo per prevedere le scelte politiche degli elettori. Marx credeva che l’economia dominasse sulla politica, Weber studiava l’influenza di religione ed etica, McLuhan e Sartori la potenza della tv. Ma la turbolenta stagione elettorale 2016-2017, Brexit, Trump, referendum turco e il duello in Francia tra il tecnocrate Macron e la nazionalista Le Pen indicano, con un impressionante mosaico di dati, le vere tribù politiche del nostro tempo: Senza Laurea contro Laureati; Città contro Campagna.
I Laureati si raccolgono sempre intorno alle stesse bandiere, No a Brexit, per Hillary Clinton, contro le riforme costituzionali turche di Recep Tayyp Erdogan, per Emmanuel Macron. Chi ha solo un diploma, o non ha finito le scuole secondarie, si schiera dalla parte opposta, pro Brexit, Trump, Erdogan e Marine Le Pen. Come i topolini della fiaba di Esopo, gli elettori di Città e Campagna hanno opposti stili di vita. A StraCittà trionfano No Brexit, Hillary, No Erdogan, Macron; StraPaese premia Brexit, Trump, Erdogan, Le Pen.
Insomma, per gli epistocrati à la Brennan, chi vota per Trump è un campagnolo ignorante e puteolente, mentre chi vota per Joe Biden detto il Demente è un MegaLaureato con un Super IQ. Nella realtà è esattamente il contrario.
Le Pecore-Zombie incolte, ma con tanto di Rolex d’oro al polso e megaville, esultano per Joe Biden “il Cadavere” e per Kamala Harris, la palafreniera di Big Tech e Big Fin, come esultano per il Supermario (Draghi) dell’Ordoliberismo del Quarto Reich UE.
Tanto, a fine mese, i loro elefantiaci emolumenti vengono regolarmente erogati, mentre 456.000 Italiani a fine 2020 hanno perso il proprio lavoro (fonte: Istat) e addirittura a febbraio 2021 erano 945.000, un milione di nuovi poveri si è aggiunto alla già ragguardevole platea, milioni di lavoratori perderanno il lavoro non appena verranno (come pretende Confindustria) sbloccati i licenziamenti.
E milioni di famiglie italiani che vivevano della gestione di bar, ristorazione, palestre, discoteche, locali da ballo, animazione, turismo, conferenze, etc., sono alla canna del gas in attesa di quei mirabolanti ristori che non arriveranno mai a loro, alle imprese Zombie, come le definisce il Draghi.
I soldi del Recovery Plan perverranno solo ai capienti portafogli dei Fratelli Epistocrati della Cabala Mondiale dei Soroi, come attesta la partecipazione dei comparuzzi della McKinsey per la stesura del “Piano Draghi”.
Non solo kakistocrate, ma anche militarista il nostro Medioman Mario Draghi.
I soldi li toglie agli Italiani alla fame per regalarli alle inutili e improduttive industrie degli armamenti:
Ed ecco che il Piano nazionale di ripresa e resilienza riceve delle proposte in materia militare, non solo in ottica ambientale e di logistica sanitaria. Oltre all’idea di efficienza energetica delle caserme e degli immobili delle forze armate e l’aumento della dotazione per la sanità militare, le Commissioni Difesa di Camera e Senato propongono l’utilizzo dei fondi NextGenerationEU per “promuovere una visione organica del settore della Difesa, in grado di dialogare con la filiera industriale coinvolta, in un’ottica di collaborazione con le realtà industriali nazionali, think tank e centri di ricerca” e per “valorizzare il contributo a favore della Difesa sviluppando le applicazioni dell’intelligenza artificiale e rafforzando la capacità della difesa cibernetica e incrementare, considerata la centralità del quadrante mediterraneo, la capacità militare dando piena attuazione ai programmi di specifico interesse volti a sostenere l’ammodernamento e il rinnovamento dello strumento militare”. […]
Piovono critiche dalle associazioni nonviolente, rimaste inascoltate per la stesura del Recovery Plan, nonostante l’invio di proposte alle commissioni parlamentari competenti: è proprio la Rete Italiana Pace e Disarmo a denunciare la previsione di finanziamenti all’industria militare anche attraverso i fondi del NextGenerationEU. Peraltro, il settore della Difesa non è certo sottofinanziato: secondo l’osservatorio Mil€x, sono stanziati per i prossimi quindici anni ben 36,7 miliardi di euro in spese militari, più del 25% dei fondi pluriennali per l’investimento e lo sviluppo infrastrutturale dell’Italia. A questi, andranno quindi aggiunti i soldi che, a differenza del precedente esecutivo, il governo Draghi intenderà dedicare al sistema militare, prendendoli dai finanziamenti europei originariamente previsti per innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale. (Roberta Covelli)
Heil, Medioman Draghi-Palpatine!
I «MEDIOMEN» ESTERI NON SONO MEGLIO DI DRAGHI
Con «questo Governo inguardabile si torna all’ancien Régime» afferma rettamente il già citato Revelli, intervistato da Silvia Truzzi.
Nel giro di pochi giorni, ha scritto Marco Revelli sul Manifesto coniando il termine “kakistocrazia”, in opposizione all’acclamata aristocrazia dei Draghi boys, siamo passati dal governo dei migliori al governo dei peggiori. […]
Tutto questo lo possiamo giudicare da un punto di vista estetico.
Estetico?
L’estetica non è una cattiva chiave di lettura della politica. E dal punto di vista estetico il governo è appunto inguardabile, una specie di armata Brancaleone che non promette nulla di buono. Se d’altra parte lo analizziamo da un punto di vista politico, è il prodotto quasi terminale di un sistema dei partiti incapace di trovare una soluzione e di selezionare un personale politico degno. C’è poi un terzo punto di vista: quello del modello. Questo ci rivela una verità ancora più profonda, rispetto al paradigma neoliberista vincente, in cui l’economia umilia la politica, ridotta a ruolo ancillare. È una spettrografia esemplare del rapporto tra denaro e politica: il denaro chiuso a chiave e vigilato dai fedelissimi, e la politica ai piani bassi abbandonata al peggio di sé.Lei dice: non ci si può aspettare altro da un Paese che ha accettato con entusiasmo cieco la soluzione del governo dei migliori. Sudditi, più che cittadini?
Siamo un Paese senza speranza, allo sbando. Abbiamo perso la capacità di osservare con lucidità il reale, per rincorrere allucinazioni collettive: il coro urlato di leader politici e opinion maker, più che il saluto alla soluzione della crisi, è la testimonianza della sua gravità. Che è radicata nella dissoluzione di quelli che, in una democrazia sana, dovrebbero essere gli anticorpi. Cioè i media, che dovrebbero agire come difese immunitarie, una barriera contro gli eccessi di entusiasmo e di disperazione capace di costruire un’opinione pubblica matura. Restando nella metafora, siamo in una sindrome autoimmune: quelli che dovevano essere gli anticorpi hanno distrutto le difese immunitarie. Si è creata un’aspettativa mostruosa: sarà un miracolo se si riuscirà a mettere in atto una campagna vaccinale in tempi decenti. Figuriamoci se si riusciranno a portare a termine la riforma del fisco, della Pubblica amministrazione, della giustizia, il risanamento del debito pubblico… Tutte le piaghe d’Egitto sanate da un re taumaturgo: siamo piombati nell’ancien régime. Una superstizione che fa male anche al presidente del Consiglio.È proprio questo il problema dei problemi: I cittadini occidentali hanno accettato, in nome della difesa della «nuda vita» come la definisce icasticamente G. Agamben, di veder compressi o addirittura liquidati per sempre diritti costituzionali, sociali e civili.
Abbiamo accettato, grazie alla Strategia del Terrore diffusa dai TGPandemia, di tornare ai tempi del Medioevo – sudditi scevri da diritti con a carico solo doveri e corvée – accettando con gioia il controllo pervasivo e onnicomprensivo del Grande Fratello Mondiale, generato dal Progetto Pandemie Programmate, e, presto, verrà imposto globalmente l’obbligo legislativo di inocularsi le pozioni negromantiche conosciute come “vaccini” per la gioia del portafogli dell’eugenetista Bill Gates.
Ovviamente, come abbiamo detto, all’estero non va meglio. Tutt’altro.
Parliamo degli USA di Joe Demente Senile Biden e Kamala Harris:
In quello che potrebbe diventare il ritorno politico più inaspettato e, forse, indesiderato nella storia politica americana, il vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, che non ha mai ispirato molta fiducia nel percorso della campagna presidenziale del 2020, potrebbe presto trovarsi, per default, il prossimo presidente del Stati Uniti. Il mondo dovrebbe iniziare a pregare per la buona salute di Joe Biden?
Mentre il presidente degli Stati Uniti Joe Biden entra nella nona settimana della sua “ presidenza ombra ” senza una sola conferenza stampa sotto la cintura, mentre pronuncia delle assurditàassolute quando è costretto a parlare, la possibilità che il vicepresidente Kamala Harris assuma le redini del potere – esattamente come molti avevano previsto accadrebbe – sembra più probabile ogni giorno che passa.
Uno scioccante 47% degli elettori statunitensi ritiene che “altri” stiano prendendo decisioni per Biden dietro le quinte, secondo un sondaggio di Rasmussen. Potrebbe essere che il vicepresidente Harris sia il cervello dietro il duo, facendo le chiamate difficili? Sembra altamente improbabile. Come testimoniato durante la campagna elettorale che non è riuscita ad eccitare l’immaginazione americana, Kamala Harris manca vistosamente di carisma, qualità di leadership e l’esperienza diplomatica necessaria per guidare la Casa Bianca in questo periodo di crisi a poche settimane dal regime banano di Biden. Tuttavia, Harris è esattamente il tipo di “ leader ” che i poteri dietro al trono desiderano disperatamente dopo quattro anni di presidenza diretta di Donald Trump. […]
In altre parole, con Biden a malapena consapevole di ciò che lo circonda, è un gioco da ragazzi imporre Harris al ruolo di leadership; anzi, i Democratici ei media saranno solo troppo sollevati nel vedere il maldestro Biden messo da parte per timore che il suo declino cognitivo attiri ulteriori sospetti su come un individuo così incapace sia stato in grado di raccogliere più voti di qualsiasi altro candidato presidenziale nella storia politica degli Stati Uniti.
Una domanda andrebbe fatta: com’è possibile che un Medioman anzi una completa nullità come Joe il Marcio, per di più afflitto da una grave malattia neurodegenerativa – e coinvolto nella corruttela dell’ex presidente ucraino, il neonazista Poroshenko – sia diventato il presidente degli Stati Uniti più votato della Storia?
E la lacchè dei Fascio-Filantrocapitalisti Soroi, Kamala Harris, non è che si distingua per capacità mentali e leadership…
L’editorialista del Los Angeles Times George Skelton la inchiodò quando scrisse: “Il senatore della California Kamala Harris non avrebbe mai dovuto candidarsi alla presidenza in primo luogo. La sua ambizione ha superato di gran lunga le sue capacità.”
L’opinione pubblica americana sembrava pensare esattamente allo stesso modo delle capacità politiche di Harris come confermato dal sondaggio che seguì. Da un picco di breve durata del 15% nel luglio 2019, la popolarità dell’ex senatrice della California ha toccato il fondo al 2,5% solo cinque mesi dopo, quando ha annunciato che si sarebbe ritirata dalla contesa.
Eppure sembra che quella particolare “mancanza di brillantezza” sia esattamente ciò che ha fatto notare Kamala Harris in primo luogo. Dopotutto, lo sfortunato destino delle democrazie occidentali in questo momento cruciale della storia è che sono sempre più guidate non dagli individui più intelligenti, coraggiosi e onorevoli, ma proprio dai deboli, venali e compromessi. A meno che tu non sia merce avariata, al sistema servi poco.
Non prendiamoci in giro; i Poteri dietro le quinte – il “Deep State”, se vuoi – non hanno alcun desiderio di essere presi al guinzaglio da un populista ribelle della stessa stoffa di un Donald Trump o di un Andrew Jackson, soprattutto dopo aver investito così tanti soldi nella corsa di cavalli. Quello che vogliono è un individuo che controllano completamente: perfino quando è nel gabinetto. Quello che vogliono è una persona esattamente come Kamala Harris, e questo dovrebbe essere di enorme preoccupazione per ogni americano, indipendentemente dalla fedeltà politica. (Robert Bridge, strategic-culture.org)
Se i burattinai Soroi avessero voluto un Presidente USA competente, avrebbero fatto in modo che alla nomination dell’asinello vincessero Elizabeth Warren o Bernie Sanders. Invece hanno imposto il più kakistocratico dei ticket possibili, Biden-Harris. e i Democrats si sono prontamente appecoronati agli ordini dei Padroni dell’Universo.


GLI ESSERI SENZA PARTE ANIMICA
L’ormai folle e demente senile ha prodotto il notorio sgangherato attacco contro Putin, avendolo definito “assassino”. Ma non si è limitato a ciò. Ha anche affermato in un’intervista resa al gazzettiere sorosiano George Stephanopoulos di aver detto al Presidente russo nel 2011, «credo che lei non abbia un’anima».
Il bue che dice cornuto all’asino.
I Soroi non hanno anima, così come non ce l’hanno i kakistocrati à la Biden, imposti proprio dalla DEMoniaca Cabala Mondiale dei Soroi.
Afferma, rettamente, Corrado Malanga:
I cosiddetti poteri forti [aka La Cabala Mondiale, aka Il Nuovo Ordine Mondiale dei Soroi, aka i Fascio-Filantrocapitalisti Soroi, nota di Seyan], cioè coloro che comandano e hanno comandato questo pianeta, quindi le grandi famiglie e non solo i grandi banchieri, ovvero le grandi famiglie monarchiche di tutto il pianeta, non hanno la parte animica.
Sapete, chi è animico si riconosce; la parte animica si riconosce da un paio di osservazioni fondamentali: chi è animico, non è amante delle regole. Chi è animico, è sostanzialmente molto creativo. Chi è animico, non ha interesse per il potere, non ha interesse per i soldi. Non ha interesse: è anarchico sostanzialmente. Ha capito perfettamente che seguire invece percorsi che consentono di salire nella scala sociale, quell’essere considerati uno che comanda e avere un sacco di soldi, sicuramente non è animico.
I nostri poteri forti quindi, non hanno la possibilità in futuro di avere molta coscienza, molta consapevolezza di sé. Non c’è nessuna differenza tra un essere umano non animico e un alieno senza parte animica, tutti e due hanno poca coscienza di sé. In questo contesto credono che vivere in eterno sia un traguardo importante per loro. Non sanno invece che è nell’acquisizione dell’esperienza della morte, cioè del nascere e del morire per iniziare e finire, che c’è la vera consapevolezza della coscienza.
La coscienza ha costruito l’universo, per imparare l’unica cosa che non sapeva. Siccome la coscienza è eterna, non sa cosa vuol dire cominciare finire, non lo sa. L’unica possibilità che ha quella di vivere in un corpo che nasce, che vive e che muore.
Ma chi lo sa questo? Chi è animico, chi ha chiara consapevolezza l’anima, nella sua mente, del suo spirito: le tre componenti di questa specie di trimurti, di Santissima trinità come la chiamano le religioni del nostro pianeta, in qualche modo. Ma chi non è animico, chi segui le regole e ha paura di morire, non sa dentro di sé che c’è l’eternità dietro la morte. L’animico avrà paura di soffrire, ma non ha paura di morire.
L’EGGREGORA DEL COVID
Prestiamo attenzione ad un fatto: se i Massoni contro-iniziatici non hanno parte animica e disprezzano ogni ascensione ed evoluzione spirituale, questo non significa che non abbiano conoscenza esoteriche tanto permeanti da permettere loro di creare forme-pensiero negative per il controllo psichico degli umani.
Quella dell’Eggregora Covid-19 è una forma-pensiero elementale creata ad hoc, che parassitariamente assorbe energia vitale degli Umani, togliendo energia a ogni eventuale protesta o rivolta in reazione al Fascismo Sanitario oggi imperante.
La Biosicurezza imposta per il “bene del cittadino”, come ha arguito profeticamente G. Agamben, è il mezzo prescelto dai Poteri Forti Internazionali (i “Soroi”) per disumanizzare e liquidare i diritti individuali e costituzionali tramite i kakistocrati imposti al governo degli Stati Nazionali ormai in dissoluzione (Biden-Harris, von der Leyen, Macron, Merkel, Draghi, et similia).
Il Progetto Pandemie Programmate (Engineered Pandemics Project) assieme alla Supercazzola del Riscaldamento Globale di Origine Antropica propalata da Al Gore “Capone” – tramite l’Antimessia della Follia, la burattina monomaniacale Greta Thunberg – sono i mezzi che i nuovi “Dei dell’Olimpo”, i Soroi, stanno utilizzando per traferirci nel loro DEMOniaco Brave New World, nel loro Neo Medioevo, con le entità anempatiche Soroi come “Signori” e noi Veri Esseri Umani (per meglio dire, i pochi che saranno sopravvissuti) come “servi”.
Nel mentre i canali che cercano di diffondere la Verità anche sulla Pandemia Programmata vengono chiusi, come Byoblu di Claudio Messora, censurato dal Monolite Fascista Google, di proprietà dei Reichsführer del Web Page&Brin.
IL DISCORSO AL PARLAMENTO DI DRAGHI RIECHEGGIA CUPAMENTE QUELLO DI PALPATINE
Il discorso di insediamento di Mario Draghi presenta diverse analogie con quello del cancelliere Palpatine-Sidious in Star Wars.
Premettiamo che il Culto della Personalità per il kakistocrate Mario Draghi ha raggiunto, tra gli Schiccheracarte giornalai e gli “Sbufalai” di Regime, livelli di assoluto parossismo.
Draghi, il Super-premier in carica, domina ovviamente la scena. Dopo un lungo silenzio-assenza, finalmente ha parlato, e ha firmato qualche Dpcm e decreto-legge. Ma il «cambio di passo» tanto atteso ancora non c’è stato. Anzi. Finora, dai Ristori o Sostegni arrivati, chissà perché, con estremo ritardo, al Condono delle cartelle esattoriali non pagate: un premio per gli evasori seriali e una perdita secca per lo Stato di 666 milioni di euro; […] fino ai Congedi parentali, una misura a danno soprattutto di quelle donne-madri lavoratrici simili alla dea Kalì con quattro od otto braccia, obbligate dalle loro imprese allo smart working e contemporaneamente costrette in casa alla cura dei figli in Dad, – il bilancio di questi primi due mesi di governo non è, «diciamocelo», dei più esaltanti, per usare un eufemismo. Tutto sembra ruotare verso un indirizzo politico neoliberista.
E poi c’è Enrico Letta, l’ex-premier tornato precipitosamente dal dorato esilio parigino, dove l’aveva confinato il neo-salafita «amico di Mbs», con la missione di salvare un partito fin troppo governista e acchiappa-poltrone, dilaniato da insanabili lotte correntizie. Letta ne sta rinnovando con piglio decisionista struttura e cariche dirigenziali, valorizzando la presenza femminile. Il suo obiettivo è la costruzione di un campo progressista di centro-sinistra, con 5S e Leu, ma allargato a Calenda, irriducibile anti-5S, e all’infido «Enrico stai sereno» d’Arabia, altrettanto anti-5S. Ѐ come conciliare il diavolo con l’acqua santa! Vorrebbe trasformare il Pd da partito dei pariolini e delle Ztl in partito radicato nella società civile. Ma con quale programma? Nel suo primo discorso, ci sono i diritti civili, ma non i diritti sociali e del lavoro. La sua amicizia col Draghi della Bce austeritaria e la sua formazione alla scuola di Andreatta, l’ex- ministro delle Privatizzazioni, non lascia ben sperare.
Le proposte di Draghi a prima vista perlopiù sembrano dichiarazioni di principio scontate nel discorso pubblico e tuttavia dietro a parole di apparente generica retorica si celano una visione del mondo e un disegno di società ben definiti. Ed è su questi che ritengo necessario discutere e prendere posizione.
Una lettura attenta mostra infatti che tutti gli interventi annunciati hanno l’unica finalità di accrescere il PIL, anche quando l’ambito non attiene al perimetro del sistema economico. Come Margareth Thatcher, anche Draghi crede che “there is no society”, ma soltanto una macchina specializzata nella produzione di ricchezza, “whatever it takes”. La Politica è riassunta nelle “leve della spesa” usate per garantire le condizioni favorevoli al dispiegarsi dell’iniziativa degli investitori privati. Da cittadini portatori di diritti e fini che ci illudevamo di essere, scopriamo di essere diventati nient’altro che unità di capitale umano da preservare dal virus con i vaccini, valorizzare con la formazione e incentivare all’impiego, ma solo e soltanto in quegli ambiti in cui “si intende rilanciare il paese”. Il lavoro non è il principio fondante la cittadinanza democratica dell’Art.1 della Carta, ma una risorsa da impiegare in modo efficiente. Nulla più. (Maria Luisa Bianco, Micromega.net)
In brevis, i Giornaloni del Virus Unico ci hanno spacciato Medioman Draghi come l’Unto del Signore.
La realtà è che il Draghi è riuscito a far peggio di chi l’ha preceduto. E questo è davvero miracoloso.
Gira voce che i comunicatori di Draghi stiano implorando i giornaloni di frenare le loro lingue più vellutate che, a furia di spacciarlo per il Messia, promettono miracoli che poi la gente non vede e s’incazza [Continua a leggere l’editoriale ➡ https://t.co/8dnrrfjqo3] pic.twitter.com/6Im4KJjkQW
— Marco Travaglio (@marcotravaglio) April 3, 2021
È emblematico che i Paesi dove maggiormente vige l’obbligo della mascherina sono sempre stati – o lo sono diventati grazie al Pretesto Pandemia – Paesi parafascisti: Cina-USA-Italia.
L’obbligo della mascherina spersonalizza l’Individuo, non più Soggetto di Diritti Individuali, Sociali e Costituzionali, ma mero Oggetto, oggetto di (sottoposto a) cure che presto verranno imposte dall’alto e rese obbligatorie ex lege, e parliamo specificamente dell’obbligo vaccinale.
Insomma Palpatine parlava di Sicurezza, Draghi di Biosicurezza, ma il risultato per le nostre Libertà sembra essere lo stesso.
Uno dei Massimi turiferari in Italia del Nuovo Ordine Mondiale dei Soroi in Italia, il direttore de LaStampa Massimo Giannini, ha affermato che «se vogliamo contenere il virus, dobbiamo cedere quote di libertà».
Tanto incolto da non conoscere neanche la principale Massima di Benjamin Franklin:
Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza.
E LA NOSTRA PECORA PANGLOSSIANA “POLLI”?
Che ne è stato della nostra pecora panglossiana “Polli”?
Dopo aver furbescamente saltato le liste di attesa, come hanno fatto pennivendoli e azzeccagarbugli, Polli si è vaccinata, è stata male e ora il vaccino, reagendo malamente con la n-esima variante del Sars-Cov-2, ha spostato la nostra Pecora in una fase di vita-nonvita. Insomma, Polli è ormai una Zombie.
Poco male, visto che Polli non ha mai usato il cervello, essendo sempre stata politically correct, sorosiana, accoglionista, bergogliana ed elettrice dei Democrats. Peggio di così si muore. Sic et simpliciter.


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