
Facebook ha i giorni contati.
«Facebook ha i giorni contati». Non lo diciamo noi ma l’ha dichiarato l’Anomos Globale, George Soros, nella sua vetrina proGlobal, il World Economic Forum a Davos.
Ah già, dimenticavo, per i prezzolati e gli incolti che spesso si travestono da anticomplottisti, dire la verità sull’ultracapitalista George Soros significa essere complottisti.
PARTIAMO AB OVO: GIÀ NEL 2017 SOROS VOLEVA UN FACEBOOK SU MISURA PER IL SUO TANATOCAPITALISMO GLOBALE
Un social network pubblico alternativo a Faceboook, pagato dai contribuenti, che sappia contrastare le «notizie di parte provenienti dagli organi d’informazione di destra».
È la proposta del ricercatore Ethan Zuckerman, membro del consiglio della Open Society Foundations, l’organizzazione internazionale con ambizioni filantropiche fondata e presieduta dal finanziere George Soros. In un articolo pubblicato su The Atlantic, l’esponente della Open Society e direttore del Center for Civic Media, propone la creazione di un social media governativo che abbia «la missione civica di fornire una visione diversificata e globale del mondo». […]
«Abbiamo scoperto che, mentre gli elettori di sinistra e di centro si informano attraverso i media tradizionali, la fonte principale di quelli di destra sui social è Breitbart, a capo di una rete di punti vendita online, notizie di parte e teorie complottiste».
In sostanza, secondo Zuckerman e Benkler, gli elettori di Trump non erano – e non sono – in grado di comprendere quali siano le notizie autorevoli e quali no, mentre gli elettori dem, – quelli che leggono il New York Times, il Washington Post o guardano la CNN – sono più informati e preparati. (“Soros vuole un nuovo social”, occhidellaguerra.it)
In brevis; se votate per parrucco Trump, siete incolti. Gli incliti optano per la massona di Three Eyes Lodge, Hillay Clinton, marionetta del puparo George Soros.
TUTTA LA SOCIALDEMOCRAZIA GLOBALE IN MARCESCENZA ACCUSA GLI ELETTORI ANTIGLOBALISTI DI ESSERE IGNORANTI
La socialdemocrazia in liquidazione, anzi in marcescenza, ripete un unico mantra: «Il Populismo nasce dall’ignoranza».
Citiamo Gianni Riotta su “lastampa.it”:
Titolo di studio e luogo di residenza sono ormai la miglior sfera di cristallo per prevedere le scelte politiche degli elettori. […] Ma la turbolenta stagione elettorale 2016-2017, Brexit, Trump, referendum turco e il duello in Francia tra il tecnocrate Macron e la nazionalista Le Pen indicano, con un impressionante mosaico di dati, le vere tribù politiche del nostro tempo: Senza Laurea contro Laureati; Città contro Campagna. […]
Cas Mudde, politologo della University of Georgia, mette allo specchio gli elettorati gemelli di Trump e Le Pen, il Nord-Est francese, come la Rust Belt Usa, dove contadini e operai perdono le certezze delle loro, un tempo prospere, regioni, votando contro le élite. Nella colta area metropolitana di Parigi invece Macron domina, Le Pen raccoglie un magro 5%. Gli under 35 della capitale francese (il 44% di loro ha una laurea nel cassetto) scelgono Macron, Le Pen vince tra chi non bazzica il Quartiere Latino e non ha mai messo piede nelle scuole celebri Ena, Sorbona, Sciences Po.
Non è ultroneo ricordare che Gianni Riotta è membro del Council on Foreign Relations, quella che secondo “Massoni” di Magaldi sarebbe un’organizzazione paramassonica, fondata dalla Ur-Lodge Leviathan, e di cui George Soros è membro eminente.
Dimenticavo. Per gli esegeti dell’anticomplottismo, Magaldi è un complottista.
QUESTI I PRODROMI. ARRIVIAMO AL 2018 E SOROS VATICINA CHE FACEBOOK E GOOGLE CHIUDERANNO I
BATTENTI
Nel suo personale raduno di Norimberga, a Davos, dove viene propagandato il più infero e deteriore tanatocapitalismo popper-haiekiano globale, il Soros aveva dichiarato a gennaio 2018 che,
Facebook e Google hanno i giorni contati.
Non pago, il più grande nemico della democrazia incardinata negli Stati-Nazione, nelle istituzioni statuali e nelle organizzazioni sociali, aveva aggiunto che,
Facebook e Google sono i più grandi nemici della Democrazia.
Appena due mesi dopo l’aruspicina di Circe-Soros sale alla ribalta mondiale l’affaire Facebook-Cambridge Analytica. Un caso?
UNO SCANDALO AL GIORNO TOGLIE FACEBOOK DI TORNO
Subito dopo Cambridge Analytica scoppia un altro scandalo che coinvolge nuovamente la società di Zuckerberg.
L’ultima pagina del Datagate Facebook:
L’archivio dati [di Facebook] comprende anche ogni attività possibile con lo smartphone e tra le varie informazioni di contatto ci sono anche quelle di chi, sul social, non ha mai aperto un account.
Tra i primi a denunciare la vicenda c’è Julian Assange: il fondatore di Wikileaks, su Twitter, ha spiegato il semplice procedimento che occorre per ottenere un elenco dei dati che Facebook possiede di ciascun utente. Ecco come fare: basta andare sulle Impostazioni di Facebook e cliccare sull’opzione ‘Scarica una copia dei tuoi dati‘. A quel punto dovrete attendere un po’ prima di ricevere una e-mail direttamente da Facebook, che contiene un file in formato .zip da estrarre prima di aprire il file ‘html/index.htm’.
I risultati sono clamorosi: in molti casi, sono presenti tutti i contatti della rubrica e di Facebook, inclusi quelli rimossi, ma anche lo storico (completo di informazioni sulla data e sulla durata) delle chiamate e dei messaggi, oltre alla lista completa degli eventi social a cui l’utente ha partecipato. (“Facebook ha spiato rubrica e telefonate anche di chi non l’ha mai usato”, leggo.it)


MAINSTREAM MEDIA E GOVERNI LACCHÈ AL SOLDO DI SOROS. I COLLABORAZIONISTI ANTI-FACEBOOK
Facebook ha perso 70 miliardi di dollari in dieci giorni grazie ai lacché di Soros.
13,5% in 10 giorni. E’ stato questo il tonfo accusato da Facebook a Wall Street, che ha bruciato circa 72-73 miliardi di dollari in capitalizzazione. Un duro colpo al social di Mark Zuckerberg è stato inferto dalla pubblicazione di un’inchiesta di The Guardian e New York Times, secondo cui i dati di 50 milioni di profili di altrettanti utenti nel 2015-’16 furono ceduti senza autorizzazione a Cambridge Analytica, società di consulenza di Steve Bannon, ex strategist della campagna presidenziale di Donald Trump, utilizzati proprio per fare pubblicità mirata in favore del tycoon. Lo scandalo si è allargato, tanto che negli ultimi giorni si è appreso che Facebook immagazzinerebbe una mole impressionante di dati non autorizzati dai clienti. (Giuseppe Timpone, “La vera ragione per cui i governi (e non solo) vogliono distruggere il social”, investireoggi.it)
Quanti di questi miliardi di dollari sono finiti nella saccoccia del più noto speculatore globale in Short Selling, George Soros?
È EVIDENTE ORMAI CHE FACEBOOK È SOTTO IL BOMBARDAMENTO DI SOROS
La sensazione è che la creatura di Zuckerberg sia sotto attacco da tempo e che adesso stia iniziando una campagna globale per sensibilizzare gli utenti e, chissà, magari anche per indurli a trascorrere meno tempo sul social o persino a cancellarsi. C’è di certo che per non subire danni reali, Facebook ha bisogno dei pubblicitari, che nel 2017 gli hanno fatto fatturare poco meno di 40 miliardi di dollari. […]
Siamo sicuri che la campagna contro Facebook della stampa abbia granché a che vedere con la sua scarsa sensibilità verso la riservatezza degli utenti, quando si conterebbero almeno 600 società in grado di raccogliere “big data” online, tra cui anche Google? In effetti, c’è puzza di bruciato. […]
A gennaio, proprio uno dei tycoon del settore, Rupert Murdoch, aveva attaccato Facebook, sostenendo che sarebbe un’industria fondata solo sui ricavi e che non pagherebbe praticamente mai per l’utilizzo che fa delle risorse altrui. […] (Giuseppe Timpone, “La vera ragione per cui i governi (e non solo) vogliono distruggere il social”, investireoggi.it)
DIETRO L’ATTACCO A FACEBOOK CI SONO GLI ELITISTI PSICOPATICI COMPARI DEL CAPITALESIMO DI SOROS
Non è così minoritario il pensiero tra le élite che proprio la rete abbia creato le condizioni ideali per fare proliferare movimenti estremisti, mettendo in forte difficoltà i governi. Del resto, un social come Facebook si presta alla perfezione come modello rousseauiano del “uno vale uno”, dando vita a una cyber-democrazia orizzontale, dove le opinioni non vengono certo ponderate per affidabilità di chi le esterna, né per competenza o accuratezza. Tutto bene, tutto legittimo, fino a quando ciò non si trasforma in opinione pubblica, minacciando la stabilità stessa delle istituzioni. E state certi che molti governi stanno tifando apertamente per la morte di Facebook, ambendo almeno a porre un limite alla sua capacità di influenza nella vita pubblica. (Giuseppe Timpone, “La vera ragione per cui i governi (e non solo) vogliono distruggere il social”, investireoggi.it)
IL BURATTINAIO SOROS NON È ESPERTO IN…
Mantica, ma sono convinto che presto altre magagne di Facebook e Google (peraltro conosciute o, quantomeno, sospettate da anni) verranno alla luce.
Altro che capacità præternaturali: quelle di Soros sono mosse studiate all’interno di quello che lui e Open Society Foundations considerano il LORO personale scacchiere globale. Il Mondo.
A Facebook seguirà, presto, Google.
Nei prossimi giorni e mesi verranno rivelate tali e tante verità scomode sui due giganti del web da portarli alla chiusura o, almeno, a un gigantesco ridimensionamento di affari e capacità di condizionamento degli utenti.
A tutto vantaggio dei Mainstream Media della Cabala Mondiale di Soros & C.
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