
Covidocrazia 3
Ossi di Seppia
COVIDOCRAZIA: il Modus operandi per instaurare una Tirannide in Italia e nell’Occidente. Il Sovrano Assoluto Draghi proclama: «L’état, c’est moi!»
L’ATTUALE COSTITUZIONE ITALIANA TRATTATA COME UN OSSO DI SEPPIA
Come hanno lucidamente posto in luce Agamben e Cacciari, da due anni a questa parte, a causa del Pretesto Pandemia, viviamo in uno Stato di Eccezione. Prima, grazie ai DPCM Conte-Speranza, ora grazie a quelli che i Panegiristi Leccadraghi definiscono i “Decreti di Draghi”, la Costituzione Italiana è stata svuotata dall’interno, come una conchiglia vuota che finisce nella battigia.
Già, la Costituzione più bella del Mondo, come la definiva l’ipocrita radical chic Roberto Benigni guadagnandoci milioni di euro (probabilmente non è la migliore Costituzione del Mondo, sicuramente è un’ottima Costituzione, purtroppo in gran parte inattuata), ora è come una conchiglia vuota reliquata sulla bàttima.
Anzi, citando Eugenio Montale, un osso di seppia.
Gli ossi di seppia sono il simbolo dell’esclusione da una condizione beata per sempre perduta: per di più, quello che viene sputato fuori dalle profondità marine non è che un relitto, consumato e privo di utilità. (lasottilelineadombra.com)
La Costituzione Italiana è oggi come un osso di seppia uscito dal Mare sempre più prosciugato della Democrazia e delle Libertà e reliquato sulla Terra sempre più vasta della Tirannide e del Fascismo risorgente e rinascente dalle sue stesse ceneri, un Fascismo che ha solo cambiato pelle, anzi abito: se prima vestiva d’orbace, ora veste Prada.
Non dobbiamo dimenticare che la Costituzione Italiana è una Costituzione Democratica fondata sulla Tutela dei Diritti Soggettivi in contrapposizione alle Società Collettivistiche Fascio-Nazi-Comuniste fondate sui Doveri Collettivi; oggi, però, sedicenti “Giuristi” affermano che i Doveri Collettivi sarebbero sovraordinati rispetto ai Diritti Soggettivi e che esisterebbe un Dovere Collettivo alla Salute (Biosicurezza), un Onere alla Salute Collettiva.
Ma la Costituzione Italiana non parla mai di Oneri o di Biosicurezza!
A imporre oggi, nel Mondo, i Doveri Collettivi, è l’asiatico parafascista Partito Comunista Cinese e in Occidente la Tirannide Draghista, che a noi pare prodromica al ritorno del Fascismo in Italia, tirannide provata dal fatto che Cancellier Draghi ha la più ampia maggioranza parlamentare dai tempi del Fascismo!
Ma sono soprattutto il linguaggio e il comportamento del Draghi a renderci sospetti: come riporta Marco Travaglio, il Migliore si presenta in Consiglio dei Ministri, sbatte sul tavolo il Documento di Programmazione di Bilancio e pretende – inaudito! – che tutti lo votino senza leggerlo.
Poi quel continuo «chi se ne frega!»; «Io tiro dritto!»; «Bisogna rigar dritto!»…
La parola di un dittatore, già insediato o in pectore, sarà certamente diversa dal linguaggio di un leader democratico. «se è vero che ogni linguaggio contiene gli elementi di una concezione del mondo e di una cultura». (Enzo Golino, “Parola di Duce”, Rizzoli Editore, cita Antonio Gramsci)
L’Informazione italica attuale è serva di siffatta Cultura ed Egemonia, di siffatta Weltanschauung, non a caso il quotidiano della Destra Padronale “laRepubblica”, quella stessa Destra Padronale che ha portato al potere il Fascismo nel secolo scorso, così motteggia:
Democrazia è fidarsi di chi sa.
Un tipico mantra da bispensiero, da Ministero della Verità Orwelliano, come 2+2=5.
Democrazia è Tutela e Decisioni dei Molti rispetto alla Psicopatia Criminale dei Pochi, degli Epistocrati, degli Aristoi, dei Soroi, dei sedicenti Migliori, che vogliono depredare e sopprimere – escludendoli da ogni risorsa vitale, se necessario – i Molti, vivendo parassitariamente sulle loro spalle e a loro spese.
Democrazia è antitesi ai laudatores, ai plaudentes, ai neoservi, alle Pecore Panglossiane che vanno a farsi inoculare vaccini all’infinito e cantando pure Bella Ciao, senza porsi domande sulla loro reale efficacia e sui loro futuri effetti avversi. Il Maiale Napoleone di “Animal Farm” l’ha ordinato e loro vanno a farseli, acriticamente, e belando felici anche quando muoiono.
Democrazia è Razionalità e Senso Critico, l’esatto contrario di quello che vediamo oggi con gli imbrattacarte da carta igienica stampata, eccelsi solo nell’elevare acritici Peana verso il Nuovo Salvatore nato, non in umile mangiatoia di Betlemme, ma in una fastosa e sontuosa villa ai Parioli.
Vecchie parole assumono nuovi significati, violentate dai procedimenti dell’inversione semantica. Come i tre slogan del Partito Interno che campeggiano sulla bianca facciata del ministero della Verità: «La Guerra è Pace»; «La Libertà è Schiavitù»; «L’Ignoranza è Forza». I cittadini di Oceania vengono allevati alla tecnico del doublethink, il bispensiero, cioè «la capacità di condividere due opinioni palesemente contraddittorie [tipo “La Democrazia è il Governo di chi sa”, Nota di Seyan] e di accettarle entrambe, un potente sistema per ingannare la mente». […]
I rapporti tra le persone sono avvelenate dall’odio, dal timore di una delazione, dalla paura [del] vigile occhio televisivo del Grande Fratello. […]
[Parole, frasi e] discorsi siffatti, così come quelli nazisti e fascisti, costituiscono un «campo linguistico che sfocia nell’accettabilità delle decisioni» da parte di chi deve subirle, cioè le masse. In una parola producono consenso. (Enzo Golino, “Parola di Duce”, Rizzoli Editore)
I politicanti draghisti e l’infinita pletora di propagandisti del Regime di Cancellier Draghi, che rigurgitano da innumerevoli redazioni e che si fanno definire giornalisti, pongono la Costituzione Italiana al livello di un osso di seppia spiaggiato.
Con Mario Draghi va a realizzarsi il piano antisociale e antidemocratico di de-industrializzazione e de-popolazione dell’Italia, perseguito per decenni da Henry Kissinger, attuale Gran Maestro di Three Eyes Lodge – rivelato da John Coleman nel suo Conspirators Hierarchy: The Story of the Committee of 300 –, e Mario Draghi sarebbe affiliato di spicco della suddetta immonda loggia (cfr. G. Magaldi, “Massoni”).
Henry Kissinger, secondo le testimonianze della vedova di Moro e di Corrado Guerzoni rese nei vari processi per la morte di Aldo Moro, minacciò apertamente il Presidente della DC durante la sua visita ufficiale negli USA nel 1976 assieme al presidente della Repubblica G. Leone, per la politica del compromesso storico DC-PCI. «O si ferma tale linea politica o si pagherà a caro prezzo per questo».
Moro aveva confessato a Giovanni Galloni la sua greve preoccupazione per il fatto che affidabili e riservate notizie di intelligence avevano rivelato che CIA e MOSSAD avevano infiltrato le Brigate Rosse e temeva per la propria incolumità proprio a seguito della minaccia ricevuta dal Kissinger, dominus occulto del governo USA. Chiese anche autoveicoli blindati a G. Andreotti, ma costui affermò di non aver mai ricevuto tale richiesta.
Come sappiamo, Moro venne ucciso dalle BR, grazie soprattutto al fatto che i vertici delle Forze di Polizia e dei Servizi Segreti erano detenuti da appartenenti alla P2, la filiale italiana di Three Eyes Lodge.
Guarda caso, il segretario del PCI Enrico Berlinguer, l’altro fautore del Compromesso Storico, morì nel 1983 durante un comizio elettorale dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua, mai analizzato. Poche ore prima aveva annunciato a Giorgio Napolitano, anch’egli affiliato a Three Eyes, che sarebbe stato rimosso da Capogruppo alla Camera per il PCI e che non sarebbe mai più stato candidato nelle successive elezioni.
Dal 1992 ad oggi, Draghi è sempre stato al centro di tutte le azioni eterodirette di distruzione e disfacimento economico-sociale d’Italia.
Dalla svendita dei beni di Stato, all’ingresso nell’Eurolager costatoci 4.300 miliardi di euro, dal derivati di Stato al collasso di Monte Paschi Siena, fino alla crisi dello spread e la macelleria sociale di Mario Monti, nominato premier proprio da Napolitano.
Ora Mario Monti prende le distanze dal suo stesso operato e accusa Cancellier Draghi di essere stato il mandante dei famigerati Salva-Italia e dell’immonda riforma delle pensioni griffata Fornero.
Scrive ora Monti: “Guardando indietro a quella stagione, vi è oggi un consenso sul fatto che le politiche di bilancio volute dall’Ue e dal Fondo monetario internazionale siano state troppo restrittive e pro-cicliche, abbiano cioè aggravato la recessione in corso in quegli anni”. Ma non ci voleva molto a comprendere gli effetti nefasti di quelle politiche, del tutto prevedibili. Il 6 dicembre 2011 Il Fatto diede questa valutazione della prima manovra del governo Monti: “Centrata ancor più di quelle di Tremonti su aumenti di entrate rispetto a riforme in grado di risparmiare sulla spesa, ha conseguenze depressive pericolose, accentuate dall’essere rientrati in una fase recessiva”.
L’economia italiana, la sua capacità produttiva e la sua finanza pubblica non si sono mai completamente riprese e non hanno mai colmato il gap generato con quelle tragiche decisioni. […]
L’economia italiana non si è mai completamente ripresa e il Pil reale non è mai riuscito a tornare al livello del 1° trimestre 2011.E se nel 2011 non si fosse fatto nulla? Un’ipotesi, prudente, è una crescita economica pari alla metà di quella tedesca, come si era verificato tra la fine della recessione e la metà del 2011. Se questa condizione si fosse protratta sino al 2019, avremmo avuto nell’anno pre-pandemia un Pil nominale più elevato di 130 miliardi e un gettito fiscale maggiore di almeno 50 miliardi. Gran parte dei problemi dell’economia italiana esistenti all’arrivo del Covid derivano dalle cattive scelte del 2011, che non sembrano essere state adeguatamente imputate a chi le decise. (Ugo Arrigo, ilfattoquotidiano.it)
En passant, Draghi «il vile affarista che svenderebbe l’Italia», come lo definiva Francesco Cossiga, ha trovato il tempo di lordarsi le mani macellando Grecia e Popolo Greco, sempre usando l’arma preferita dai Dittatori: il ricatto.
Come democratico, voterei sempre contro un tecnocrate come Mario Draghi, è essenziale che noi difendiamo il diritto delle persone di scegliere chi le governa. E oltre a questo devo dire che personalmente ricordo bene quando Draghi è stato decisivo nella chiusura dei bancomat in Grecia, così da impedire che il popolo greco decidesse liberamente nel referendum in cui si decideva la posizione da tenere nei confronti di Bruxelles. Penso che ogni democratico in Italia debba opporsi al suo governo. (Yanis Varoufakis)
Oggi Draghi è stato inviato dai Poteri Marci Internazionali, la Cabala Mondiale, per fare da Terminator all’Italia.
Probabilmente Kissinger gode come un riccio, poiché Frater Draghi sta per sferrare i colpi mortali ad un’Italia ormai moribonda.
DAL DUCE AL DUCETTO
Il Popolo Italiano ha la nefasta tendenza al Servilismo. Molti Popoli sono afflitti dallo stesso virus.
Ma gli Italiani vanno oltre: sembrano avere la prurigine di appecoronarsi a 90 gradi– almeno una volta ogni cento anni – all’Uomo della Provvidenza, Mussolini un secolo fa, Draghi oggi.
Con una differenza esiziale. Mentre il Duce Mussolini metteva al primo posto le proprie ambizioni personali, legate però ai destini imperiali d’Italia, il Ducetto Draghitler mette al primo posto gli interessi immondi della Cabala Mondiale a cui egli è affiliato.
A Mussolini interessava costruire una nuova Italia, a Draghi interessa solo, come aveva rettamente preconizzato Francesco Cossiga, svendere ai suoi comparuzzi gli ultimi Beni Pubblici Italiani rimasti (come l’Acqua Pubblica) e successivamente svendere i beni privati degli Italiani e le loro stesse vite!
Credete davvero che sia vera la supercazzola del Draghi per cui la revisione degli estimi catastali servirebbe a fini statistici? Ma se da 15 anni a questa parte i dati statistici sugli immobili vengono elaborati ottimamente dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate!
Draghi vuol triplicare le rendite catastali per obbligare i proprietari di immobili a svenderli ai comparuzzi del Draghi stesso, come in Grecia, ove, a seguito dei diktat della BCE, oltre venticinquemila immobili della zona di Atene sono finiti nelle mani di un Fondo Immobiliare collegato a Soros, e il tutto al costo di un tozzo di pane.
Era il 5 agosto 2011 quando l’allora Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, insieme al Presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, scrisse la famigerata lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi in cui indicava come necessarie e ineludibili “privatizzazioni su larga scala” in particolare della “fornitura di servizi pubblici locali“.
Uno schiaffo ai 26 milioni di italianə che poco più di un mese prima avevano votato ai referendum indicando una strada diametralmente opposta, ossia lo stop alle privatizzazioni e alla mercificazione dell’acqua.
Oggi Draghi, da Premier con pieni poteri, ripropone in maniera esplicita e chiara quella stessa ricetta mediante il DDL Concorrenza approvato dal Consiglio dei Ministri giovedì scorso. La logica che muove l’intero disegno di legge, oltremodo evidenziata nell’art.6, è quella di chiudere il cerchio sul definitivo affidamento al mercato dei servizi pubblici essenziali.
Ed è proprio dal combinato disposto tra PNRR, DDL sulla concorrenza e decreto semplificazioni (poteri sostitutivi dello Stato) che il governo intende mettere una pietra tombale sull’esito referendario, provando così a chiudere una partita che Draghi ha iniziato a giocare ben 10 anni fa dimostrando, oggi come allora, di fare solo gli interessi delle grandi lobby finanziarie e svilendo strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione. […]
Facciamo appello alla mobilitazione generale, rivolgendoci alle tante realtà e organizzazioni sociali che in questi anni hanno saputo coltivare e arricchire un dibattito e una mobilitazione sui servizi pubblici locali e sui beni comuni, per ribadire insieme che essi sono un valore fondante delle comunità e della società, senza i quali ogni legame sociale diviene contratto privatistico e la solitudine competitiva l’unico orizzonte individuale. (
Insomma, dove hanno fallito Licio Gelli e Matteo Renzi, ha invece successo il Gauleiter dei Fascio-Filantrocapitalisti Mario Draghi; presto la nostra Acqua finirà nelle mani di un’altra Megacorporation comparuzza, la Nestlé.
Esattamente come successo per Autostrade per l’Italia, con tariffe che aumentavano ogni anno ma nessuna manutenzione veniva effettuata (cfr. ex plurimis il crollo del Ponte Morandi a Genova), la Nestè si sta impossessando di tutte le riserve idriche del Mondo, triplicando le tariffe e spesso erogando dai rubinetti qualcosa di simile ad una broda marrone.
La democrazia e il fascismo. Da troppi anni in Italia si formano governi che non rispettano il risultato delle elezioni politiche; il popolo vota in una direzione e nascono governi di segno opposto. È normale? Un tempo si usavano altri metodi: una “bella” marcia su Roma e si risolveva il problema. Oggi non è più tempo di marce e il dominio del ceto plutocratico s’esprime in abiti civili attraverso la nomina calata dall’alto, per es., di un banchiere.La crisi della democrazia è evidente anche nel modo in cui si esercita il potere: insomma, un tecnico come Draghi che bypassa i partiti, li ignora, li lascia parlare a vuoto e procede dritto verso l’obiettivo, non è più un tecnico (di cui la politica si serve) ma un capo che sottomette i politici e i partiti. Lungi da me l’idea di difendere Salvini (ho detto sopra cosa penso di lui), ma che Draghi presenti mezz’ora prima ai suoi ministri un importante testo da votare in Consiglio, è cosa che non sta né in cielo né in terra. Faceva così il duce coi suoi ministri (a proposito di Ventennio). E dunque e ancora: non è errato parlare, oggi, di forme light di fascismo eterno. (Angelo Cannatà, “Meloni, Salvini, Draghi e ‘il fascismo eterno’ di Umberto Eco”, micromega.net)
In cento anni siamo passati da un Duce a un Ducetto, da un Capo a un Capetto, ma sempre di Fascismo, rectius di Ur-Fascismo il Fascismo Eterno, parliamo.
Il governo Draghi rappresenta un punto costituente, un discrimine del sistema politico, sociale e culturale del paese. Durante e dopo questo governo nulla sarà come prima, a maggior ragione perché la pandemia a sua volta ha determinato un punto di svolta. Siamo stati abituati a convivere con la strage come durante la guerra, a considerare le persone sacrificabili nel nome dell’interesse comune di non fermare il paese. Il guasto sulla morale collettiva è diffuso e solo un riscatto profondo, un ribaltamento di valori rispetto a quelli oggi dominanti, potrà invertire la rotta che oggi porta ad un egoismo sociale ed umano dilaganti.
Il governo Draghi rappresenta il punto conclusivo di un percorso conservatore e reazionario di trent’anni, che ha modificato strutturalmente il nostro paese. Questo percorso si è sviluppato su tre direttrici fondamentali. Quella economico sociale, con il dominio crescente di una borghesia multinazionale che ha fatto dell’Unione Europea il suo strumento di potere e di egemonia.
È stato smantellato il sistema dell’industria pubblica e delle politiche industriali e lo stato e le conquiste sociali sono stati sottoposti a una brutale revisione in senso liberista. Il diritto del lavoro è stato sottomesso all’impresa e la flessibilità e la precarietà sono diventate le condizioni dominanti. L’Italia ha smontato la sua costituzione materiale e ha distrutto sostanzialmente l’avanzamento sociale dei decenni precedenti. Oggi il nostro paese, tra quelli ricchi, è uno dei più esposti alla globalizzazione e alla ferocia dei mercati internazionali.
Sul piano culturale il lavoro combinato del berlusconismo e del liberismo di centro sinistra ha affermato un individualismo proprietario, egoista, sopraffattore, che è diventato l’anima dominante del nostro paese. […]
La stessa Costituzione della Repubblica non può più essere utilizzata come modello perché profondamente devastata da tutto l’armamentario politico giuridico liberista che l’ha concretamente resa inattuabile. La Costituzione della Repubblica non c’è più, da tempo sul piano sociale e ora anche su quello del sistema politico. I suoi principi suonano come parole vuote, buone a volte per l’ipocrisia dei governanti; parole di cui vale soprattutto sottolineare il contrasto con la realtà della politica e dell’economia dominanti. (Giorgio Cremaschi, “C’è una sola alternativa: quella al sistema Draghi”, micromega.net)
Una Costituzione devastata in primis da chi da lustri e lustri avrebbe dovuto difenderla e invece si è stravaccato sulla poltrona, mentre avrebbe avuto il dovere etico, morale e politico di battersi con la veemenza e l’energia di un San Giorgio contro il Drago.
Lo ripeteremo all’infinito: grazie alla Pandemia Programmata di Coronavirus abbiamo imboccato la strada verso uno Stato di Eccezione di tipo Hitleriano. L’Emergenza non è mai stata fine a se stessa. Il fine dello Stato di Emergenza era la Dittatura Attuale, guidata dal Cancellier Draghi e dalla sua Kakistocrazia!
Ma vedi tu…mi viene voglia di baciarlo… 🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝🔝❤️❤️❤️ pic.twitter.com/tPyOy7Zupb
— Ele3 (@Elewhatelse3) November 9, 2021
Cronaca di un potere allo sbando, deciso solo in una azione: pregiudicare sempre più i diritti fondamentali, chiudere e richiudere, obbligare, vietare…
A questo punto, dopo due anni in cui lo Stato formalmente democratico si è via via involuto in Stato d’emergenza, d’eccezione e infine concentrazionario, è il momento di tirare le somme. I giornali ripescano, e sembrano celebrare il più allucinante trionfo eterno ritorno, titoli di un anno fa annunciando misure restrittive “per salvare il Natale”, ad onta dei 50 e passa milioni di vaccinati completi; i 7 milioni che non hanno provveduto vengono sommariamente liquidati come una congiura di fanatici o di lunatici. Ma è difficile credere ad un virus della logica che, solo in Italia, infetti moltitudini di cittadini fino a ieri normali.
La realtà è diversa e sta in una ragione molto semplice: chi non si fida non è necessariamente abbonato al complottismo quotidiano, ma ha abbondanti ragioni per non fidarsi. Anzitutto, di governi che si palleggiano una inerzia letale. Abbiamo assistito, dapprima confusi, poi sgomenti, allo spettacolo di un Esecutivo del tutto impreparato, sfornito di un piano pandemico aggiornato, incapace nell’applicare almeno quello datato, ostinato nell’assenza di qualsivoglia strategia con cui diversificare le profilassi, arroccato nell’incredibile e stragistica rassegnazione della “tachipirina e vigile attesa”; un potere allo sbando, deciso solo in una azione: pregiudicare sempre più i diritti fondamentali, chiudere e richiudere, obbligare, vietare. […]
Infine, lo scenario più sconcertante e allarmante: la sistematica violazione del diritto a manifestare, gli idranti sui portuali inermi, Trieste trasformata in Berlino est, i contestatori pacifici e isolati tenuti in Questura per ore, le avvisaglie di uno Stato di polizia per i refrattari, mentre i casinisti manovrati dall’agenda globalista, dalle vestali dell’ambientalismo alle sentinelle della legge Zan, fino ai molluschi dei rave party, vengono ampiamente tollerati fino a venire scortati. Non di meno, siamo costretti a subire l’afflusso incontrollato di sempre più migranti irregolari, privi di qualsiasi titolo, nell’apparente ma forse non innocente inerzia del ministro di Polizia debitamente blindato dal Quirinale e da Palazzo Chigi. […]
Gli appelli al raziocinio e alla presa di coscienza da intellettuali come Capezzone, filosofi come Agamben e Cacciari, giornalisti coraggiosi come Giordano e Porro, testate come La Verità che è forse l’unica oasi non allineata, sono importanti come lo sono le luci nel buio della ragione, ma andrebbero anche ascoltati. Perché non è decentemente possibile continuare a rimettersi alla saggezza di uno e alla volontà calata dal cielo di una Eurocrazia che dimostra ogni santo giorno di tenere l’Italia in sommo disprezzo, di lavorare per grecizzarla a qualunque costo.(Max Del Papa, “Uno Stato indegno di qualsiasi fiducia: un bilancio del Biennio 20-21 (e non è finita)”, atlanticoquotidiano.it)
Ci libereremo presto dallo Stato di Eccezione totalitarista guidata dal Cancellier Draghi e dal Quarto Reich – UE, nato come Araba Fenice dalle ceneri del Terzo Reich Hitleriano?
Temo che non sarà evento né veloce, né facile da conseguire.
A dispetto della speranza espressa da Marco Travaglio, che potremmo a breve liberarci dalla Dominatrice Draghi.
Di seguito le dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti, che sarebbero state inaccettabili ai tempi della P2, visto che vagheggia lo stesso sistema politico autoritario e antidemocratico tratteggiato da Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica.
“Mario Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale”: così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti a Bruno Vespa per il libro Perché Mussolini rovinò l’Italia (e perché Draghi la sta risanando) in uscita il 4 novembre per Mondadori Rai Libri. “Già nell’autunno del 2020 le dissi – dichiara Giorgetti a Vespa – che la soluzione sarebbe stata confermare Sergio Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi.”
E il governo? “Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole“. (www.repubblica.it)
Subito i plaudentes si sono levati a scatto, applaudendo istericamente la proposta, con potenza di tuono e come neanche Achille Starace sarebbe riuscito ad ottenere in una delle sue Adunate Oceaniche.

Oggi è comune prassi giornalistica chiedere che venga platealmente violato il Dettato Costituzionale che, quando studiavo, era considerato inviolabile e quasi sacro!
Ed è soprattutto grazie alle decine di milioni di beote pecore panglossiane italiane che il Dittatore in pectore Mario Draghi si sta trasformando in Dittatore de facto. Sotto scroscianti applausi.
Ogni cent’anni i nostri compatrioti sono colti dall’irrefrenabile desiderio di credere, obbedire e combattere. E poco male se il macigno della fede li porta a chiedere che su chi non nutre la stessa fede si passi sopra con manganelli ed autoblindo. Sarà forse peccato? Che importa; per dirla con Lutero: “Pecca fortemente, ma credi ancora più fortemente”. (Andrea Zhok)
Non dimentichiamo che il Fascismo di Ritorno Draghista è alimentato da Media parafascisti come La7 e dai giornaloni finanziati dalla Destra Padronale Fascista. Perché l’Italia è sempre stato il Laboratorio Politico del Capitalismo Fascistico e Totalitario:
L’aspetto più inquietante è che questa propaganda martellante, fatta di terrore per la quarta ondata da un lato e dall’altro discussioni sulla proroga dello stato d’emergenza, è presente solo nei media italiani. A giudicare dalle prime pagine degli altri quotidiani europei, si direbbe che siano interessati ad altri argomenti più che il Covid. Due le spiegazioni possibili. Una è machiavellica, ai confini del complottismo: in Italia, fino alle elezioni del prossimo presidente della Repubblica, abbiamo bisogno di uno stato d’emergenza che congeli il dibattito democratico. Dunque il vaccino sarebbe il pretesto, ma il fine è lo stato d’emergenza. L’altra è psicologica: ormai abbiamo avviato, con la campagna vaccinale, uno sforzo collettivo che si alimenta con la sua stessa retorica. Come per la battaglia del grano fascista, come per le quote di acciaio sovietiche, come per il Grande balzo in avanti cinese, la campagna vaccinale è un fine in sé, da raggiungere a tutti i costi, premiando chi supera le quote prestabilite e, al tempo stesso, punendo recalcitranti e “disertori”.
Qualche patriota sanitario dirà, però, che noi siamo gli unici che lanciamo l’allarme quarta ondata, perché “siamo come sempre i primi ad arrivarci in tutto il mondo, gli altri ci prenderanno ad esempio”, come per il lockdwon. (Come per il fascismo).(Stefano Magni, atlanticoquotidiano.it)
Il primo comma dell’articolo 1 della Costituzione così recita: «L‘Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro».
Ora, se persino il lavoro viene sottoposto alla condizionalità collettivistica e al surrettizio ricatto del possesso di un Green Pass, diventa chiaro come la Costituzione Italiana non sia stata solo violata, ma addirittura violentata e calpestata. D’altro canto, Eugenio Montale, l’autore di “Ossi di Seppia”, venne sospeso da ogni attività lavorativa perché non era in possesso della Tessera del Partito Nazionale Fascista, una Tessera di colore verde.
Green, appunto.
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Grande grande grande.
Tutto vero