
OLOCAUSTO A DRESDA
I motivi che indussero Churchill a bombardare Dresda erano ufiicialmente irreprensibili: l’obiettivo era quello di “distruggere le comunicazioni” in previsione dell’arrivo dell’armata rossa, ma in realtà erano altri.
Non erano presenti a Dresda concentrazioni di truppe tali da destare preoccupazioni ed inoltre non c’erano fabbriche di armamenti o di materiale strategico.
L’INUTILE BOMBARDAMENTO DI DRESDA
Fu un bombardamento inutile. Di lì a pochi giorni la guerra sarebbe finita.
Bruciava, inoltre, a Churchill e ad Arthur Harris, il Maresciallo dell’Aria della RAF – soprannominato il Bombardiere – di non avere altre occasioni di usare il loro videogioco di morte e distruzione.
IL MASSONE CHURCHILL, UN CRIMINALE DI GUERRA
Si trattava, in realtà, di un vile e turpe eccidio di massa di cui il primo a rendersene conto era lo stesso Churchill.
Ecco, al riguardo, il commento di Desideri-Themelly (“Storia e Storiografia – il Novecento dall’età giolittiana ai giorni nostri”, ed. D’Anna), «Non a caso W. Churchill, nella sua documentata Storia della Seconda Guerra Mondiale, non fa parola della tragedia di Dresda».
DRESDA ERA SOLO UNA CITTÀ DI SFOLLATI
Quello che si voleva era, in realtà ammonire i Sovietici, attuali alleati e futuri nemici, sul rischio di sfidare la potenza del Comando dei Bombardieri Britannico, in grado di radere al suolo anche Mosca, se fosse stato necessario.
Churchill ordinò che venissero usate anche bombe incendiarie, le criminali e micidiali bombe al fosforo e al magnesio, usate ultimamente dagli americani a Fallujah, per provocare il maggior numero possibile di vittime tra i civili.
HARRIS, IL BOMBARDIERE FELICE
L’attacco fu ordinato ad Harris. Si narra che, fermato ad un posto di blocco per eccessiva velocità, al poliziotto che lo apostrofava duramente perché, a causa della sua condotta di guida, avrebbe potuto uccidere qualcuno, questi si vantasse orgoglioso e ghignante, “Figliolo, io ogni notte uccido migliaia di persone”, gelando l’interlocutore.
Churchill, l’eroico vincitore della seconda guerra mondiale aveva dato precise disposizioni che «ogni sera, come un’ossessionante litania, lo speaker della BBC annunciasse che 1000 bombardieri della Royal Air Force erano andati a seppellire sotto le rovine una nuova città tedesca».
E che il contro-iniziato Churchill avesse un atteggiamento disinvolto nei confronti dei bombardamenti terroristici di civili è dimostrato da una sua incredibile dichiarazione, «Adesso vanno di moda, come portare un abito lungo o corto».
IL BOMBARDAMENTO DEI CIVILI
L’inumana strategia di bombardamenti dei civili, beninteso, fu iniziato dai Nazisti, su Rotterdam e Coventry, ma gli Alleati seppero raggiungere vette di eccellenza in questo campo.
Venne scelta, per seminare la morte tra la gente inerme, la sera del 13 febbraio 1945, Martedì Grasso, con le gente in piazza per festeggiare la ricorrenza e dimenticare per una notte la guerra, non essendo Dresda obiettivo militare e piena come era di sfollati ed ospedali aperti ai feriti delle altre città.
Dresda era, pertanto, tutto fuorché un obiettivo strategico e tale fatto era perfettamente conosciuto dall’intelligence britannica.
Alle 22 inizia la danza demoniaca, 200 bombardieri Avro Lancaster della RAF sganciarono migliaia di bombe incendiarie ed esplosive.
All’una di notte, quando i pompieri e le squadre di soccorso erano impegnati per il soccorso, altri 500 bomberdieri Avro Lancster e De Havilland Mosquito ripeterono l’operazione, con bombe al fosforo per bruciare viva il maggior numero possibile di civili. Il giorno successivo, da mezzogiorno in poi, toccò all’aviazione statunitense, con oltre 1300 B-17 in quattro ondate successive, che sganciarono 4000 tonnellate di bombe esplosive ed incendiarie.
L’intero bombardamento durò oltre 14 ore.
Le temperature superarono i 1500° C. Lo spostamento repentino di aria calda verso l’alto provocò la formazione di venti che dopo meno di un’ora divennero un vero ciclone di 300 Km/h che travolgeva gli abitanti, spingendoli nell’orrida pira funeraria.
CADAVERI E VIVENTI VENIVANO RISUCCHIATI NEL MOLOCH DI DRESDA
Mario Silvestri ne “La decadenza dell’Europa occidentale” così descrive la scena apocalittica:
Le decina di migliaia di incendi si fusero in una sola gigantesca fiammata; dalla periferia un vento artificiale, sempre più violento, puntò verso il centro, infuocandosi e raggiungendo una velocità di 300 chilometri all’ora; chi si trovava all’aperto, sparì trascinato nel cielo; a terra, intanto, tutto bruciava con tale violenza che venne meno l’ossigeno necessario alla respirazione.
H. Michel, ne “La Storia della seconda guerra mondiale” dà questo quadro di Dresda:
Si verificarono scene atroci, i cadaveri si carbonizzavano in un mare di fuoco, ammassi di sangue, carni e ossa indicavano che grappoli umani si erano confusi assieme alla ricerca di un illusorio riparo. Il tutto praticamente senza perdite per gli attaccanti.
IL FUMO DEI CAVAVERI BRUCIATI E DELLE CASE RAGGIUNSE LE TRE MIGLIA DI ALTEZZA
Il fumo raggiunse le tre miglia di altezza.
Alcuni aviatori dell’ultima ondata della notte riferirono dell’orrendo lezzo di carne umana bruciata che aveva raggiunto le loro cabine a migliaia di metri da terra.
Gli americani, arrivati il giorno successivo per macellare definitivamente i sopravvissuti agonizzanti, si videro arrivare addosso, ad ottomila metri di quota, resti umani e travi fumanti spinti fin là dalle correnti ascensionali.
Per completare l’opera di demoniaco massacro di civili inermi, gli eroici aviatori alleati bombardarono Dresda ancora il 2 marzo ed il 17 aprile, con ancora altre migliaia di tonnellate di esplosivo e materiale incendiario.
Non si poteva correre il rischio di lasciare ai Sovietici qualcosa di interessante…
I testimoni a terra lo descrivono come il vero inferno che i papalini affermano esistere solo in una realtà metafisica che, ovviamente, non riescono a descrivere.
L’INFERNO DI DRESDA
Il calore sciolse a terra i civili come gomma vulcanizzata, tanto che in alcune zone, si dovettero usare alti stivali di gomma per camminare in quell’appicicoso e molle crogiuolo di materiale umano sciolto.
Migliaia di civili in fiamme dovettero gettarsi nell’Elba sperando di salvarsi, ma una volta usciti dall’acqua il magnesio e il fosforo riprendevano ad ardere, trasformando bambini, donne e uomini in torce umane.
Le SS e i militari tedeschi furono costretti ad uccidere a fucilate i propri compatrioti in fiamme, intrisi di materiale piretico, per ridurre le loro immense sofferenze
I resti della città bruciarono per una settimana intera, senza alcuna possibilità di spegnere l’incendio o soccorrere gli abitanti.
KURT VONNEGUT JR. ERA A DRESDA
Alla fine le vittime furono enormemente superiori a quelle di Hiroshima e Nagasaki messe insieme.
Lo scrittore americano Kurt Vonnegut Jr., scomparso recentemente, autore di “Mattatoio n. 5″ e prigioniero nei pressi Dresda, affermò che i morti furono circa 130.000, tra cui migliaia di prigionieri di guerra alleati.
August Kuklane stimò, invece, in 600.000 il numero di morti in quello che divenne tristemente noto come il “mercoledì di cenere”, ma il numero esatto non potè mai essere stabilito a causa dell’elevato numero di sfollati non registrati.
È comunque entrato nella Storia come il più grande genocidio compiuto in un solo episodio. Ai nazisti furono necessari anni per trucidare 6 milioni di innocenti Ebrei.
Al dinamico duo Churchill-Harris bastò una sola notte per provocare 600.000 vittime tra uomini, donne, bambini e feriti. Di cui migliaia erano prigionieri di guerra inglesi e americani.
MILANO SAREBBE STATA ARSA COME DRESDA
Questo trattamento inumano e demoniaco, in un primo momento, era previsto per la città di Milano, ma le vicende post armistiziali, con l’Italia divenuta nazione cobelligerante, mutò, per fortuna dei milanesi, gli orridi piani del Comando bombardieri britannico.
In questo filmato, alcuni effetti del bombardamento.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=p-3VzHqtCLE
I DUE MACELLAI CHURCHILL-HARRIS
Il dinamico duo Churchill- Harris non era certo nuovo ad imprese del genere.
In precedenza avevano ordinato il macello di 45.000 civili (nella maggioranza donne) ad Amburgo, ma avevano iniziato ad affinare le loro tecniche fin dal 1919.
La RAF nel 1919 aveva preso a bombardare il Kurdistan iracheno.
Harris aumentò il numero di rastriellere per il trasporto di bombe ai suoi Vickers Vernon, trasformandoli nei primi bombardieri pesanti britannici.
Gli occhi gli brillavano di infinita eccitazione quando declamava con voce monotona che, «gli arabi e i curdi ora sanno cosa significa un vero bombardamento in termini di vittime e distruzioni».
In quarantacinque minuti un intero villaggio può essere praticamente cancellato e un terzo dei suoi abitanti possono essere uccisi o feriti”.
La RAF si vantava orgogliosamente di possedere armi chimiche da utilizzare in “via sperimentale” contro gli “arabi recalcitranti”, malgrado fossero già vietate dalle vigenti convenzioni internazionali.
Felicissimo della cosa, Winston Churchill, commentò:
Sono fortemente favorevole all’uso di gas velenosi contro tribù incivili… Non è necessario usare i gas più letali: si possono usare gas che creano gravi disturbi e possono produrre acuto terrore anche se non lasciano effetti permanenti sulla maggioranza di coloro che ne sono toccati.
IL BOMBARDIERE HARRIS VIENE NOMINATO SIR
Harris, per i meriti acquisiti sul campo, venne persino nominato Baronetto.
Addirittura,nel 1992, venne eretta una statua in suo onore all’esterno della Chiesa di St. Clement Danes. La cerimonia di inaugurazione venne presenziata dalla Regina Madre, che rimase sorpresa e disgustata per le immediate e giuste proteste organizzate contro la commemorazione di cotale criminale.
La scritta voluta dalla Corona fu: “La Nazione ha verso Loro un immenso Debito”.
Tuttora la polizia deve presidiare la statua per impedire graffiti e scritte di protesta.
Al massone contro-iniziatico Churchill andò ancora meglio. Oltre ad essere insignito – immeritatamente – di decine di medaglie e titoli onorifici, tra cui il Nobel, ricevette il riconoscimento unanime di massimo Statista Inglese del XX Secolo.


Fine dell’articolo
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Non credo sinceramente che la massonica Unione Sovietica, in mano ai banchieri Americani dopo la falsa rivoluzione bolscevica, fosse la scusa di tale massacro. Se dovessi trovare una motivazione la troverei in un “semplice” sacrificio satanico.
La correggo su di una cosa, non ci fu genocidio ebraico in Germania da parte dei Nazisti, di certo non erano 6 milioni gli ebrei in Europa, perché questi si erano contati prima della guerra per chiedere “piangendo” soldi come carità verso appunto i 6 milioni di ebrei che erano (secondo loro) in situazioni drammatiche in Europa (ripeto pre guerra, pre nazzismo).