
ISHTAR O ECATE?
La Dea Isis è conosciuta con svariati nomi. Ishtar, nel mondo accadico, Inanna, la controparte sumera. E’ conosciuta anche come Astarte (derivante da Asherah), Hathor, Ostara, Cibele, Iside, Freya, Afrodite e Venere. E’ la Dea dell’Amore, della Fertilità da un lato e demone della Guerra e della Tempesta dall’altro. E’, in ultima istanza, la Dea Madre, la Dea della Luce.
Altro nome dato alla dea è Ki (Borger 2003 nr. 737; U+121A0 ) che nella scrittura cuneiforme rappresenta la “terra”. Come Dea della Terra Ki, nella mitologia sumera, era la principale consorte di An, il Dio del Cielo. Dalla loro unione nacquero gli Anunnaki.
Ishtar-Inanna era la Dea protettrice della città di Uruk (Erech nelle fonti bibliche), costruita nel 4000 a.C., in Arabo, Warkā, la “città delle sacre cortigiane”, legata alla prostituzione sacra ed alla sessualità rituale, città da cui deriva il nome dell’attuale Irak.
Ishtar etimologicamente deriva dall’accadico TAR, cerchio, giro, circolo, strada e ISHA, Signore, Signora, Dio, Dea. Pertanto il significato è la Dea del Cerchio della Vita, cioè la Dea dello Zodiaco (dal greco ZOE vita, e DIAKOS, ruota), e quindi, dell’Universo, essendo lo Zodiaco, a quei tempi, l’Enneagramma dell’intero Universo. Un’interpretazione avvalorata dal fatto che in sanscrito ISHA significa “Signore (Signora) di tutti gli Esseri”
Con il passaggio dalla civiltà accadica a quella assiro-babilonese, il centro del culto si spostò da Uruk a Ninive, il luogo dove, appunto, apparve per la prima volta Isais al Templare Koch.
ECATE
Un’altra divinità collegata alla Grande Madre è Ecate, una divinitàpsicopompa, originaria della Tracia, spesso raffigurata con torce in mano (la Statua della Libertà è una rappresentazione di Ecate). Era associata ai cicli lunari, come Diana e spesso rappresentata con tre corpi o accompagnata da cani ululanti in quanto protettrice dei cani (si noti il legame con la carta della luna nei tarocchi con i cani che ululano in direzione della luna) ed è bisessuata, possedendo i principi generativi sia maschile che femminile.
Come Diana, Ecate è la divinità degli incantesimi e delle streghe. Come dea della magia trova corrispondenza nella Dea romana Minerva, il cui animale sacro è la civetta e talvolto il gufo, i cui occhi e bocca rappresentano il phi, la sezione aurea o numero di Fidia.
Dana, la Diana celtica, ebbe una figlia, Aradia, il messia, giunta sulla Terra per rivelare agli oppressi la stregoneria, come mezzo di resistenza e rivoluzione contro le Forze del Male:
Diana fu creata prima di tutta la creazione; in lei c’erano tutte le cose; fuori di lei, la prima oscurità, si divise: fu separata in lice e oscurità. Lucifero, suo fratello e figlio, se stessa e la sua altra metà, fu la luce. Quando Diana vide che la luce era così bella, la stessa luce che era la sua altra metà, suo fratello Lucifero, la bramò con ardente desiderio. E volendo ancora ricevere la luce nella sua oscurità, la inghiottì in estasi, con passione e tremò di voluttà.
Questo desiderio divenne l’Alba. Ma Lucifero, la luce, scappò da lei e non volle cedere alle sue brame: egli era la luce che volava fino ai punti più lontani del cielo, il topo che fugge davanti al gatto. Allora Diana andò dal padri dei riti, e si lamentò con loro che non poteva vincere Lucifero. Essi l’apprezzarono per il suo coraggio e le dissero che per risorgere doveva prima cadere; per porsi a capo delle dee doveva diventare mortale. E nelle ore passate, al tempo dei tempi, quando fu creato il mondo, Diana venne sulla terra, come pure fece lucifero, che era caduto, e Diana insegnò la mia e la stregoneria da cui derivarono le streghe, le fate e i folletti, che sono come gli uomini, ma non sono mortali.
Accadde che Diana assunse sembianze di un gato. Suo fratello aveva un gatto che prediligeva tra tutte le creature e che dormiva ogni notte nel suo letto, un gatto più bello di ogni creatura. era una fata, ma lui non lo sapeva. Diana convinse il gatto a scambiarsi con lei; cosicché ella giacque con suo fratello e così per mezzo di Lucifero divenne madre di Aradia. Ma quando al mattino scoprì di essersi congiunto con sua sorella e che la luc eer astata conquistata dall’oscurità, Lucifero divenne una furia; ma Diana gli cantò un incantesimo, una potente canzone – ed egli rimase in silenzio – la canzone della notte che placa e fa dormire; così egli non potè dire nulla.
(Charles Godfrey Leland, “Aradia e il Vangelo delle Streghe”, Centro Editoriale Rebis, Viareggio, 2004
DALLE SOCIETÀ MATRILINEARI AL DIO UNICO
OSTARA
La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita, coincidente con l’equinozio di primavera. Nell’antichità, per l’occasione, le Vestali celebravano un particolare rito che involveva l’accensione di un cero simboleggiante la fiamma eterna dell’esistenza. Il cero, all’interno dei templi dedicati alla dea, veniva spento solo all’alba del giorno seguente.(Wikipedia)
Nella (forzata) catena di assimiliazione tra Ishtar e Forze Demaniache, è da notare il collegamento fatto da alcuni mitologi tra Ishtar e Lilith.
LILITH
Chi è Lilith?
Lilith è il demone femminile della religione mesopotamica associato alla tempesta, ritenuto portatore di disgrazia, malattia e morte. La figura di Lilith appare inizialmente in un insieme di demoni e spiriti legati al vento e alla tempesta, come è il caso nella religiosità sumerica di Lilitu, circa nel 3000 a.C. Vari studiosi datano l’origine verso il 700 a.C.[1]. Lilith compare nell’insieme di credenze dell’Ebraismo come un demone notturno, ovvero come una civettache lancia il suo urlo nella versione della cosiddetta Bibbia di re Giacomo. Secondo la tradizione della cabala ebraica, invece, è il nome della prima donna creata, prima compagna di Adamo e precedente a Eva. La sua figura, delineata nel Medioevo, risale a miti e leggende antiche della Mesopotamia. Nell’immaginario popolare ebraico è temuta come demone notturno capace di portare danno ai bambini di sesso maschile e caratterizzata dagli aspetti negativi della femminilità: adulterio, stregoneria e lussuria.. (Wikipedia)
ANCHE ASHTAR SHERAN…
In questa infinita pletora di errate o dubbie interpretazioni, anche Ashtar Sheran, il mitico comandante della fantasiosa Flotta Intergalattica della Federazione di Luce che sarebbe entratto in comunicazione con alcuni contattisti – come Van Tessel – fin dalla metà del secolo scorso, sarebbe da associare “etimologicamente” ad“Astarotte” e, quindi, sarebbe l’ultima personificazione del demone.Un’interpretazione che denota, in chi la esegue, vaghezza di competenze etimo-filologiche.
Ridicolo.
LA DISCESA DI ISHTAR NEGLI INFERI
E’ un racconto della mitologia mesopotamica che deriva dall’analogo testo accadico. Vi si narra che Ishtar, arrivasse all’ingresso degli Inferi, chiedendo a gran voce che le venisse aperto. La Signora dell’Oltretomba, Ereshkigal, sorella e nemica di Ishtar, approfittò dell’occasione per trarla in trappola.
La Dea venne condotta davanti alle sette porte dell’Inferno dovendo spogliarsi di un velo prima di varcare la soglia di ognuna di esse, fino a rimanere nuda (“danza dei sette veli”).

L’infida sorella, avendo Ishtar davanti a sè, ne ordinò la morte, mandandole addosso sessanta malattie.
Il Dio Enki, per riportare la vita sulla Terra, mandò il pastore Tammuz per sedurre Ereshkigal e condurre seco Ishtar, risvegliata dalla morte.
Dopo altre traversie, Ishtar, ormai putrefatta, venne innaffiata con l’acqua della vita per una nuova nascita e rigenerazione, ma Tammuz rimase negli Inferi, potendo tornare in vita solo una volta all’anno per celebrare insieme ad Ishtar i riti della Rinascita.
I sette veli rappresentano i sei pianeti principali (più la Luna) del sistema solare, nonché i sette chakra principali del corpo umano.
Ciò che maggiormente interessa, nel mito di Ishtar – la Dea per antonomasia – è la via iniziatica, le sette porte che Ella deve attraversare, liberandosi degli orpelli inutili della vita materiale, finchè, senza alcun peso, attraverso lamorte iniziatica, rinasce rigenerata, avendo acquisito una Conoscenzasuperiore rispetto alla vita precedente e potendo iniziare un nuovo ciclo con una Sofia e poteri infinitamente più elevati rispetto a quelli di cui era dotata nel ciclo precedente.
ISIDE
La stella ad otto punte è legata alla Dea. Infatti Essa è associata al pianeta Venere – i Babilonesi chiamavano il pianeta Ishtar – e il motivo discende dal fatto che “Venere può essere visto, in rare occasioni, al mattino (prima dell’alba) e alla sera (dopo il tramonto) nello stesso giorno. Questo avviene quando Venere è alla massima separazione dall’ecletticae nello stesso momento alla congiunzione inferiore; il fenomeno si ripete con un ciclo di otto anni. In queste condizione il pianeta può essere visto due volte nello stesso giorno in un solo emisfero (Nord o Sud); l’evento più recente nell’emisfero nord è avvenuto il 29 marzo 2001 e nell’emisfero sud il 19 agosto 1999.” (Wikipedia)
Nell’antico Egitto la Dea era conosciuta come Iside, dea della rinascita e dell’immortalità e il suo simbolo era la rosa a otto petali. Difatti, il numero otto è legato alla rigenerazione-rinascita, ed è da aggiungere, sempre in riferimento al numero otto, che Castel del Monte, secondo alcune leggende, sarebbe stato costruito con una pianta ottagonale perché avrebbe custodito il Graal.
Il simbolo che rappresenta Ishtar è la stella ad otto punte e, come afferma Michael Baigent (autore de “Il Santo Graal”) in “Cielo di Babilonia” (Marco Tropea Editore, 2003), le Chiese a otto lati costruite dai cavalieri Templari costituirebbero la rappresentazione simbolico-esoterica della Grande Dea.
LA DEA E IL GRAAL
Alla Dea è, infatti, connesso anche il Graal: “Le leggende dei cavalieri alla ricerca del Graal perduto erano in realtà storie di ricerche proibite per ritrovare il femminino sacro perduto. I cavalieri che affermavano di «cercare il calice» parlavano in codice per proteggersi da una Chiesa che aveva soggiogato le donne, bandito la dea, bruciato i non credenti e proibito il rispetto pagano per il femminino sacro“. (Dan Brown, Il Codice da Vinci, p.280)
Papa Giovanni Paolo I affermò, durante l’Angelus del 10 settembre 1978 affermò che, “Dio è papà, più ancora è madre”. Tale dichiarazione teologica non piacque ai vertici vaticani, come non piaceva la volontà del Papa di fare pulizia all’interno del Vaticano e dello IOR.
Dopo appena 33 giorni di pontificato, Albino Luciani morì.
Su queste basi, sei anni dopo la morte di Luciani, il giornalista investigativo britannico David Yallup pubblicò il best-seller «In nome di Dio», dove esponeva la tesi secondo la quale la morte sarebbe da attribuirsi ad avvelenamento, probabilmente ad azione cardiaca (del tipo della Digitale), e il delitto sarebbe riconducibile ad ambienti massonici deviati, legati alla P2 di Licio Gelli. L’elezione di Luciani avrebbe scontentato parecchi esponenti della gerarchia e degli ambienti vaticani. Tra questi, monsignor Marcinkus, che fino all’ultimo istante sperò nell’elezione di un altro candidato, Giuseppe Siri esponente dell’ala tradizionalista e delfino di Pio XII.
È inoltre documentato che una religiosa tedesca, suor Erika Holzach, già segretaria del professor Feiner, teologo e perito al Concilio, affermasse di essere stata scelta da Dio, negli ultimi anni della sua vita, per ricevere “visioni” riguardanti eventi ecclesiali importanti. Giovanni Paolo I sarebbe apparso più volte nelle visioni di Suor Erika.
La religiosa, scomparsa nel 1987, “vide” la morte di Papa Luciani, senza essere a conoscenza del libro di Yallop. (wikipedia)
Secondo Zecharia Sitchin, tutte queste divinità femminili, del tutto omologhe anche del punto di vista lessicale, rappresenterebbero la stessa figura, un’entità Annunaki, responsabile della creazione dell’homo sapiens tramite tecniche di ingegneria biogenetica. E’ un’Entità conosciuta in tutti i miti e le leggende terrestri come apportatrice di LUCE-ILU e creatrice di vita, capace di trasmutare alchemicamente la materia inerte, apparentemente senza vita, in Vita (pietra filosofale).
L’incredibile longevità di questa Entità le avrebbe permesso di sintetizzare e rielaborare generazioni umane nell’arco di migliaia di anni, in un infinito ciclo di morte e rinascita, divenendo la Dea Madre-Dea Terra per antonomasia.
Alcuni aspetti e modalità della Religione di Ishtar vengono recuperati nella leggenda biblica di Salomè, ovviamente per gettare discreditato sulla Dea, mistificazione inevitabile considerando la forte carica sessuofobica e la misoginia che permeano le Religioni maschili Ebraico-Cristiane e l’immensa fede e devozione che in passato le genti di tutte le nazioni hanno sempre riposto in Ishtar-Inanna.
ISHTAR E MADONNE NERE
Evidente il connubio tra Ishtar, Grande Madre e Madonne Nere.
Altro carattere che permette di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde eredi, è poi la ripetizione di specifici attributi iconologici esimbolici che ne richiamano l’orizzonte originario.
Ad esempio:il dominio sugli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar, la cerva di Diana e il serpente ctonio della dea cretese;
l’ambientazione tra rupi (o in caverne, a ricordare il carattere ctonio della divinità originale) e boschi, o presso acque;
il carattere e i culti notturni.
Anche nel mutare delle religioni, la memoria della divinità arcaica, “signora” di luoghi o semplicemente di bisogni umani primari, si mantenne e si trasmise lungo le generazioni, dando luogo a culti forse inconsapevolmente sincretistici (le cui ultime propaggini possono essere considerate, ad esempio, le molte Madonne Nere venerate in Europa).” (Wikipedia, voce Grande Madre)La dea-nera, in realtà, è il sole nero, quel sole di cui Akhenaton tentò di riportare il culto e la consapevolezza. Il sole nero è l’ipostasi dell’immanifesto, dell’impermanente, del vuoti generatore da cui tutto può discendere, quella dimensione dalla quale i nostri pensieri evocano e manifestano la realtà che, solo in seguito, i sensi sperimentano. Il Grande Vuoto dei Nativi Americani e delle culture asiatiche, il Campo di Energia teorizzato da Max Planck, il mare della potenzialità di Deepak Chopra dal quale nasce ogni forma esistente. (Devana, La Via degli Immortali, Melchisedek Edizioni)
La vera conoscenza fa riferimento alla “dottrina occulta” dell’Età dell’Oro, quando imperava il femminino sacro e la rozza, meccanicistica, razionalista, “maschile”, tetra epoca attuale (Kali Yuga) era ancora un logos imprigionato nella piccola mente ahrimica del folle Demiurgo.
L’INCUBO DELL’ILLUMINISMO TOTALITARIO IN CUI VIVIAMO
Nel suo “Civilization of the Goddess” (1991), Marija Gimbatus descrive la “vecchia Europa” e le molte (apparenti) forme in cui le divinità femminili si presentavano, ma tutte riassumibili a quelle della Dea Madre. In base alla teoria kurganica, la vecchia Europa, matriarcale e ginocentrica venne travolta dalle invasioni indoeuropee dei bestiali e satanici ariani Kurgan, con i loro falsi dèi androcentrici (Demiurgo, Zeus, YHWH).
“Il termine Vecchia Europa concerne una cultura pre-indo-europea dell’Europa, una cultura matrifocale e probabilmente matrilineare, agricola e sedentaria, egalitaria e pacifica. Essa contrastava nettamente con la seguente cultura prot-indo-europea la quale era patriarcale, stratificata, pastorale, mobile e incline alla guerra (…) Gli indo-europei si sovrapposero alla culture native della Vecchia Europa nel corso di tre ondate d’infiltrazione dalle steppe russe, tra il 4500 a.C. e il 2500 a.C.” (Marija Gimbatus, “The Goddesses and Gods of Old Europe 6500-3500 BC”, 1982)
Questa sovrapposizione che ha portato alla fusione delle due culture ha riscontro nel ciclo arturiano, cristallizzata nell’unione ierogamica tra la magia della Vecchia Europa, rappresentata da Morgana e la cultura indo-europea aggressiva, rappresentata da Artù.
“Vi sono stati ritrovamenti archeologici che documentano come il tempio di Ishtar ad Assur abbia coniato piccole targhe di iombo raffiguranti una Ierogamia. Un esempio moderno di ierogamia è la religione Wicca, in cui i participanti prendono parte a quello che è chiamato il Grande Rito. Più spesso fatto nella notte di Beltane (1à maggio), in questo rito un uomo e una donna, assumendo le identità di un Dio e di una Dea, fanno sesso per celebrare l’unione delle divinità come amanti e la concezione del nuovo Dio che nascerà a Yule. È essenzialmente un rito di fertilità, che vuole simboleggiare la inseminazione del seme in Madre Terra che si realizzerà in Autunno.” (Wikipedia, voce ierogamia)
LA VECCHIA EUROPA
«La rivoluzione scientifica del XVII secolo e il razionalismo illuminista del XVIII secolo hanno definitivamente emrginato un cosmo antichissimo, una sapienza ancestrale che ha radici originarie, che risale alle pià remote origine dell’uomo. E che è stato – a seconda dei tempi e dei luoghi – variamente definita: magia oppure stregoneria; esoterismo oppure occultismo. O anche: ermetismo, astrologia, alchimia. Questa cultura ha una forte componente femminile: i miti delle amazzoni e delle baccanti ci interessano da 3000 anni, la strega e la fata vivono ancora nell’immaginario dei bambini del giorno d’oggi». (ibidem, pag. 174)
Christian Rosencreutz, il leggendario fondatore della Confraternita alla quale diede il nome. (…) Si dice che sia nato nel 1378, discendente da una nobile famiglia tedesca e che sia morto nel 1484, all’età di 106 anni. Nell’ampio arco della sua vita attraversò i vari stadi dell’esperienza spirituale e della progressiva maturazione verso la saggezza. Sembra che abbia iniziato gli studi in un monastero occidentale, assimilando i principi della visione europea e cristiana del mondo tipica della sua epoca. In seguito, così narra la leggenda rosacrociana, viaggiò a lungo nei paesi orientali, insieme a un confratello più anziano… Gerusalemme, Damasco, l’Egittoe Fezin Marocco, ebbe mododi familiarizzarsi con le dottrine della sapienza della Qabbalah, della Gnosi, dell’Islam e anche del Buddismo. (Peter Bahn, Il mito del Vril, 2007)
© 2017 – 2023, Seyan. All rights reserved.