GRAAL
Il termine Graal è, in questa libera disamina, riferito alla sua più precisa accezione di pietra (in Persiano. Grhal significa pietra), ben differente dal successivo gradalis (vaso o piatto) in latino medioevale o l’ancora più recente sang real ove alcuni ipotizzerebbero, con una certa bizzarria, trattarsi della linea di sangue di Cristo che avrebbe dato origine alla dinastia reale dei Merovingi, i Re Fannulloni, che vennero detronizzati dalla dinastia pipinide.
IL GRAAL
“L’unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul rogo.”(1)
Pur rischiando esigua credibilità, andremo ben oltre la data limite fissata da Eco.
Al di là delle evoluzioni successive, il termine Graal trae origine da Perceval ou le conte du Graal di Chrétien de Troyes e soprattutto nel Parzival di Wolfram von Eschenbach ove il Graal viene descritto coma una Magica Pietra (lapis exillis) che materializza ciò che dall’istante (postulante) viene desiderato.
“Gli studiosi hanno proposto numerose interpretazioni per la frase ‘lapis exillis’ tutte più o meno plausibili. ‘Lapis exillis’ potrebbe essere una forma corrotta di ‘lapis ex caelis’, ‘pietra venuta dai cieli’. Potrebbe anche essere una corruzione di ‘lapsit ex caelis’, ‘cadde dai cieli’, oppure di ‘lapis lapsus ex caelis’, ‘una pietra caduta dai cieli’, o infine ‘lapis elixir’, la favolosa Pietra filosofale degli Alchimisti. Certamente (…) l’intero poema di Wolfram è impregnato di simbolismo alchemico.” (2)
Come riporta Esopedia, alla voce pietra filosofale,
La pietra filosofale è innanzitutto la creazione dell’uomo da parte di se stesso, vale a dire l’intera conquista del proprio potenziale e del proprio futuro; è in particolare la completa liberazione della propria volontà, che darà il dominio assoluto sull’Azoth e sul regno del magnetismo, vale a dire il potere assoluto sulla forza magnetica universale’. (Eliphas Levi, 19° secolo).
La pietra filosofale è presente anche nelle leggende del Graal. In quel caso si tratta del calice colmo di azioni cavalleresche e buone, che ridonerà fertilità al regno del Re. Il Re in queste leggende è il nostro Sé superiore, il nostro Sé divino, lo Spirito, l’Uomo Celeste o Adamo Kadmon, che è stato relegato giù nel mondo terreno. Trovare questa pietra, o il divino interiore, e lavorare su se stessi per portarlo alla superficie, donerà successo al Palazzo del Re. Wolfram von Eschenbach diceva che il Graal era una pietra preziosa, portatrice di ricchi frutti di Saggezza e Purezza.
Fu successivamente Robert de Boron, nel suo Joseph d’Arimathie che venne redatto tra il 1160 e il 1212 ad affermare che il Graal sarebbe stata la coppa dell’ultima cena ove Giuseppe di Arimatea avrebbe raccolto le gocce del sangue di Cristo.
Wolfram Von Eschenbach affermò che la sua fonte ispiratrice sarebbe stata il poeta provenzale Kyot. Wolfram narra che il poeta della Provenza avrebbe trovato un manoscritto nella moresca Toledo vergato da Flegatanis, un astronomo mussulmano e discendente di Salomone, il quale avrebbe scoperto il segreto del Graal studiando le stelle.
DHvSS
Correlato al mito del Graal materializzato come Pietra Nera è la Fondazione dei DHvSS – Die Herren vom Schwarzen Stein da parte di Hubertus Von Koch.
Attorno all’Anno di Grazia 1220 (la data esatta è, però, incerta), il templare Hubertus von Koch, di ritorno da una Crociata, mentre attraversava la Mesopotamia, vicino alla città di Nineveh, ebbe l’apparizione della Dea Isais, figlia di Isis e Set.
Ella gli ordinò di raggiungere il massiccio dell’Untersberg, in Germania, e di costruire ivi una dimora in attesa delle sua nuove apparizioni.
L’Untersberg è, da sempre, teatro di leggende e miti particolari. Era circondato da paludi, oggi bonificate, che ne rendevano impervio l’accesso. Il massiccio sarebbe attraversato da una serie di gallerie, tuttora in gran parte inesplorate. Nascosti nei suoi boschi vivrebbero giganti e donne di straordinaria bellezza.
La leggenda più famosa riguarda Carlo Magno. Egli dormirebbe all’interno dell’Untersberg in attesa di risvegliarsi e riportare nel mondo la sua malvagità. Ciò accadrà quando i corvi spariranno completamente dalla montagna.
Secondo alcuni mitologi, l’entità Isais non era una dea, ma un angelo, talaltri, ancor meno credibilmente, affermano trattarsi di un demone.
Comunque sia, Koch eresse diverse costruzioni, la prima nella cittadina di Markt Schellenberg, a Berchtesgaden (significativamente, a poca distanza dal complesso voluto da Adolf Hitler per trascorrervi il tempo libero), collegate da gallerie e persino un tempio dedicato ad Isais nella zona centrale e più inaccessibile dell’Untersberg.
La leggenda afferma che Koch, una volta in Germania, ebbe una seconda apparizione nel 1227 e, una terza, nel 1228, sempre nell’Untersberg. In questo periodo egli ricevette le cosiddette “Rivelazioni di Isais” – “Die Isais Offenbarung”, una serie di profezie concernenti il Sacro Graal.
E’ degno di considerazione il fatto che la radice di Kyot, il poeta provenzale a cui Wolfram Von Eschenbach afferma di essersi ispirato, è identica al titolo conferito da Koch di Kyan o Kyane (se donna) ai membri più autorevoli del suo ordine, termine tratto dall’accadico Küan, il che ha indotto taluni ad ipotizzare che la fonte originaria di Wolfram sia stata in realtà uno dei Maestri dei DHvSS.
LA LETTERATURA CAVALLERESCA E KOCH
Va inoltre evidenziato che.
la letteratura cavalleresca fiorita intorno al Graal si affolla inesplicabilmente in un breve periodo, suscita un intenso interesse e poi scompare subitamente: nessun testo è anteriore al primo quarto del XII secolo e nessuno è posteriore al primo quarto del XIII secolo. Onde, l’impressione che si ha è quella di qualcosa di sotterraneo affiorato momentaneamente, ma subito respinto e soffocato da un’altra forza: quasi al titolo di una tradizione segreta che sotto “spoglie strane” tramandava un insegnamento poco riconducibile a quello della Chiesa allo stesso modo che la posteriore letteratura dei cosiddetti Fedeli d’Amore (secondo quanto è risultato dalle ricerche del compianto Luigi Valli), o la stessa letteratura ermetico-alchemica o, infine la tradizione stessa dei Templari. E – si noti – Wolfram Von Eschenbach chiama esattamente i cavalieri del Graal ‘templeise’, cioè i templari. (3)
In poche parole, tutti i testi sembrano essere coevi alla fondazione dell’Ordine dei DHvSS.
Grazie alle rivelazioni di Isais, Koch sarebbe entrato in possesso di tale pietra o cristallo di colore nero-violetto, in parte in quarzo ed ametista, la cui immane energia, scoperta ed utilizzata ad Atlantide, avebbe permesso l’annullamento della forza di gravità e i viaggi transdimensionali.
Oltre al cristallo, con l’identico ordine di nascondere tutti i preziosi doni nel massiccio dell’Untersberg, la dea consegnò a Koch lo specchio di Ishtar che donerebbe la possibilità al possessore di scrutare le Altre Dimensioni e la Lancia di Odino che aprirebbe un varco tra questa e le Superiori Dimensioni.
La Pietra Nera sarebbe stata avvolta dai lunghi capelli che l’Entità si sarebbe tagliato per fungere da trasmittente psichica (cfr. l’articolo Vril ) ed entrare, in un preciso momento, in contatto con i Vril-Ya e con il Re del Mondo.
Maria Orsic, il medium della Vril Gesellschaft convinse i membri della DHvSS che la razza ariana proveniva da Aldebaran in Alpha Tauri e che la Dea Isais era in realtà la regina di Aldebaran.
LA PIETRA NERA
Sarebbero evidenti i contatti e le similitudini tra il Grhal, la Pietra Nera ed il Cristallo di Luce, Lightball, Tuaoi, il cristallo primordiale che permetteva alla mitica civiltà Atlantidea, per mezzo delle Sacerdotesse della Luce, di dare tangibile realtà ai pensieri umani.
E’ la pietra filosofale, lapis philosophorum, disperatamente cercata dagli alchimisti medievali.
Della Pietra Tuaoi o Terribile Cristallo parla anche Edgar Cayce nelle sue eccezionali profezie pubblicate dall’A.R.E.
“Il profeta dormiente [come veniva definito Cayce] descrisse in mlte sefute una misteriosa invenzione del popolo degli Atlantidei: un grande cristallo che originava un raggio di luce potentissima.” (4)
E’ di notevole interesse che Cayce avesse preconizzato che nel 1998 sarebbe stata scoperta una stanza segreta all’interno della Piramide di Cheope a Giza contenente i segreti della conoscenza dei reali costruttori delle Piramidi: gli Atlantidei, nel 10.500 a.C.
Qualcuno potrebbe obiettare che ciò non è mai avvenuto. In realtà non è così. Nel 1992-1993, l’Upuaut 1 e 2, i robot costruiti da Rudolf Gantenbrink nell’ambito dell’Upuaut Project scoprirono una camera segreta all’interno della Piramide. Gantenbrink era convinto di poter continuare le indagini con un nuovo robot, ma le autorità competenti gli revocarono ogni ulteriore permesso. Aveva scoperto troppo?
Gatenbrink affermò nel 1994 che “l’ipotesi che dietro la lastra in pietra si possa trovare una camera ha sconvolto tutti, al punto che hanno preferito interrompere le ricerche. (…) È sempre stata rifiutata con forza l’esistenza di una camera segreta e ora, all’improvviso, proprio questa possibilità si ripresenta come un un’ inquietante minaccia.”
Ricordiamo che,
a seguito, di questa sensazionale scoperta le autorità egiziane hanno improvvisamente revocato il permesso di proseguire qualsiasi tipo di indagine e il Direttore Generale degli scavi archeologici di Giza, Zahi Hawass, ha fatto espellere dall’Egitto i ricercatori tedeschi. (…) Inoltre, nel 1872 Waynman Dixon e un certo Dottor Grant hanno rinvenuto nel condotto settentrionale della Camera della Regina ben tre oggetti che sono stati classificati rispettivamente come una sorta di gancio a doppia punta, una sfera di pietra di colore grigio-verde e un frammento di legno proveniente da un bastone di forma quadrangolare e lungo circa 13-15 cm. (…) Ma nel frattempo alcuni frammenti di legno e un oggetto metallico, rinvenuti durante la prima ispezione effettuata da Gatenbrink sono misteriosamente scomparsi prima che potessero essere sottoposti all’analisi con C14. (5)
Che, d’altra parte, sia innegabile l’esistenza di una camera segreta è testimonianza di vari autori ed egittologi tra cui l’archeologo ed esoterista Mario Pincherle che afferma quanto segue: “quando ho esplorato la Grande Piramide ho scoperto, al suo interno, degli sfiatatoi nascosti, dei condotti di ventilazione che evidentemente conducono ad una camera segreta, la ‘stanza di Osiride’ da cui si accede allo zed”.
Forse, proprio le innumerevoli perplessità suscitate dalla revoca dei permessi a Gatenbrink spinsero le autorità preposte a decidere un brusco dietro-front con l’avvio della missione della “National Geographic Society” che utilizzò un meccanismo cibernetico costruito con la collaborazione dell’iRobot che fruttò, nel settembre 2002, il ritrovamento di una seconda e di una terza porta segreta. Dopo di ciò, nient’altro, malgrado il notevole interesse suscitato dalle immagini dei robot dal 1992 in poi.
“(…) Dal 1993, dopoo la scoperta di Rudolf Gatenbrink della ‘porta’ posizionata ala fine del cunicolo meridionale della camera della Regina nella Grande Piramide, il mondo aspetta di sapere cosa ci sia dietro, In realtà, nel 2002 Hawass tentò di risolvere questo mistero, ma tutto finì con il ritrovamento di un’altra ‘porta’ dietro la ‘porta’ di Gatenbrink, e una terza ‘porta’ alla fine del cunicolo settentrionale della camera della Regina.” (6)
“L’Associazione per la Ricerca e l’illuminazione (ARE) e la Fondazione Edgar Cayce (ECF) organizzazioni associate e senza scopo di lucro fondate dal chiaroveggente e ‘profeta’ Edgar Cayce cominciarono a sviluppare un forte interesse pe le piramidi e la Sfinge di Giza. Interesse nato dalla ardente convinzione che all’interna di una stanza segreta sotto la Sfinge ci sia la ‘Sala dei Documenti’ presumibilmente riferibile al popolo perduto di Atlantide.”(7)
“Graham Hancock e Robert Bauval si sono chiesti se tale camera sia già stata rinvenuta e ispezionata dagli egittologi ufficiali, uniche persone cui venga permesso di scavare nella zona archeologica. (…) Zahi Hawass (…) ha cambiato parere tanto velocemente e ha proibito di fotografare e filmare i monumenti di Giza. Quale grande segreto sta proteggendo?
Quindi West, Bauval, Hancock diverrebbero gli eretici indesiderabili, perché seguendo le indicazioni di Cayce sono alla caccia di quella “Sala dei Documenti” ove si vuole custodita la scienza e la saggezza di Atlantide, relegando l’Egitto a semplice colonia dell’antico e leggendario Impero scomparso e non più una delle culle della civiltà.” (8)
Apparentemente, la ricerca della ‘Sala di Atlantide’ è stata completamente abbandonata se mai è iniziata, poiché gli archeologi ufficiali la giudicano ‘poco credibile se non ridicola’ e lo stesso giudizio è stato espresso sulle profezie neglette di Cayce concernenti il cristallo di Atlantide.
E, secondo (una) leggenda romana, l’ancile [scudo] sarebbe stato ricavato da un aerolito, o pietra divina discesa dal cielo, in ciò non solo vi è corrispondenza con la pietra regale o “fatidica” dei Tuatha (pietra che ancora oggi si conserva a Westmister e che è nera, nera come il misterioso lapis niger dei romani), ma vi è anche un motivo che riporta alla versione della leggenda del Graal secondo la quale lo stesso Graal sarebbe stato ricavato da una pietra caduta dal cielo, da uno smeraldo che ornava la fronte di Lucifero prima della sua rivolta. (9)
Ancora una singolare coincidenza: l’identica radice per la Pietra Tuaoi e la pietra nera dei Túatha Dé Danann (il popolo della Dea Danu).
La tradizione irlandese afferma che i Tuatha Dé Danann, genti divine provenienti dalle stelle, discesero dal cielo avvolti nella nebbia nella festività di Beltaine, il 1° maggio. Erano descritti anche come il popolo invisibile o il popolo delle fate, eternamente giovani e dediti all’amore, alle arti e alla bellezza. Erano di pelle chiara ed emanavano una radiosa luminosità tanta era la loro beltà.
Le Montagne del Taurus in Turchia, le Isole Baleari e la Siria (Sirio?) sono alcuni degli altri insediamenti dei Danai, che da Atlantide raggiunsero la Gran Bretagna, dove divennero noti come Tuatha de Danaan o ‘Popolo del Mare’. (10)
Nella Festa dell’Età bevevono la birra di Gobhniu il fabbro, detto anche Gobhan Saor che donava a chiunque la bevesse l’eterna giovinezza.
Recarono seco quattro fenomenali doni: la spada di Núada, la lancia di Lúg, il calderone del Dagda e Lía Fáil, la Pietra del Destino detta anche la Pietra di Scone, un grossolano parallelepipedo di colore scuro denominato anche il Cuscino di Giacobbe di cui parla anche la Bibbia. Il profeta Geremia avrebbe trasportato il bliblico cimelio da Israele fino in Irlanda, passando per Italia e Spagna.
Lug é il ‘patrono’ dei Druidi e dei Bardi,signore del Vaticinio, della Magia e della Musica, arti che godono di un particolarissimo ed esclusivo favore presso la societá celtica. Arma esclusiva del Dio é la lancia (‘La Lancia di Lug’) uno degli strumenti ‘sacri’ portati in Irlanda dai Thuata dé Danann, insieme al ‘calderone di Karidven’ ed alla ‘pietra di Dagda’. Il possesso di un ‘calderone’ magico, fonte di inesauribili ricchezze e di eterna giovinezza, é comunque una caratteristica comune a tutte e tre le divinitá. Il ‘calderone’ – vera e propria ipostasi del Vaso graalico – é strettamente legato all’idea della ‘resurrezione del corpo’, tema su cui insiste il simbolo del cerchio spezzato detto torques. (11)
San Patrizio, il Patrono d’Irlanda, benedisse la pietra che rimase in Irlanda fino a quando Kenneth I spostò la capitale del suo Regno a Scone in Scozia. e ivi la Pietra del Destino rimase fino al 1296, anno in cui vene depredata da Edoardo I, dopo aver sconfitto gli Scozzesi nella Battaglia di Dunbar.
Essendo stata la pietra ove venivano incoronati i re scozzesi, in segno di spregio, gli Inglesi la posero sotto il trono delle incoronazioni a Westminster. Si narra, peraltro, che i monaci di Scone o i templari avessero nascosto la pietra originale, mentre quella rubata dagli Inglesi non fosse altro che un copricisterna, e che quindi i Re Inglesi si siano seduti per secoli su un enorme tappo.
Con gesto inesplicabile ed inesplicato, Elisabetta II ha restituito nel 1996 la pietra a Scone. Aveva scoperto che si trattava di un vile tappo?
Un’altra leggenda afferma che i Tuatha Dé Danann vennero sconfitti nella battaglia di Tailtiu dai Milesi, un altro popolo mitologico, originario della Scizia. Si arrivò ad una tregua per cui ai Milesi sarebbero toccate le terre del sole, mentre ai Tuatha sarebbe spettato il mondo sottorraneo (Agarthi?).
I Túatha Dé Danann avevano aperto agli umani le porte delle energie sottili, per fomentare l’incremento della consapevolezza interiore, per raggiungere l’Eterno. Avevano permesso agli uomini di vedere gli Arconti dei testi gnostici, esseri che da un lato sono il diaframma, l’ostacolo frapposto all’uomo per impedirgli il ritorno al Vero Dio, e dall’altro i malefici succhiatori dell’energie positive prodotte dagli umani, quando amano, quando emanano felicità.
Lo gnosticismo sostiene che il mondo è controllato dagli Arconti, fra i quali alcune correnti gnostiche pongono il Dio dell’Antico Testamento, che tiene l’uomo prigioniero di proposito (…). Il Pleroma paradisiaco (dal greco πληρωμα, Pienezza) è la totalità di tutto ciò che consideriamo “divino”, emanato da Dio, l’Eterno Principio Divino. Il Pleroma è spesso indicato come la Luce che esiste “al di sopra” (non in senso spaziale) del nostro mondo, occupata da esseri divini che sono autoemanati dal Pleroma stesso, gli Eoni. Questi esseri vengono a volte descritti come Eoni, a volte come arconti. (12)
L’Eone Sophìa generò senza il suo partner maschile, poichè voleva una copia di sè stessa. Il risultato fu, invece, un aborto, il Demiurgo, Yaldabaoth, “Il Padre del Caos”, di forma disgustosa, con il corpo di Drago, la testa da leone e gli occhi di brace, come lo descrive l’Apocrifo di Giovanni, era l’autentico aborto del Creato. Sophia, vergognosa del suo frutto bestiale e rettiliano, lo nascose agli altri Eoni in un luogo buio. Convinto di essere l’unico Dio, il Demiurgo ha creato il mondo materiale ed i suoi turpi Arconti o Guardiani, a sua immagine, mostruosi e crudeli, il cui compito è, appunto, quello di tenere prigionieri gli uomini nel folle universo arcontico dove mostri diventano Re e Regine, Imperatori e Presidenti, Premier e Ministri.
“David Icke è convinto che esista una razza, quella dei Rettiliani che, dominando da un piano più sottile avrebbe organizzato dai tempi di Sumer e Babilonia un impero qui sulla Terra, ponendo al suo vertice ibridi umano-rettiliani, dotati di un asangue regale-draconiano, che consente loro di regnare sugli altri uomini in tutti campi. (…) Inoltre, ovunque nel tempo le famiglie dragone si sarebbero incrociate fra loro per mantenere pura la razza e fortificare il dominio, attraverso un network di società segrete che Icke chiama ‘Illuminati’. Londra, ancora attualmente uno dei centri nevralgici del controllo globale e delle società segrete, sarebbe la capitale dell’Impero del Dragone, che egli chiama anche Impero degli Illuminati. Esso attuarebbe una dittatura fascista globale e pianificherebbe, da sempre, eventi globali coordinati e progettati con dovizia.” (13)
“Tantissimi ‘ospiti’ rettiliani (persone possedute) occupano posizioni di potere politico, finanziario, mediatico e militare.” (14)
Paolo di Tarso ribadiva con forza tale concetto:
La nostra lotta non è contro la carne ed il sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro gli spiriti del male sparsi nell’aria.”(Lettera agli Efesini 6,12)
Non sono altro che falsi apostoli, che lavorano con inganno e si fingono apostoli di Cristo. Non c’è da meravigliarsene, visto che anche Satana finge di essere un angelo. Quindi non è strano che i suoi aiutanti fingano di essere apostoli che lavorano al servizio di Dio che salva. Ma la loro fine sarà degna delle loro opere.2 Corinzi 11,13-15
ATLANTE ED ATLANTIDE
Secondo il mito greco, Atlante, il primo re di Atlantide era stato costretto a vivere in Occidente perché bandito “dalla terra dei suoi avi e dalle sue proprietà” (Pindaro). Qual era questa Terra?
Abbiamo visto (ut supra) che Icke fa riferimento ai monti Taurus come punto di partenza dei Tuatha, uno dei mitici popoli di origine Atlantidea. Anche lo storico Peter James punta il dito sull’Anatolia, confortato da numerose testimonianze storiche. “James scoprì vari parallelismi tra le tradizioni che riguardavano la Lidia e la storia di Atlantide. Il geografo greco Pausania compilò una guida storica dettagliata di tutti i luoghi che aveva visitato, e raccolse una serie di antiche narrazioni tradizionali che, altrimenti, sarebbero andate perdute. Una di esse descriveva la distruzione di una città situata sul monte Sipilo, in Lidia, la quale, dopo una spaccatura del terreno, che poi si riempì d’acqua originando un lago. Il naturalista romano Plinio, vissuto nel I secolo d.C., fornisce un altro particolare di fondamentale importanza: la città, di cui Pausania descrive la distruzione in seguito al terremoto, era l’antica capitale della Lidia, Tantalide. Il luogo in cui scomparve non era più un lago, ai tempi di Plinio, ma una palude. Sembra che Pausania fosse all’oscuro di ciò.” (15)
Nel 1994, James visitò la regione ed individuò il luogo ove era sparita la città di Tantalide, ai piedi del Monte Sipilo. Incidentalmente, ai lati della montagna, sorge una vecchia statua della Dea ittita e frigia Cibele, il cui copricapo, ricordiamo è una torre, altro simbolo graaliano (crf. infra).
Un altro simbolo graaliano presente nel culto della Grande Madre è la pietra nera di Pessinunte, città tempio costruita in onore di Cibele. La pietra pervenne a Roma il 4 aprile 204 a.C. e posta in un tempio sul Palatino, divenendo l’icona e il simbolo della Dea. Nel 160 d.c. il culto venne proclamato religione ufficiale dell’Impero ed “in suo onore si organizzarono delle festività annuali, che prevedevano il rito del Sanguem dal 15 al 28 marzo.” (Wikipedia)
L’ISOLA DELLE MELE
“La leggenda riferisce che, sotto tale forma, il Graal fu anche perduto da Adamo, fu riconquistato da Seth, passò in fine nelle mani di Giuseppe di Arimatea, un cavaliere ai servigi di Ponzio Pilato, il quale, dopo la morte di Gesù, lo portò in una regione che in alcuni testi reca enigmaticamente proprio il nome della regione atlantica misteriosa, patria originaria dei Tuatha, la razza divina che già aveva gli oggetti equivalenti a quelli della leggenda del Graal: nell’Avallon, INSULA AVALLONIS (l’Isola di Avalon), l’isola bianca, ille blanche. Da qui si sviluppa un nuovo ciclo di leggende, ove le vicende dei ‘cavalieri celesti’ alla ricerca del Graal si intrecciano con quelle della corte di Re Artù.“
Un mito intimamente connesso al leggendario Giardino delle Esperidi, ove le tre Esperidi, figlie di Atlante, cioè del re di Atlantide, custodivano il melo dai pomi d’oro. Cantavano in coro presso le sorgenti che diffondevano l’ambrosia, il cibo che dona l’immortalità, il Graal.
Vi è una significativa similitudine tra il melo delle Esperidi, il biblico Albero della Conoscenza e il Caduceo: “La Dea [Era] ne aveva affidato la custodia [del giardino] ad Atlante prima che questi fosse condannato a reggere perennemente il globo celeste sulla spalle. Temi lo mise in guardia dicendogli: ‘il tuo albero sarà spogliato dai pomi d’oro da un figlio di Zeus’. Preoccupato, Atlante costruì solide mura attorno all’orto, cacciando tutti gli stranieri dalla sua terra e affidando il sacro albero alle figlie, le Esperidi. Ma un giorno Era, accorgendosi che le fanciulle stavano cogliendo dei pomi, ordinò dal drago Ladone di arrotolarsi intorno al tronco facendo attenta guardia.”
“Attraverso numerosi miti e leggende di diverse culture ed età, il Melo ed il suo frutto, la Mela, è la rappresentazione dell’archetipo della Grande Madre e dei suoi triplici aspetti di Vergine, Madre e Anziana. (…) Il melo, aval in bretone, occupa un posto di grande rilievo nella mitologia celtica. L’Altro Mondo celtico è spesso disegnato come un’Isola sulla quale crescono i meli, i cui frutti hanno un sapore dolce che ricorda quello del miele. La mela viene quindi ad avere uno stretto legame con l’Aldilà, quasi un frutto dell’immortalità, della scienza e della saggezza, un mezzo per entrare in contatto con l’Altro Mondo, spesso dato agli uomini da esseri provenienti proprio da là.” (18)
Uno degli altri nomi con cui era conosciuta la Grande Madre o Madre Terra o la Dea era Demetra, che infatti viene confusa con Gaia o Cibele e vine simbolicamente rappresentata nella sua duplicità Demetra-Persefone (se non, come detto sopra, della sua triplicità) dal tarocco XXI, la lama del Mondo, la carta del raggiungimento della perfezione.
La figlia di Demetra, Persefone o Kore, era l’incarnazione della stessa Dea da giovane. “Le figure di Demetra e di sua figlia Persefone erano centrali nelle celebrazioni dei Misteri eleusini”, ove veniva rivissuto il ratto di Kore ad opera di Ade. E centrale era, infatti, il ruolo di Persefone (che assommava in sè la Forza del Mondo Vegetale, la rinascita della via iniziatica e l’immortalità) nella sua veste di moglie di Ade, il nume tutelare del mondo sotterraneo, il che evidenzierebbe un filo rosso esoterico tra il mito greco-romano e quello atlantideo, la cui civiltà, secondo alcuni, sarebbe sopravvissuta all’interno della Terra, Agarthi.
“Nel prossimo avvenire, quando il tasso di anidride carbonica aumenterà per effetto dei gas serra e dell’inquinamento, si profileranno due tipi umani distinti, uno con alte proprietà spirituali che respirerà come la pianta, si adatterà molto bene al nuovo ambiente e sarà spiritualmente connesso con l’Albero della Vita, un altro che cercherà di aggrapparsi alle poche risorse disponibili respirando quel poco di ossigeno che riuscirà a trovare o produrre e che costituirà il proprio elemento di morte, nel processo di ossidazione ad esso associato.” (19)
LA TORRE E LA SCALA
Altri due simboli accomunabili al Graal sono la Torre e la Scala.
Il Graal, come la Scala, ipostatizza un anello di congiunzione tra Cielo e Terra. L’etimologia del termine é riconducibile al Libro della Sacra Tradizione – il ‘Gradale‘ – mezzo e via di quell’ascesi ‘graduale’, successiva ad una conquista spirituale. In ogni caso i simboli della Scala e del Graal sono intimamente connessi e fanno riferimento entrambi ad una Tradizione che permetterebbe il raggiungimento della Vera Luce e dell’Immortalitá. (Mariano Bizzarri e Francesco Scurria, op. cit.)
Nella Legenda Aurea di Iacopo da Varagine, si afferma che il nome Magdalena deriverebbe da MGDL, migdal, che in ebraico significa, appunto torre.
E’ evidente il collegamento simbolico tra la lamina della Torre nei Tarocchi e la Torre di babele:
Il lampo che squarcia la Torre indica un taglio netto con il passato, in modo travolgente e immediato. Il fulmine della ragione colpisce ciò che stato creato dalla tendenza a materializzare, addensando le ‘forme’ che dovrebbero essere solamente ‘veicolo’ dello spririto creando i dogmi più autoritari , la rapacità umana, il dispostismo e lo sfruttamento esercitato nel modo più credele ed egoistico sia sulle cose che sulle persone. Tutto questo è sintetizzato nella corona rovesciata e dai due personaggi che rovinano al suolo, un re-dittatore e una falsa maga-sacerdotessa. (Giorgio S. Tavaglione, “I Tarocchi delle stelle”, Dal Negro)
D’altro canto, i corrotti dittatorelli, dalle menti dominate dai tulpa Arcontici, i loro vili sicofanti, i truffatori ed i bancarottieri che imperversano avvelenando la civiltà, presto, molto presto, saranno spazzati via dal Risveglio delle Coscienze e ritrasformati in polvere nella grande macina della Storia.
Ma, per il momento, imperano i politici cacotopici e psicopatici, spesso altrettanti mostruosi interiormente quanto esteriormente, che sembrano avere un solo fine: usare ogni mezzo (anche le cosiddette ‘libere elezioni’ – non dimentichiamo che Adolf Hitler vinse democraticamente le elezioni del novembre 1932 in Germania) per controllare le masse, deviarne il libero pensiero e deprivarle di ogni libertà civile, materiale e morale, esattamente come Il Grande Fratello in 1984 di George Orwell.
“Raccontare deliberatamente menzogne e nello stesso tempo crederci davvero, dimenticare ogni atto che nel frattempo sia divenuto sconveniente e poi, una volta che ciò si renda di nuovo necessario, richiamarlo in vita dall’oblio per tutto il tempo che serva, negare l’esistenza di una realtà oggettiva e al tempo stesso prendere atto di quella stessa realtà che si nega, tutto ciò è assolutamente indispensabile.” (da Teoria e prassi del collettivismo oligarchico di Emmanuel Goldstein, Capitolo I: L’ignoranza è forza; 2000)
Come diceva Alexis de Tocqueville: “Con il suffragio allargato si cade nel dispotismo della maggioranza, è poco cioè lo spazio per chi dissente; si ha così una società massificata e conformista ma allo stesso tempo atomista. Si delinea come conformista perché se la maggioranza sceglie una cosa la minoranza deve adeguarsi senza discutere; allo stesso tempo ciascun individuo, delegato il potere non partecipa più all’attività politica. Nell’ancien régime vi sono corpi intermedi (corporazioni, ordini professionali) che mediano tra lo Stato e il cittadino: ora vengono meno e i cittadini tendono a rinchiudersi nella loro vita privata (atomizzazione). Se la democrazia è solo una vuota affermazione di uguaglianza essa non funziona perché esclude la viva partecipazione.” (Wikipedia, voce “Alexis de Tocqueville”)
Apparentemente secondo alcuni ex satanisti che ho conosciuto o di cui ho letto, in tutto il mondo esistono uomini politici che ingurgitano abitualmente il sangue estratto dalla vittima sacrificale, a causa dell’adrenalina che viene prodotta in quei frangenti. Mi è stato detto che questa abitudine è assai comune tra i satanisti e gli studiosi del fenomeno rettiliano suggeriscono che questa è la sostanza a cui mirano anche i rettili.”
Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che vengono considerati interscambiabili tra loro e ‘sinonimi’ della sacra coppa: la torre e la scala. Tant’è che Dante, iniziato e Gran Maestro del Priorato di Sion, un ordine templare, coinvolto nello studio dell’alchimia e quindi nella ricerca del graal ed esiliato da Firenze, si rifugiò a Verona dal suo amico Cangrande ‘Della Scala’.
Il simbolo degli Scaligeri è una scala che si restringe verso l’alto ricordando proprio una torre: sarà un caso? La Scala-Torre, come il graal, è legata a una tradizione che permette il raggiungimento della Vera Luce e dell’Immortalità. Un particolare interessante e inspiegabile è che molte dee, regine e importanti donne legate alla discendenza graaliana portano una torre in testa, come copricapo. Per esempio la dea egizia Serapide reca sul capo il ‘Gradal’, una sorta di torre, dove viene conservato il “Fuoco Celeste” di Phtah, la scintilla divina incarnata in ogni essere. (Alessandra Devana D’Elia, Una ghiandola chiamata Graal, www.auraweb.it)
“Le torri sono note come luoghi in cui accadevano magie o trasdormazioni, sono un riferimento esplicito al motto alchemico ‘Come sopra, così sotto’: le torri rappresentano la terra, perchè sono attaccate al terreno, ma rappresentano anche il paradiso perché tendono verso l’alto, il che le rende i luoghi ideali in cui condurre esperimenti di alchimia: E, come quella di Sauniere [la torre di Magdala a Rennes-le-Château], le torri sono state costruite tutte con ventidue gradini.” (Katheen McGowan, “Il Vangelo di Maria Maddalena”, Edizioni Piemme)
Il numero che rappresenta il femminino sacro è appunto il 22, così come una leggenda in Occitania afferma che Maria Maddalena o Maria di Magdala sarebbe nata il 22 marzo. La ricorrenza, ad ogni modo, cade il 22 luglio.
11-22-33 sono numeri mastri in Alchimia, ma il più importante è, appunto, il 22.
Non è da sottovalutare il fatto che le torri ‘alchemiche’ costruite in Aquitania, la Terra dei Catari appunto, abbiano tutte 22 gradini. La ventiduesima lamina dei Tarocchi (anche se porta il numero XXI, per occultarene la vera natura) è infatti il Mondo. “Questa [carta] è la totalità del cosmo, la Perfezione, ed è posta al centro dei 4 elementi ai 4 punti cardinali che, spostati sul piano spirituali, diventano i 4 Evangelisti; vi sono poi i 7 pianeti-metalli e l’Ouroburos, il drago che mordendosi la coda, è simbolo della sostanza universale che costituisce l’essenza intima di tutte le cose, il caos da cui tutto nasce e a cui tutto ritorna per poi uscirne nuovamente, formato dai tre elementi alchemici base Sale, Mercurio e Zolfo. (…) La Dea della vita, l’anima visibile dell’universo resta, nella sua nudità , fissa al centro del movimento rotatorio da lei stessa mantenuto. (…) Nell’uovo del Mondo sono contentute le Due Spirali del Solve e del Coagula, le Due Vie.” (Giorgio S. Tavaglione, op. cit.)
Il simbolo esoterico dell’Ouroburos o Uroburo, implica la ciclicità del tempo, come spiegato dal seguente passo tratto da “La gaia scienza” di Friedrich Wilhelm Nietzsche, “Che accadrebbe se un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: “Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione?”
Vi è un ulteriore collegamento riferito alla torre come simbolo graalico: il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto eseguito dal monaco basiliano Pantaleone
Questa opera, originale e perfettamente conservata, offre uno spaccato della cultura dell’alto Medioevo abbastanza fuori dagli schemi e ci presenta un enigmatico percorso in un labirinto mentale di cui, spesso, sfugge la vera interpretazione iconologica.Infatti accanto alle più ovvie scene dell’Antico Testamento (mai del Nuovo) come: la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden, la storia di Caino e Abele, la costruzione della Torre di Babele, Noè e l’arca, Sansone e Giona; vengono raffigurati anche storie e personaggi della cultura pagana come Diana cacciatrice, Atlante che sorregge il mondo sulle spalle, il Minotauro e Alessandro Magno.Nella parte centrale della navata si stende un Albero della vita e sulla destra (guardando verso l’altare) dodici medaglioni rappresentano i mesi e lo Zodiaco Re Artù (un tema sviluppato anche in altre chiese medievali). Nel pavimento altre scene sono ispirate dalla cultura cavalleresca con le storie di Re Artù (Rex Arturus per Pantaleone) e Parsifal. (Wikipedia, voce Pantaleone)
“L’associazione proposta tra la torre di Babele che campeggia nel mosaico e l’albero (simbolo della croce di Cristo nel Vangelo di Filippo) diviene più che legittimo. Non va dimenticato, inoltre, che Pantaleone raffigura una torre di Babele merlata tipica di un castello fortificato.” (Sabato Scala, “Il culto gnostico della Maddalena”)
Come non pensare, infine, alla teoria del già citato Mario Pincherle, secondo il quale, all’interno della Piramide di Cheope sarebbe nascosta una torre Zed (Djed), tanto da ritenere che “un’ondata di sabbia spazzerà via il calcare dei mattoni della piramide e rivelerà la torre ZED. A quel punto saremo pronti a conoscere la verità sulle nostre origini.”
Un’ultima notazione: “babilu” in accadico significa “porta del Cielo” o “porta di Dio”. Il mito della torre di babele è legato quindi al Demiurgo, il Dio veterotestamentario, che vuole impedire il ricongiungimento e l’elevazione dell’Uomo al vero Dio. “Un’altra interpretazione del racconto [della torre di babele], spesso impiegata allegoricamente nei secoli successivi, è quello di punizione per un atto di superbia, il tentativo di alzarsi al cielo; anche se questo può far pensare ad un Dio fantoccio che, dopo aver intrappolato l’umanità sulla Terra, gli impedisce di compiere l’atto di ricongiungimento (re-ligio) con il Dio.” (Wikipedia, voce Torre di Babele)
SPIRALE
La spirale è una figura geometrica legata al “culto di Atlantide” e, pertanto, al Graal.
Il movimento spiraliforme è il più frequente in Natura. Le Galassie nella forme evolutive più elevate sono del tipo a spirale. Il movimento della Terra intorno al Sole è spiraliforme, non ellittico. Ciò per un motivo molto semplice: il Sole non è fermo “al centro dell’Universo” come si riteneva in passato, ma ruota attorno al centro della Galassia, trascindandosi appresso tutti i suoi satelliti (Terra compresa).
E’ ben noto il collegamento tra la spirale e la sezione aurea. Grazie a Keplero è divenuta altrettanto conosciuta la correlazione tra il numero aureo e la successione di Fibonacci, “Questa proporzione (…) che gli odierni (…) chiamano divina (…) è congegnata in modo tale che i due termini minori di una serie nascente presi insieme formino il terzo, e gli ultimi due addizionati, il termine [a loro] successivo, e così via indefinitivamente.”
“Lavorando sulle successioni [di Fibonacci] inoltre è possibile ricavare una sorta di spirale, spesso confusa con la spirale aurea, anch’essa legata all’omonima sezione, ma di cui questa rappresenta soltanto una buona approssimazione formata da quarti di cerchio; così come avviene nel caso rettangolo, dove in questo caso la spirale approssimante, si avvicina a quella aurea, a volte tangendola e altre sovrapponendosi ed entrambe tendendo verso un polo asintotico coincidente con lo stesso ‘occhio di Dio’.” (Wikipedia, voce sezione aurea)
Può suscitare perplessità il fatto che la proporzione aurea (o divina) sia stata “riscoperta” in epoca moderna, mentre era perfettamente conosciuta da Babilonesi, Egizi e Greci.
Nella puntata del 21 gennaio 2009, la trasmissione televisiva “Voyager” su Rai 2 ha evidenziato le precise connessioni tra spirale, natura, sequenza di Fibonacci ed Atlantide.
NEMETON
“La parola gallica Nemeton designava il santuario, il luogo specifico in cui i Celti praticavano i loro culti, sotto la direzione dei druidi. L’equivalente gaelico è Nemed che significa « sacro » (nyfed in lingua gallese, neved in lingua bretone). Strabone afferma che il nome del santuario dei Galati d’Anatolia era Drunemeton.” (Wikipedia, voce Nemeton)
Un’altra simbologia misterica legato al Graal: il culto del Nemeton.
Il Nemeton era il luogo sacro per antomosia per i Druidi. Sorgeva all’interno di un bosco, nei siti ove più forte era la corrente energetica sotterranea, una forza primeva, benefica e rigeneratrice.
Le relazioni tra la scienza religiosa-mistica e gli alberi non può stupirci se pensiamo che il mito fondamentale dell’albero della Conoscenza impregna le tradizioni di tutti i popoli. I Druidi, gli uomini sapienti, sono gli ‘uomini dell’albero’ che officiano nelle radure sacre al centro delle foreste. (Jean Markale)
I Romani affermarono che all’interno del Drunemeton dell’Occitania venivano celebrati orridi riti con cruenti sacrifici umani.
Ecco cosa scrive Lucano nel suo “Pharsalia“, Libro III: “Si trovava da quelle parti un bosco sacro, in cui nessuno aveva messo piede da lunghissimo tempo, e che cingeva con i suoi rami intrecciati l’aria oscura ed ombre gelide, dal momento che la luce del sole risultava incredibilmente lontana. Lì non avevano sede i Pani abitatori dei campi o i Silvani sovrani delle selve o le Ninfe, bensì i barbari riti sacri alle divinità: lì erano innalzati altari sinistri ed ogni albero era purificato con sangue umano. Se dobbiamo dare un qualche credito all’antichità, che si è sempre inchinata con meraviglia di fronte al divino, perfino gli uccelli avevano timore di fermarsi su quei rami e le belve di riposarsi in quelle tane; né il vento o i fulmini, sprigionatisi dalle fosche nubi, si abbattevano su quella selva: un brivido pervadeva ogni albero senza che soffiasse alcuna brezza tra le foglie. Inoltre una gran quantità di acqua cadeva da tetre fonti e sinistre statue di dèi erano ricavate, con un procedimento rozzo e approssimativo, dai tronchi intagliati.
La stessa muffa e il pallore del legno putrescente provocavano terrore negli uomini sbigottiti, che non hanno paura delle divinità rappresentate in raffigurazioni fissate dalla consuetudine: tanto lo spavento è ingigantito dal fatto di non conoscere gli dèi, di cui si deve aver timore. Ed ormai correva voce che sovente profonde caverne mugghiavano a causa di movimenti tellurici, che i tassi piombavano a terra e subito dopo si drizzavano nuovamente, che incendi sembravano appiccarsi ai boschi, i quali però non bruciavano, e che mostruosi serpenti si avvinghiavano ai tronchi e strisciavano tutto intorno. Gli uomini non affollavano quel luogo per partecipare direttamente alle cerimonie del culto, ma lo abbandonavano agli dèi: allorché il sole è a metà del suo cammino o la cupa notte invade il cielo, lo stesso sacerdote paventa l’ingresso nel bosco e teme di incontrarne il signore.”
E ancora:
“Cesare ordinò che questa selva venisse abbattuta a colpi d’ascia; (…) i soldati erano convinti che, se avessero percosso i sacri tronchi, le scuri sarebbero tornate indietro colpendoli. Cesare – non appena vide che le coorti erano avviluppate come da una sorta di profondo torpore – per primo ebbe l’ardire di dar di piglio ad una bipenne e di calarla con forza su un’alta quercia; così poi parlò tenendo il ferro ancora affondato nel tronco che aveva contaminato: «Ormai, perché nessuno di voi abbia la più piccola esitazione ad abbattere il bosco, credete pure che sia io a compiere la profanazione». (…) Piombarono a terra gli orni, furono abbattuti gli elci pieni di nodi, e le querce di Dodòna, gli ontani (…) Le popolazioni galliche, a tale spettacolo, emisero gemiti …”
Citiamo nuovamente al riguardo l’opera di Bizzarri e Scurria, Sulle tracce del Graal, di cui consigliamo la lettura in ragione dei notevoli spunti ed approfondimenti storici e bibliografici: “Subito dopo i Portatori dei Campi di Urne, arrivano i Celti che collocano nella valle dell’Aude il secondo drunemeton centrale della Gallia. I toponimi e le tradizioni pervenutici, indicano chiaramente che la vallata tra le due Rennes, era dedicata al culto della Dea Madre, Karidven, e di suo figlio, Lug-Cernunnos. La netta e risoluta opposizione dei Romani, la cui cultura, ricordiamolo, é espressione di uno dei cinque principali filoni della Tradizione, e l’accanimento con il quale presiedettero, prima alla distruzione del Nemeton e quindi, alla sua sorveglianza, la dice lunga sul carattere delle influenze emanate dal luogo che, nessuno puó illudersi su questo, non hanno nulla di spirituale, ma si rivelano, anzi, del piú basso dominio infero. La filiazione della cultura magica e religiosa dei Celti da Atlantide, epicentro della deviazione controiniziatica e l’esplicito richiamo a questa da parte di gruppi occultistici e satanisti, é fin troppo evocativa perché ci si soffermi oltre su questo aspetto.”
Anche in base alle succitate testimonianze degli autori classici latini, Essi danno un’originale soluzione sul Graal ipoteticamente celato a Rennes-le-Château che suscita, però, perplessità: “Tutte le ipotesi possono essere buone. Molto probabilmente poteva trattarsi di un ‘calderone’, del tipo descritto nella letteratura celtica, vera e propria ipostasi tenebrosa dell’autentico Graal. Indubbiamente era qualcosa di grande ed insostituibile importanza che non doveva assolutamente cadere nelle mani dei soldati cristiani di Re Luigi. É probabile che il ‘tesoro’ di Montségur sia stato nascosto a Rennes Le Chateau ed é quasi certo che le famiglie eretiche della regione – gli Hautpoul, gli Aniort, i Blanchefort – ne siano state le depositarie. La presenza di un tale oggetto nella regione era probabilmente nota ai Templari che non certo a caso, presidiarono tutto il territorio, mantenendo un costante e solerte controllo. Con la caduta dell’Ordine del Tempio, che ricordiamolo, presiedeva al collegamento con il Centro Tradizionale, la Contro-Iniziazione coglie un successo decisivo che le consentirá di dilagare in tutta Europa.”
Non si può non condividere quanto afferma Massimo Introvigne nel suo articolo, Rennes le Château: mistificatori e mistificazioni sul Graal, “Cristianità”, anno XXIV – n. 258, ottobre 1996: “Mariano Bizzarri e Francesco Scurria — nel libro italiano ‘Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di Rennes Le Château’ — offrono un’eccellente pars destruens, demolendo la mitologia costruita dai falsari alla Plantard. La sostituiscono però — con un linguaggio ispirato all’esoterista René Guénon (1886-1951), e secondo un procedimento già usato in Francia da cattolici ultra-conservatori — con una mitologia di segno contrario, secondo cui la leggenda dei merovingi ‘divini’ è stata costruita ad arte per nascondere il vero segreto di Rennes le Château: il paesino dei Pirenei è il centro di influenze — non divine ma diaboliche — più pericoloso del mondo, e il presunto Graal che vi è nascosto — al cui servizio si sono messi di volta in volta i celti con il loro santuario tra i boschi, i catari, la famiglia di Hautpoul e il parroco Saunière — è una sorta di porta dell’Inferno che permette a forze demoniache di dilagare nel mondo. Tesi, come si vede, affascinante ma non molto più facile da dimostrare di quelle di segno contrario sul Graal dei merovingi.”
E’ di chiara evidenza come la Weltanschauung romana non possa essere presa a modello di civiltà superiore ed elevata, com’è di altrettanta chiarezza che Giulio Cesare non possa assolutamente essere additato come fulgido esempio di personalità illuminata e benefica.
Se il folle autocrate fece distruggere completamente il nemeton occitano, ciò è dovuto al fatto che egli era adoratore delle demoniache Forze Oscure e bene fece Bruto ad organizzare la sua eliminazione. Purtroppo, il tirannicidio non sortì alcun effetto. Di lì a poco, Ottaviano, degno erede di Giulio Cesare, avrebbe oppresso Roma e soppresso ogni forma di democrazia.
Neanche Roma può essere presa come misura di paragone o Pietra d’Angolo del Bene: Corinto, Sagunto e soprattutto Cartagine rappresentarono i primi veri genocidi della Storia (anche se vi è da riferire che Cartagine venne condannata allo stesso trattamento che essa inflisse alle città di Tartesso, Mainake ed Hemeroskopeion), come orrida fu la crocifissione degli oltre seimila schiavi spartachisti sopravvissuti alla battaglia nei pressi del fiume Sele ed assisi sulla croce da Crasso lungo la Via Appia.
D’altro canto, la tipica condanna a morte in Roma era la damnatio ad bestias.
E’ Questo l’universo di bieca malvagità. E’ la Terra il luogo di reclusione dell’Universo.
Milioni di criminali demoniaci si sono succeduti sulla faccia della Terra, per realizzare gli obiettivi del Demiurgo.
Gli adoratori delle Forze Oscure, per migliaia di anni, hanno sovvertito ogni verità o realtà. Da Giulio Cesare ad Attila, da Gengis Khan al piccolo Napoleone, da Hitler a Stalin, dai criminali dittatori sudamericani a Mao tse-Tung e Pol Pot, fino ad arrivare agli attuali tiranni liberticidi, il Diavolo assume qualsiasi veste e cavalca sulla Terra da millenni, vivo e letale come i suoi monatti seguaci e vilissimi sicofanti.
Una serie di trasmissioni di “History Channel” andate in onda su Sky, dimostrano come Nostradamus avesse previsto l’epopea del basso, deforme, egotico e criminale psicopatico [tratti fisici e psicologici che accomunano tutti i tiranni Adoratori del Maligno] Napoleone Bonaparte, descritto come il primo degli Anticristi.
Il secondo Anticristo, per Nostradamus, era Adolf Hitler. Nella Centuria 2, Quartina 24, lo cita espressamente:
“Bestie feroci per la fame i fiumi guadano,
La maggior parte della battaglia sarà contro HISTER
Nella gabbia di ferro il grande sarà trascinato,
Quando il Reno l’infante di Germania osserverà.”
L’interpretazione potrebbe far riferimento ai carri armati ed altri semoventi (il cui ruggito è assimilabile a quello delle bestie feroci) che varcarono il Reno per annientare il Führer di Germania, nascosto nel bunker sotto la Cancelleria (gabbia di ferro).
Il Terzo Anticristo, l’essere che si contrapporra al Grande Avatar, Gesù Cristo, nella Fine dei Tempi (purtroppo vicinissima) è MABUS.
Mabus è, secondo la nostra personale interpretazione di cui assumiamo la piena paternità, la contrazione del nome di Belial negli antichi testi, cioè MAtanBUchuS, il fratello del demone Baphomet (la turpe entità adorata dai Templari secondo l’Inquisizione cattolica). La sconfitta dei primi due Anticristi, umani, ha indotto Satana a dare carne e vita ad uno dei suoi pià importanti Arconti per vincere la Battaglia contro le Forze della Luce e del Graal.
Comunque, i demoniaci dittatori hanno sempre pagato con la morte il fio della disgustosa alleanza con le forze del Male.
Giulio Cesare, il dittatore perpetuo, uomo ben poco imponente, fu giustiziato nelle idi di marzo del 44 a. C. dai difensori della Repubblica tra cui Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino ma la vile plebaglia, da sempre amante dei criminali rettiliani, ottenne la deificazione del dittatore appena due anni dopo insieme alla morte di tutti i suoi giustizieri;
Attila. il flaggellum Dei, venne ucciso da un’abbondante epistassi secondo le fonti ufficiali, ma, a parere di alcuni storici, egli venne avvelenato dall’ultima moglie nel corso della notte di nozze. Come la gran parte dei tiranni criminali, Attila era “basso di statura, con un largo torace a una testa grande; i suoi occhi erano piccoli” (Prisco di Panion), di lui si narra che, dopo la sconfitta inflittagli da Ezio nella battaglia dei Campi Catalaunici, “Duecento giovani fanciulle furono torturate con disumana ferocia: i loro corpi vennero legati a cavalli selvaggi e squartati, le ossa frantumate sotto le ruote dei carri e le membra abbandonate sulle strade in pasto ai cani” e che “abbia mangiato i propri figli Erp ed Eitil, che sua moglie gli servì dopo averli arrostiti nel miele” (Shelley Klein-Miranda Twiss, “I personaggi più malvagi della storia“, Newton & Compton Editori);
L’altrettanto piccolo Napoleone Bonaparte si rese colpevole della sottomissione ai suoi ordini dell’intera Europa, gli ordini di un parvenu autonominatosi imperatore che intendeva rivalersi sugli Europei per le sua pochezza fisica. Milioni di combattenti da entrambe le parti e milioni di civili di tutti i Paesi d’Europa pagarono un duro prezzo per tale follia. Alla fine, venne avvelenato con progressive quantità di arsenico, come attestato dagli esami effettuati anche a distanza di decenni sul suo corpo. “David G. Chandler, uno dei maggiori studiosi di Napoleone, deceduto il 10 ottobre 2004, dichiarò in una delle sue ultime interviste (Sunday Times, 12 gennaio 2003): ‘È per me chiaro, ora, che Napoleone è stato avvelenato. Oggi accetto questa conclusione, sebbene per molti anni abbia fortemente dubitato sull’intera questione.” (Wikipedia, voce “Teorie alternative sulla morte di napoleone”)
Altri pericolosi dittatori furono Benito Mussolini e Adolf Hitler. Il primo si vantava di radunare attorno a sè oceani di folle inneggiante. L’omicidio, il confino e il pestaggio feroce di tutti gli oppositori, le vergognose leggi razziali, le leggi contro la stampa e i partiti politici, la censura, i grandi falò di libri scomodi per il regime, l’alleanza al satanico Führer e l’immane (e prevedibile) disfatta militare portarono le stesse immense folle a rendere omaggio al suo cadavere in ben diversa maniera, come dimostrano le immagini che seguono.
L’araldo di Satana, Adolf Hitler, venuto a conoscenza della ignominiosa fine del suo alleato, decise per sè ed Eva Braun il suicidio ed un funerale nibelungico, pur di non cadere nelle mani dei suoi nemici ormai arrembanti. Sei milioni di ebrei, settecentomila rom, centinaia di migliaia di oppositori politici di sinistra, migliaia di ufficiali oppositori, omosessuali, disabili mentali, coraggiosi preti, migliaia di giornalisti liberi, decine di milioni di slavi di varie nazionalità, erano morti per soddisfare la sete di sangue del Moloch che dimorava nell’anima rettiliana del Führer
Il basso servo di Hitler, Joseph Goebbels, decise anch’egli di seguire nel suicidio, insieme alla moglie, il padrone, non prima di aver avvelenato nel sonno i suoi sei figli. In quelle ore concitate degli ultimi giorni di aprile 1945 andava in fumo, oltre al sogno del Terzo Reich millenario, l’idea di utilizzare la stampa asservita e i nuovi mezzi di comunicazione di massa al fine di brutalizzare la mente del popolo tedesco e dei popoli occupati. Identica fine meriterebbero tutti coloro i quali, ancora oggi, sopprimono le libertà fondamentali e reprimono i diritti dell’uomo per i loro immondi fini.
Anche il piccolo e immondo Iosif Vissarionovic Džugašvili (Stalin), colpevole della morte di decine di milioni di oppositori nei gulag, venne lasciato agonizzare per giorni, dopo l’ictus che l’aveva colpito il 2 marzo 1953, da Nikita Chrušcev, Lavrentiy Beria (che si vantò addirittura con Malenkov di averlo avvelento con le sue stesse mani) e Vyacheslav Molotov.
Riportiamo, infine, la giusta fine di un altro basso dittatore, il comunista Nicolae Ceausescu, colpevole di qualsiasi nefandezza e crimine ai danni del popolo rumeno ed anch’egli, come Mussolini, fucilato insieme alla sua donna.
I vili schiavi della Massoneria eversiva hanno usato ed usano qualsiasi mezzo, anche a costo della vita, pur di impedire alla libertà di vedere la luce ed ostacolare il risveglio degli Eletti di Atlantide, che riporteranno il Bene e l’Ordine Sacro sulla Terra devastata dalle Forze delle Tenebre.
Eletto è chi si affanna per riuscire a scorgere almeno i bagliori della Luce della Verità, allontanandosi dai beoti e dagli schiavi che non vogliono né sentire, né vedere, né parlare.
Os habent, et non loquentur;
oculos habent, et non videbunt.(Salmi, 113:13)
E, a similitudine dell’Arcangelo Michele che calpesta ed uccide il Male, gli esseri dominati da Satana e dai suoi Arconti verranno schiacciati dagli Appartatori di Bene come se fossero viscide, unte e putride blatte.
“Sollevai le braccia verso il sole. Sapevo esattamente dove si trovava. A ovest del nostro mondo. Schiaffeggiato dal vento e dalla pioggia, salutai l’invisibile astro, così presente durante tutta la mia avventura. Conoscevo persino il siginficato stesso della nostra lotta: il sole ritrovato degli iperborei era il sole invicibile.” (Jeam Mabire, “Thule, Il sole ritrovato degli Iperborei”, Edizioni l’Età dell’Acquario)
SANG REAL
“Il Santo Graal – in antico francese Sangraal o Sangreal, forse il Sang Réal, il Sangue Regale che stilla dal corpo di Gesù, dall’uva che del suo corpo è simbolo, i pommes bleus!Se Gesù Cristo, che la Chiesa aveva dichiarato risorto, giaceva sepolto sotto il Cardou e il pastore di Poussin indicava il meridiano del Sito in ‘Les Bergers d’Arcadìe’, allora il significato di ET IN ARCADIA EGO [SUM] (…) si chiariva anch’esso. Ci trovavamo di fronte all’anagramma
ARCAM DEI TANGO
Tocco la Tomba di Dio
Che lascia fuori quattro lettere: E, I, S, U. (…) Questo lascia una sola possibilità: IESU (…)
Tocco la Tomba di Dio, Gesù.”
(Richard Andrews & Paul Schellenberger, “Alla Ricerca del Sepolcro”, Sperling & Kupfer Editori)
IL GRAAL E LA DEA MADRE
Vi è un’altra connessione tra il Graal e l’Antica Dea Madre.
Secondo vari autori che ritengono plausibile l’esistenza della civiltà di Atlantide, la civiltà legata all’età dell’Oro, questa non poteva che essere una società matriarcale o quantomeno rispettosa di un rapporto totalmente equalitario ed armonico tra i sessi.
Non interessa in questa sede dimostrare la fondatezza di tali teorie, quanto il fatto che le leggende greche considerassero incontrovertibile che a capo della mitica isola ci fosse una donna e non un uomo: Antea.
E se è vero che le Piramidi di Giza e quelle (apparentemente) controverse di Visoko in Bosnia furono costruite più di 12.000 anni fa, è altrettanto ovvio che esse sarebbero il frutto di una superiore civiltà del passato: Atlantide, appunto.
“L’uomo cominciò ad evolversi attorno a una specie di ‘primitiva nebulosa’. Mentre i corpi aumentavano gradualmente di densità, gli uomini persero il loro potere di plasmarsi e cominciarono a divenire schiavi della materia. Con l’evoluzione degli uomini in lemuriani si svilupparono le passioni violente, perché la materia condizionava l’uomo più velocemente di quanto gli occorresse per imparare a controllarla. I suoi desideri malvagi crearono violente forze naturali, le quali distrussero Lemuria. Atlantide esisteva già. Gli atlantidi sono stati i nostri antenati. Poiché la nostra razza —la quinta razza fondamentale— aveva perso i suoi poteri naturali di chiaroveggenza, abbiamo dovuto sviluppare alcune qualità alternative. Abbiamo quindi sviluppato la forza della ragione. La prima sottorazza (della quinta razza), gli indiani, erano essenzialmente “spirituali “. La seconda, i persiani, accettavano la materia e per loro la vita era una battaglia tra la materia e lo spirito, nella quale lo spirito era il bene e la materia il male. La successiva sottorazza, gli egiziani-caldeibabilonesi, si avvicinò di un passo nell'”accettare” la materia. Poi arrivò la sottorazza grecoromana, la quale si spinse persino troppo lontano nell’accettare il mondo della materia. Il compito dell’uomo moderno dovrebbe essere quello di riequilibrare gli opposti punti di vista fra gli indiani e i romani: trattare la materia come un alleato, senza tuttavia arrendersi ad essa.” (Giorgio Galli ne “Hitler e il Nazismo Magico” cita Colin Wilson, “Detective dell’impossibile”, Sugarco)
L’età dell’oro è indossolubilmente legata al matriarcato, ad un mondo in cui uomini e donna potevano ricoprire qualsiasi ruolo politico o sociale e pertanto la principale divinità non poteva che essere femminile. la Grande Madre.
“Secondo Zecharia Sitchin, queste divinità femminili, del tutto omologhe
L’incredibile longevità di questa Entità le avrebbe permesso di sintetizzare e rielaborare generazioni umane nell’arco di migliaia di anni, in un infinito ciclo di morte e rinascita, divenendo la Dea Madre-Dea Terra per antonomasia.” (www.isoladiavalon.eu, voce ilum)
Questa epoca di infinito rinnovamento, immortalità fisica e continua creazione è spezzata dall’avvento di YHWH o JHWH.
JHWH è un dio maschile, che ha spezzato la ciclicità della Storia imposta dalla Dea: un tempo, per rendere fertili i campi, il compagno della Dea veniva sacrificato ogni anno per un novello sposo, come raccontano numerosi miti in altrettante numerose varianti. JHWH quindi si impone come unico e onnipotente Dio; un dio geloso, sottolinea la Bibbia. (…) Questa passata religione matriarcale è stata successivamente considerata come età dell’oro dai movimenti femministi, un’era primigenia nel quale il ‘Potere’ era nelle mani delle donne, e tutto si trovava in un equilibrio perfetto, destinato però a crollare per l’arroganza del maschio usurpatore, portatore di guerra e distruzione. (Wikipedia, voce Robert Graves)
Il culto della Dea Madre, considerato pagano, dovette assumere una veste cristiana e così le icone della Grande Madre divennero incarnazioni della Madonna e tramite questa finzione continuò e prosperò il culto di tante Madonne Nere in tutta Europa.
Tale aspetto si lega al Catarismo che divenne l’ultimo baluardo delle dottrine gnostiche e bogomili, fino al grande massacro apportato in Linguadoca dalla crociata albigese una crociata di cristiani contro cristiani che costò all’Occitania un milione di vittime.
Il Vangelo gnostico di Filippo e soprattutto il Vangelo di Maria Maddalena, negletti dal Concilio di Nicea, recuperati dai Culti Gnostici, dovettero ritornare occulti, come occulta doveva rimanere la storia di Maria Maddalena, legittima sposa di Cristo, che dalla Terra Santa giunse fino a Marsiglia (in occitano: Marselha o Marsiho, in latino: Massilia o Massalia) portando in grembo il figlio di Gesù. Si insediò in Occitania e da Lei sarebbe scaturita la stirpe reale di Gesù (sang real) anche se quasi certamente non fu la fonte della dinastia pipinide.
Perché Maria Maddalena scelse la Linguadoca per trovare ricetto?
“C’è addirittura uan tradizione secondo la quale la madre di Maria Maddalena sarebbe stata originaria della Liguadoca.” (Kathleen Mc Gowan, op. cit.)
Oppure il motivo potrebbe risiedere nel campo energetico permeante la zona di Rennes-le-Château, come se si trovasse ai bordi di una diversa dimensione spazio-temporale, evidenziato dal blocco degli orologi elettronici in cotale zona (evento testimoniato da svariati testimoni).
La dea-nera, in realtà, è il sole nero, quel sole di cui Akhenaton tentò di riportare il culto e la consapevolezza. Il sole nero è l’ipostasi dell’immanifesto, dell’impermanente, del vuoti generatore da cui tutto può discendere, quella dimensione dalla quale i nostri pensieri evocano e manifestano la realtà che, solo in seguito, i sensi sperimentano. Il Grande Vuoto dei Nativi Americani e delle culture asiatiche, il Campo di Energia teorizzato da Max Planck, il mare della potenzialità di Deepak Chopra dal quale nasce ogni forma esistente. (Devana, La Via degli Immortali, Melchisedek Edizioni)
Qualunque sia la ragione è innegabile che in Occitania risiede il maggior numero di chiese consacrate al culto della Santa Maddalena, quale appunto quella di Rennes-le-Château.
Emblematico risulta essere anche l’eponimo “Marie de Negre” che indicherebbe “la Maria Nera” e, quindi, “Maria Maddalena”.
Ancora più misterioso il fatto che tale nome sia stato imposto a diverse donne, come se esse dovessero incarnare e ricordare a livello immanente il mistero gnostico di Maria Maddalena, di cui la più nota fu “Marie de Negre d’Ables, marchesa del casato di Blanchefort. (…) Una leggenda locale, narra che Marie apparve misteriosamente nel paese, come dal nulla, nella sua prorompente ed affascinante giovinezza, sostenendo di essere orfana. Nessuno seppe mai dire dove fosse nata, quanti anni avesse esattamente e chi fossero stati i suoi precettori. (…) A mano a mano che gli anni trascorrevano, François d’Hautpoul subisce sempre piú il fascino della moglie, tanto che fu questa a prendere in mano le redini della conduzione della famiglia e a stabilire i matrimoni di alcune delle sue figlie. Nel 1740 Marie de Negre dette il via ad un serio restauro della chiesa di S. Maria Maddalena e fu in quella occasione, che il marito piazzó sotto le finestre della chiesa quelle strane croci di legno di cui si é detto. Intanto su Marie de Negre cominciavano a circolare voci che la facevano depositaria di un favoloso segreto, trasmesso di generazione in generazione, che avrebbe permesso di essere ricchi e potenti. Si cominció a favoleggiare del tesoro mai ritrovato dei Templari e di chissá quali arcani misteri di cui sarebbe stato detentore l’Ordine del Tempio.” (Mariano Bizzarri e Francesco Scurria, op. cit.)
Proprio sulla stele e sulla lapide di Marie de Negre, dama d’Hautpoul, imperversò continuamente Bérenger Saunière, il noto curato della chiesa della Santa Maddalena di Rennes-le-Château, tanto da venire denunciato alla prefettura da alcuni suoi concittadini che sospettavano che il loro parroco avesse addirittura profonato la tomba della loro patrona, per innominabili scopi. Non pare, tra l’altro, che quella fosse l’unica tomba profanata da Saunière.
E’ di particolare rilievo la notizia che i marchesi di Hautppul-Blanchefort potessero annoverare tra i loro avi addirittura un Gran Maestro dell’Ordine dei Templari e cioè Bertrand de Blanchefort , nominato Gran Maestro nel 1156.
Nel 1909 Saunière distrusse l’iscrizione posta sulla tomba di Marie Negre, che fortunatamente era già stata raccolta da precedenti studiosi. Un recente anagramma dell’iscrizione distrutta è “Isis e regis regesta ad cellam archis in pago pueri RCC”, che tradotto significherebbe “la pietra di Iside trasportata da Rennes alla cella di Arques, nel paese del bambino RCC”. Un ulteriore riferimento alla pietra del Graal.
Il culto ed il fervore attorno alla Maddalena rimase, comunque, un segreto occulto ed esoterico. Non dimentichiamo, infatti, che in base al Malleus Maleficarum, il libello che aveva giusticato l’uccisione di centinaia di migliaia di donne accusate di stregoneria, l’essere femminile non andava considerato altro che il ricettacolo e contenitore preferito dal Male.
Per l’ortodossia religiosa era, quindi, eretico chiunque credesse che Maria Maddalena era moglie del Cristo.
Gli uomini, grazie all’opera dei Templari, vengono invitati a venerare la verità che è celata dietro al simbolo da essi creato e non la falsità celata dietro la materia governata dagli Arconti. Un esempio è il culto della Maddalena che essi celano ai credenti dietro il culto delle Madonne nere o dietro i simboli quali la torre nel mosaico di Otranto. (Sabato Scala. ibidem)
MATRIX
A parere dei testi Gnostici, il mondo materiale non è altro che mera illusione, la Matrix creata dal Demiurgo al fine di tenere l’anima degli Eletti prigioniera e schiava della materia, separata per sempre dalla Luce del Vero Dio.
“Il Mondo ebbe origine da una trasgressione. Colui che lo ha creato voleva farlo incorruttibile ed immortale ma fallì…Poiché l’incorruzione del mondo non esisteva, non esisteva l’incorruzione di colui che lo creò.”(Vangelo di Filippo 75,10)
Il Vero Dio della Luce, per contrastare il Turpe Demiurgo e i monatti Arconti e gli Umani suoi schiavi, ha emanato l’Eone Gesù per risvegliare la vera umanità e riportarla alla Gnosi tramite il ritorno al Pleroma.
Anche gli Ofiti avevano una visione analoga.“Con la denominazione di Ofiti (= serpente) o Naaseni (ebraico nâhâsh = serpente) si individuano tutti i sistemi gnostici, che veneravano il Serpente corruttore di Adamo ed Eva, ritenuto elargitore agli uomini della conoscenza del Bene e del Male preclusa dal Dio del Vecchio Testamento, creatore del mondo, ma, ritenuto dalla gnosi, inferiore al Dio supremo.” (Wikipedia, voce Ofiti)
Bohm scrisse che ‘noi dobbiamo imparare ad osservare qualsiasi cosa come parte di una Indivisa Interezza’ (‘Undivided Wholeness’), cioè che tutto è uno. (Wikipedia, voce David Bohm)
L’ALBERO DELLA CONOSCENZA – L’ILLUSIONE DELLA MATERIA
Per l’ennesima coincidenza (e a questo punto le coincidenze sono troppe per
“YaHWeH disse: ‘Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’Albero della Vita, ne mangi e viva per sempre’.“(Genesi 3,22)
“Gesù era un Nazireo. Il prefisso è in entrambi i casi ‘Naz’, che significa ‘Serpente’. I Nazirei erano una setta di gnostici proveniente da Oriente, che si fuse con il gruppo degli Esseni. Gesù riunì il sapere della Kundalini d’Oriente con il sapere Atlantideo proveniente dal clero di Osiride, a cui era stato iniziato in Egitto. La leggenda di Gesù deriva dal mito di Mitra, infatti San Paolo credeva che Egli ne fosse la reincarnazione.” (Mark Amaru Pinkham, Hera n. 96)
Il Dio veterotestamentario, il Demiurgo, in questo scenario, pur con i suoi enormi poteri è inferiore agli umani, poiché non possiede alcuna energia divina, mentre una scintilla di pura trascendenza è insita negli Eletti umani. Yaldabaoth, consepevole della cosa, ordinò agli Arconti di suggere tutte le energie positive dell’uomo, per spegnere questa scintilla. L’emanazione del vero Dio, Gesù, si trasformò in serpente affinché Adamo ed Eva mangiassero i frutti dell’Albero della Conoscenza, così da risvegliarsi e ritrovare la memoria della Sophìa, la Conoscenza Divina.
Morpheus, in quel film rivelatore che è Matrix, dice a Neo: “Sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene in una prigione che non ha sbarre, che non ha odore. Una prigione per la tua mente.”
Il supremo Apostolato sacrificale di Gesù Cristo è evidente: Risvegliare dal torpore gli Umani in grado di vedere la Luce. Quando Essi vedranno e capiranno, Essi saranno liberi.
Diventa chiara, a questo punto, un’altra massima evangelica. “Gesù allora disse ai suoi discepoli: ‘In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli’.” (Matteo 19,23)
Colui il quale è ricco di potere materiale è schiavo dell’illusione, della Matrix creata dal Demiurgo e non sarà mai libero e mai più ritornerà al Pleroma, alla Eterna Perfezione.
“Nel famoso Concilio di Nicea (325) il cui livello sembra che fosse tale da far dire ad un suo mordace contemporaneo trattarsi di un ‘sinodo di sciocchi’ (Socrate lo storico, “Historia ecclesiastica”), gli ariani ebbbero la peggio. Gli fu strappato di mano il loro credo, glielo sbriciolarono e annientarono. E l’imperatore Costantino, allora non ancora battezzato, impose ai prelati nel Credo chiamato niceno una formula che nessuna delle parti contendenti aveva sostenuto: l’uguaglianza sostanziale del figlio col pare, l’identità dell’unica sostanza divina in entrambe le persone, il concetto di homousia (in latino consubstantialis). Che non derivava affatto (…) dalla teologia della Chiesa, la quale l’aveva condannato esplicitamente ancora nella seconda metà del II secolo!” (Karlheinz Drescher, “La Chiesa che mente“, Massari Editore)
“L’equilibrio istituito da Constantino tra CHiesa e Stato doveva durare fino alla Riforma e oltre, con vari gradi di oscillazione. Ma l’inserimento della Chiesa nei più alti livelli di faccende dello Stato non si verificò senza pagare un prezzo. Il concetto di colpa sarebbe diventato la moneta corrente della Chiesa. (…) Il peccato originale sarebbe diventato l’altro randello con cui bastonare i credenti. Il destino dell’uomo occidentale passò in un attimo dalla visione ellenic adell’individuo libero legato al destino personale, ai rigori morali del cristianesimo statale.” (Richard Andrews & Paul Schellenberger, op.cit.)
GLI ARCONTI
Mille sono i nomi per descrivere e circoscrivere i servi del Demiurgo: custodi Arconti, Angeli Caduti, Demoni, Vigilanti, Guardiani, Agenti Smith, LAM, Grigi, Dragoni, Rettiliani o, come li definiva Carlos Castaneda, Los Voladores:
Gli sciamani toltechi scoprirono la presenza di esseri oscuri posti direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili.
Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la patina luminosa.
Le entità oscure sono particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire furono chiamati los voladores, ovvero quelli che volano.(…) I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie…”
Ecco cosa dice don Giovanni a Carlos Castaneda: “Esiste un predatore che è emerso dalle profondità del cosmo e ha assunto il comando delle nostre vite. Gli esseri umani sono suoi prigionieri. Il predatore è nostro signore e padrone. Ci ha resi docili, inermi. Se vogliamo protestare, egli reprime le nostre proteste. Se vogliamo agire indipendentemente, esige che non lo facciamo… per tutto questo tempo ho menato il can per l’aia, insinuando in voi il dubbio che qualcosa ci stia tenendo prigionieri. Siamo davvero prigionieri! (Carlos Castaneda)
“Io sono unico e conquistatore. Non appartengo agli schiavi che periscono. Che essi siano dannati e morti. Amen. (…) Perciò colpisci forte e basso e mandali all’inferno, maestro. (…) Nasconditi! Allontanati! Attaccali! Questa è la legge della battaglia della conquista; così il mio culto vivrà nella mia casa segreta. (…) Calpesta i pagani: distruggili, oh guerriero, ti consegnerò la loro carne perché tu la mangi.” (Aleister Crowley, “Book of the Law“)
“Questo è un tipico esempio del modo di sentire dei rettiliani del livello inferiore della quarta dimensione e della cerchia di satanisti al loro servizio. Se tutto questo assomiglia straordinariamente a ciò che si legge nell’Antico Testamento a proprosito dell’ira di Dio, la ragione di ciò è che fu certamente
“E’ inoltre estremamente probabile che i presunti rapimenti di terrestri non siano in realtà mai avvenuti, per lo meno non sul piano fisico che conosciamo, anche se questo non esclude che reali creature (o aborti di creature, o pure e semplici parodie di creature abbiano veramente preso corpo nel nostro mondo da tempi immemorabili: forme di vita di tipo Tulpoide (e non extraterrestre) che a quanto sembra hanno sempre convissuto con la specie umana su questo stesso pianeta(come è probabile che sia avvenuto anche su altri pianeti), sottoponendola ad ogni genere di angherie, tentazioni, illusioni, e anche istigandola a inventare religioni o sette. (…) Alla luce della trattazione di Fiorella Rustici, essi potrebbero essere intesi come degli ‘anti-angeli’ inviati da quella parte completamente contorta di ‘Costruttori’, per far propagare la fazione buia della creazione, in sostanza per creare il Regno dell’Inferno qui in Terra, dacendo leva sull’ignoranza, sull’ingenuità e sulla stupidità di larga parte degli esseri umani, ma soprattutto sulla paura. (…) E’ probabilmente questo che serve la tecnologia dell’oscura intelligenza che sta dietro a tutto questo: nutrirsi della paura, che per questa intelligenza è pura energia, e usarla (cioè usando noi!) come onde scalari per sintetizzare da essa le creature che questa intelligenza desidera che esistano.” (Massimo Teodorani, ibidem)
Il Regno del Male è stato realizzato qui sulla Terra ad opera di Satana (Archetipo dell’Entità Rettiliana) con la collaborazione dei Demoni (Arconti o Grigi) e gli umani che si prostituiscono e pervertono e corrompono gli altri in cambio di energia spirituale (ottenuta per il tramite di oscuri riti satanici (ved. infra), denaro e potere.
Da quando il film è uscito negli Stati Uniti tre settimane fa, riscuotendo un clamoroso successo di critica e pubblico, sono spuntati centinaia di blog, articoli di giornale, messaggi su Twitter e video su YouTube per protestare contro il lungometraggio. (…) ‘Istiga al suicidio’. Come riporta la Cnn, molti spettatori hanno raccontato di aver avuto pensieri suicidi e depressione dopo la visione del film.A scatenare il dibattito online un post dal titolo ‘La depressione causata dal sogno di Pandora’ pubblicato sul forum di Avatar. Sembra infatti che a far emergere i sentimenti negativi sia l’impossibilità di vivere in un mondo come quello creato da Cameron, una realtà onirica ben diversa dalla vita di tutti i giorni. Mike sul sito ‘Naviblue’ esprime tutta la sua frustrazione: ‘Da quando ho visto Avatar sono depresso. Guardando il favoloso mondo di Pandora, ho realizzato che vorrei vivere in un posto così. Ho pensato di uccidermi, magari rinascerò in un luogo simile a quello del film, dove tutto è come in Avatar’. Anche Eltu nel suo post sul forum di Avatar condivide il disprezzo per la realtà: ‘Quando mi sono svegliato la mattina dopo essere stato al cinema, il mondo mi è apparso grigio. Il mio lavoro, la mia vita, tutto ha perso ogni valore. E’ tutto così insignificante, è un mondo di morte‘.Il sintomo principale di questo male di vivere è la voglia di fuggire dalla realtà. Hill, 17 anni, sente il bisogno di evasione: ‘Sono depresso perchè voglio vivere a Pandora, dove ogni cosa è perfetta. Inoltre, mi sento triste perchè il mio mondo fa schifo, sono disgustato da come la razza umana ha distrutto la Terra‘. (www.lastampa.it, articolo, “Avatar istiga al suicidio”)
A quanto pare, è stato necessario un film di virtual reality per mostrare ad alcuni che il mondo in cui viviamo è un ‘mondo di morte’, dominato dal male, in cui la vita non è affatto bella, dove tutti i beni proposti come ricchezza, dal denaro alla televisione, dallo sport ai cellulari, dagli hamburger alle automobili, dal sesso sfrenato allo show biz sono solo vile pattume, catene per cui ci indebitiamo, al fine di lasciarci avvingharci in altre catene che ci tengono schiavi per l’Eternità, a vantaggio dei Quisling umani.
“Il domino [degli Arconti] è tanto più efficace quanto più i dominatori sono spietati e sono invisibili. L’invisibilità non coinvolge solo la vista, ma soprattutto la capacità di intuire la tirannide occulta e il complesso delle sue attività. Il Dominio invisibile spinge i dominati a credere che il Deminio non esista, che il Male non esista, spinge a illudersi su una condizione di libertà che in realtà è una condizione di schiavitù eterna mascherata da libertà. (…) Nel ‘Documento di Damasco’ 4:15, gli Esseni mostrano che coloro i quali avevano occhi per vedere, sapevano come il mondo e l’umanità fossero manipolati dagli Arconti, e che gli Arconti avessero accalappiato l’umanità con una triplice rete, un elemento puramente cospirazionistico, ma inteso a un livello decisamente più sottile: lussuria, ricchezza e contaminazione del Tempio. Essi lanciarono un monito, affermando che chi riusciva a evitare una rete, incappava inevitabilmente in un’altra, tale è l’astuzia dei Dominatori.” (Mike Plato, “La Cospirazione Celeste“, Mensile Fenix, n. 5)
La triplice rete, della lussuria, della ricchezza, della contaminazine del Tempio, è la trappola dei Dominatori che tiene tuttora in schiavitù la razza umana.
Per consentire alla magia di avere presa su di noi, non dobbiamo fare altro che bandire ogni dubbio dalla nostra mente. Una volta eliminati i dubbi, tutto diventa possibile. (Carlos Castaneda)
E’ emblematico come negli ultimi tempi si moltiplichino i tentativi da parte dell’industria dei media di spacciare i mostruosi LAM (conosciuti anche come Grigi o Arconti) quali esseri “amorevoli”. Sembra esserci un oscuro plot da parte delle Forze Ferali che dominano il Pianeta di preparare gli Umani ormai condizionati all’ingresso definitivo nel nostro piano dimensionale di tali orride entità.
Si prenda ad esempio il testo dell’ultimo singolo di Katy Perry, “ET”:
(…) Potresti essere un demone – Potresti essere un angelo – Il tuo tocco è magnetico – Mi sento volare – (…) Dicono che dovrei aver paura – Tu non sei come gli altri – (…) Hai un dna differente – (…) Sei di un altro mondo – Di una diversa dimensione – (…) Sono pronta per partire, lasciami andare verso la luce – (…) Prendimi, prendimi – Voglio essere una vittima – Sono pronta per il rapimento [abduction] – Sei di un altro mondo – Di una diversa dimensione – (…) Infettami con il tuo amore e Riempimi del tuo veleno.
Come se taluno cercasse una sorta di “Captatio benevolentiae” per tali entità, vengono realizzati anche cartoon quale “American Dad” o film come “Paul” dove il Grigio viene mostrato nella veste di simpatica canaglia.
LA MANIPOLAZIONE DEGLI ELETTI
Su alcune forme di controllo che i servi Arconti realizzano sugli Umani consigliamo la lettura della gran mole di materiale presente nel Web sugli studi compiuti da quell’inclito e geniale studioso che è Corrado Malanga.
Ma è ovvio che forme altrettanto penetranti di manipolazione e controllo delle menti dell’Umanità Eletta vengono perpetrate dai Guardiani Umani. Miliardi di turpi, putridi e piccoli esseri umani, assolutamente incapaci di vedere la Lux Aeterna e invidiosi di chi la percepisce, per secoli e secoli si sono prostituiti e si prostituiscono tuttora agli intenti ed ai vili fini del Folle Demiurgo, vendendo sè stessi, la propria progenie e chiunque riescano ad irretire e corrompere, il tutto al fine di ricavarne un ridicolo vantaggio materiale o un risibile potere.
“Adesso sulla Terra sono presenti miliardi di corpi, che producono emozioni e sensazioni come nutrimento ai nostri Creatori [il Demiurgo e i suoi turpi Arconti N.d.R.], i quali qui da noi sono proprio scienziati alieni specialisti in vatie discipline scientifiche. Ma se è vero che qui sulla Terra ormai le emozioni maggiormente sviluppate sono la paura, la sofferenza, il fallimento, il sesso sfrenato senza amore, allora questo vuol dire che i nostri scienziati creatori sono ormai molto degradati, se si nutrono di queste energie. E infatti il nostro mondo è ormai un girone infernale. A questo punto ciascuno creatore è diventato un Anti-Dio (…). Noi, più sviluppiamo la nostra parte positiva più trasformiamo negativa e impura dentro di noi. e meno subiamo l’influsso della razze di mostri: sia quelli da noi creati, sia quelli che vivono nell’Inferno e insieme a noi. Ed è chiaro che, più ci traformiamo in mostri negativi, e più attraiamo verso di noi i mostri che vivono nell’Inferno, per vibrazione energetica simile.” (Fiorella Rustici, “E Dio creò la Mente”, Macro Edizioni)
“E non dimentichiamo che ogni momento su questo pianeta, nei luoghi più disparati, hanno luogo riti folli e innominabili, fondati su presunte ‘conoscenze esoteriche’ o para-alchemiche (…), il cui scopo è proprio quello di far acquisire potere ai partecipanti facendo vendere loro letteralmente l’anima oppure di favorire la sintesi di questi tulpa sotto forma di ‘homunculus’ (…). Allora: ci vuole o non ci vuole una Scienza che scovi una volta per tutte questi folli meccanismi? Magari non è affatto difficile capire il perché la scienza che si cela dietro certi processi viene sistematicamente soppressa… Ma certi riti, no, quelli sono sistematicamente tollerati. Del resto nella società ‘democratiche’ esiste ‘libertà di culto’ per tutto. Allora dove sta la vera regia della nostra società? Proprio alla luce di tutto questo non è dunque difficile comprendere che l’azione di queste entità eteriche contorte si esplica anche con la collaborazione compiacente di una parte della razza umana, oltre che come semplice vampirismo di certe ‘energie’ prodotte dall’uomo (come ad esempio quella relativa alla ‘paura’, per citarne almeno una) e usate come nuclei attrattori per la creazione di qualcosa che non è umano.” (Massimo Teodorani, ibidem)
Ricordiamo quanto riportato dall’autorevole storico Michael FitzGerald, autore di “Storm Troopers of Satan” e “Adolf Hitler: A Portrait”, riguardo i riti orridi celebrati dalla Società Vril a cui partecipava il guivane Adolf Hitler, nella Monaco dei primi anni venti.
Il quadro, tratteggiato a tinte fosche, è quello di un’immonda società occulta dedita al Satanismo, alle orge, al sacrificio umano.
La Società Vril era dedita al Male. Attraverso il controllo del Partito Nazista, gli affiliati commisero le più grandi atrocità del XX secolo.
Gli occultisti della Vril lavoravano nel più assoluto segreto per incrementare il potere Ariano. Ciò andava dagli omicidi politici all’evocazione degli spiriti dei morti, fino ai sacrifici umani e all’evocazione della mistoriosa energia Vril per il tramite delle [più innominabili] orge sessuali.
Le orge erano il mezzo per evocare energie occulte e per dar vita a bambini apparententi ad una nuova ‘Razza Superiore’ per ripopolare una Germania devastata. Si dice che in tali orge le donne venissero possedute da oscure entità e che iniziassero a parlare in lingue sconosciute [tra cui l’antico Sumero o Accadico]. E le loro profezie venivano tenute nella massima considerazione.
Ma il lato più oscuro della Società Vril riguarderebbe la propensione a compiere sacrifici di bambini della più tenera età. Sarebbero stati pugnalati al petto e le loro gole tagliate.
Al culmine del potere nella Monaco degli anni ’20 centinaia di bambini scomparvero. Si presume che molti di questi siano stati uccisi per evocare l’energia Vril. Questa affermazione può risultare assurda, ma considerando quanto questa gente perpetrò nel Terzo Reich, tutto ciò risulta addirittura normale.
Centrale nella Società Vril era la ricerca del Messia Germanico che avrebbe guidato gli Ariani alla dominazione mondiale ed allo sterminio delle altre razze, in particolare gli Ebrei. E la sua venuta era stata predetta da un’entità che si era definita la ‘Bestia del Libro della Rivelazione’.
In una seduta tenuta dagli adepti Alfred Rosenberg e Dietrich Eckart, si dice che la Bestia avesse preconizzato la venuta di un uomo chiamato ‘Hitler’ che avrebbe imbracciato la ‘Lancia del Destino’ e guidato gli Ariani dando loro il Potere.
Il Terzo Reich, come molte Nazioni ‘democratiche’ attuali, puntava tutto sul controllo dei Mass Media al fine di controllare il pensiero delle stupide masse attirate solo dai beni materiali e dalle false e grevi promesse del Führer o del ducetto di turno. Ecco cosa affermava il folle, piccolo e basso Joseph Goebbels, Ministro – appunto – della Propaganda nella Germania Nazista, sulla propaganda tesa al controllo delle menti:
Questo è il segreto della Propaganda: ciò che si vuole ottenere lo si deve impregnare con la propaganda miscelata con la propaganza. Senza che ciò che ci interessa sappia di esserlo.
Naturalmente, la propaganda ha un suo fine, ma tale scopo deve essere mascherato così intelligentemente e virtuosamente che il destinatario non si renda conto di essere comandato.
Niente sarà ciò che è,poiché tutto sarà ciò che non è.E, al contrario, ciò che è, non sarà.E ciò che non sarà, sarà.Capito? (Lewis Carroll, “Alice nel paese delle meraviglie”)
“La dottrina esoterica sfruttata dai nazisti per irdurre il popolo tedesco in un o stato di ipnosi di massa, viene oggi usata per ipnotizzare la razza umana a livello globale. (…) Egli [Goebbels] sapeva che la gente crede a a ogni cosa le venga ripetuta abbastanza spesso e che è fondamentale architettare eventi tali da creare nella mente collettiva la mentalità del tipo ‘si deve fare qualcosa.'” (David Icke, op. cit.)
Gridate una bugia abbastanza a lungo e la gente ci crederà. (Adolf Hitler)
E’ sommamente interessante quanto riportato dal noto giornalista Chris Irvine, in un articolo sul Daily Telegraph del 22 ottobre 2008: Egli ha rivelato un episodio finora sconosciuto della Germania Hitleriana. Scienziati tedeschi lavoravano alacremente per una televisione via cavo da diffondere in tutta la Germania e da utilizzare a fini propagandistici, nello stile del “Grande Fratello” di George Orwell.
Joseph Goebbels si avvide subito delle enerme potenzialità del mezzo televisivo poiché, come egli affermò, “una trasmissione radiofonica diventa visibile solo con l’aiuto della fantasia, che non può essere tenuta sotto controllo. Ciò non avviene con le trasmissioni televisive”.
Gli attuali controllori delle mente si sono resi ben conto di tale realtà, tanto di utilizzare il mezzo televisivo al fine di evitare accuratamente che le masse possano immaginare e quindi pensare liberamente.
Profetico è Fahreneit 451 ove il protagonista, Guy Montag ha il compito di rintracciare tutti coloro i quali si sono macchiati del reato di lettura, bruciandoli assieme ai loro libri. L’unico mezzo utilizzato per istruirsi è, infatti, la televisione brutalmente controllata dal governo per impedire ogni libertà di pensiero.
Un esempio di quanto i Nazisti fossero maestri nell’arte della disinformazione e manipolazione del pensiero fu l’incendio al Reichstag, il Parlamento Tedesco, scoppiato il 27 febbraio 1933. “Quasi certamente l’idea dell’incendio era nata nelle menti di Goebbels e di Göering. Hans Gisevius, a quel tempo funzionario del Ministero prussiano degli Interni, ha testimoniato a Norimberga che ‘fu Goebbels a pensare per primo a dar fuoco al Reichstag’, e in una sua testimonianza giurata Rudolf Diels, capo della Gestapo, ha aggiunto che ‘Goering sapeva esattamente come l’incendio doveva essere appicato’, e che a lui aveva ordinato di ‘preparare, prima dell’incendio, una lista di persone da arrestare subito dopo di esso’.” (William L. Shirer, “Storia del Terso Reich”, Giulio Einaudi Editore)
Venne preso, ovviamente a pretesto, per sopprimere la democrazia e le libertà civili nella Germania nazista. “L’ìndomani dell’incendio, egli [Hitler] s’impose al presidente Hindenburg e gli fece firmare un decreto ‘per la protezione del popolo e dello Stato’, col quale venivano soppressi i sette articoli della costituzioneche garantivano le libertà individuali e civili. (…) Ma con l’inventare e presentare in forma, per così dire, ufficiale, la strombazzata minaccia comunista, seminò il panico tra milioni di appartenenti alle calssi medie e contadine, convincendoli che se non avessero votato per il nazionalsocialismo nelle imminenti elezioni, i bolscevichi avrebbero preso il sopravvento” (William L. Shirer, op. cit.)
La mistificazione più criminale organizzata dai Nazisti fu l’“incidente di Gleiwitz”, il finto sconfinamento alla frontiera polacco-tedesca preso a pretesto per l’aggressione della Polonia che avrebbe determinato lo scoppio della II Guerra Mondiale.
Ecco quanto dichiarò Alfred Naujocks, uno degli organizzatori dell’incidente, al Processo di Norimberga: “Secondo le istruzioni impartitemi dovevo occupare la stazione radio e tenerla il tempo necessario per permettere a un tedesco (che conosceva la lingua polacca), messo a mia disposizione, di trasmettere un discorso in quella lingua. (…) Müller [il capo della Gestapo] dichiarò di avere a disposizione dodici o tredici ciriminali che avrebbero indossato uniformi polacche e che sarebbero stati lasciati morti sul luogo dell’incidente.”.
L’azione attuata il 31 agosto 1939 e denominata “operazione Himmler” ebbe successo e, come sempre accade, la stampa internazionale abboccò all’esca gettatagli e la fanfara mediatica permise ad Hitler di utilizzare questa truffa come casus belli e dichiarare guerra alla Polonia il 1° settembre 1939.
Vi sono diversi altri casus belli veramente troppo comodi per le Nazioni che volevano entrare, giustificatamente agli occhi dell’opnione pubblica, in guerra.
Il 25 gennaio 1898 la corazzata statuniense USS Maine gettò le ancore nella baia dell’Avana, a Cuba. Il Presidente americano McKinley non perdeva occasione per aggredire verbalmente la Spagna, colpevole di recare grave nocumento agli interessi americani nella zona caraibica e nelle Filippine. In realtà McKinley cercava ogni pretesto pur di provocare la Spagna ed arrivare ad una guerra contro un avversario debole e facile da sconfiggere, in piena decadenza militare ed economica.
Tre settimana più tardi, alle 9,40 della sera del 15 febbraio, la corazzata esplose. 266 uomini di equipaggio decedettero nell’esplosione, ma tra questi non figurarono il comandante, Charles Sisgbee, che si salvò insieme ai più alti ufficiali della nave.
Venne ordinata un’immediata inchiesta e il 28 marzo, la US Naval Court of Inquiry di Key West decise che la causa dell’esplosione era stata una mina navale.
Ovviamente la crisi precipitò immediatamente e la guerra portò i frutti sperati con perdite ancore minori rispetto alle previsioni.
Cuba divenne indipendente e trasformata in una sorta di protettorato americano e Porto Rico, Guam e Manila vennero occupate dagli Americani, trasformando gli USA in una potenza mondiale.
Nel 1976, l’Ammiraglio Rickover, insieme ad un gruppo di esperti, dimostrò che l’esplosione era avvenuta per cause interne, non per una mina. Venne ipotizzato che la deflagrazione fosse avvenuta per l’incendio di un deposito di carbone (un evento tutt’altro che raro nelle navi mosse dall’energia del vapore, infatti anche nel Titanic c’era una carbonaia in fiamme sin dalla partenza da Southampton).
Ed è impossibile che tali episodi non riportino alla mente altri avvenimenti sconvolgenti utilizzati come casus belli.
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Johann Wolfgang von Goethe)
IL DIO OCCULTO
E’ Abraxás, da cui deriverebbe la parola magica Abracadabra. “Il nome si riteneva avesse un potere apotropaico, attribuito al valore numerico delle sue sette lettere che sommate, secondo la numerazione greca, davano il numero 365 (a=1 ß=2 ?=100 a=1 s=200 a=1 ?=60).” (Wikipedia, voce Abraxas)
“L’uccello lotta per uscire dall’uovo. L’uovo è il mondo. Per nascere devi distruggere un mondo. L’uccello vola a Dio. Il nome del Dio è Abraxas.“ (Hermann Hesse, Demian)
Lascia peraltro perplessi più che il fatto che i Padri della Chiesa considerassero Abraxás un demone, piuttosto l’iconografia classica, che lo tratteggia come un essere fantastico, della testa di gallo, il corpo umano con indosso un’armatura e due serpenti come gambe.
Il primo ad utilizzare il termine Abraxás come sinonimo del Dio Supremo o Dio Occulto fu lo Gnostico alessandrino Basilide di cui, purtroppo, non è rimasto alcuno scritto. L’autore venne considerato un eresiarca e, quindi, tutta la sua produzione venne destinata alle fiamme e all’oblio, cagionato anche dal vastissimo seguito popolare di cui poterono fregiarsi il Marcionismo ed il Valentinismo, a differenza del Basilidianesimo.
Un altro spunto interessante: “il bogomilismo, in sintesi, riteneva che Dio avesse due figli: Satanael (il diavolo), il primogenito, e Michele (l’Arcangelo). Satanel si ribellò al padre e si trasformò in una creatura malvagia la quale, una volta cacciata dal regno dei cieli, creò l’inferno e la terra, cercando nel contempo, di generare l’uomo: non riuscendovi chiese aiuto al padre che soffiò l’anima nel corpo inanimato. Così ormai padrone dell’uomo per aver creato la sua parte materiale, Satanel permise ad Adamo di colonizzare la terra.” (Wikipedia, voce diavolo)
IL VANGELO DI GIUDA
Proprio recentemente c’è stato un impressionantel colpo di scena. April D. Deconick ha pubblicato un articolo sul New York Times, intitolato Gospel Truth ove dimostra che nel Vangelo, Giuda, ben lungi dall’essere il migliore dei discepoli di Gesù, viene definito demone. In realtà non è stato compreso, per un macroscopico errore di traduzione che Giuda “is a specific demon called the “Thirteenth”. In certain Gnostic traditions, this is the given name of the king of demons — an entity known as Ialdabaoth who lives in the 13th realm above the earth. Judas is his human alter ego, his undercover agent in the world. These Gnostics equated Ialdabaoth with the Hebrew Yahweh, whom they saw as a jealous and wrathful deity and an opponent of the supreme God whom Jesus came to earth to reveal.” (“è un demone speciale denominato “il tredicesimo„. In determinate tradizioni Gnostiche, questo è il nome dato al Re dei demoni – un’entità conosciuta come Ialdabaoth che vive nel tredicesimo regno sopra la terra. Giuda è il suo alter ego umano, il suo agente segreto nel mondo. Questi Gnostici hanno identificato Ialdabaoth con il Yahweh ebraico, nel quale hanno visto una divinità gelosa ed iraconda ed avversaria del Dio Supremo che Gesù era venuto sulla Terra a rivelare.”)
Quindi il Vangelo di Giuda rimane nel solco delle tradizioni gnostiche Basilidiane e Sethiane (o Seziane): “Vi sono due specie di esseri umani: i primi sono uomini dall’anima immortale, creati da Dio secondo l’archetipo; i secondi sono esseri mortali, discendenti da Adamo e generati da un angelo del caos. Gli ultimi, la maggioranza degli uomini, non sono in grado di raggiungere la salvezza e praticano culti in onore di un falso dio, non conoscendo affatto la natura del vero Dio.” (Wikipedia, voce Vangelo di Giuda)
L’UNIVERSO OLOGRAFICO
Sembrerebbe aver ragione David Icke quando afferma che l’Universo è un’illusione olografica, identica a Matrix. Ma in un’intervista l’astrofisico Gerry Zeitlin afferma qualcosa di lievemente diverso e sicuramente più stimolante per chi appartiene al Mondo degli Eletti:
I DONI PER GLI ELETTI
E’ comunque emblematico il costante riferimento in tutti i testi antichi e nelle antiche leggende ad esseri divini o superiori, il cui scopo precipuo è quello di risvegliare l’Umanità Eletta ed i doni recati da tali entità, in cui non mancherebbe mai una pietra nera dagli incredibili poteri , attivati per il tramite di segreti e riti iniziatici che solo gli affiliati, i più vicini alla cerchia delle entità, potevano conoscere.
Proprio per tutelare ed occultare tali formidabili segreti, Koch avrebbe fondato l’Ordine de “Die Herren vom Schwarzen Stein”, “I Signori della Pietra Nera” e questo occulto ordine avrebbe avuto importanti ramificazioni in Germania, Austria, Nord Italiaed anche nella parte nord-orientale della Francia, in Inghilterra, Scozia e Irlanda, nel sud di Norvegia e Svezia, nonché centri in Medio Oriente e Caucaso, ed infine sull ‘isola di Cipro.
Gli affiliati venivano scelti con grande oculatezza, indifferentemente di entrambi i sessi, dallo stesso Koch, in aperta violazione ai dettami previsti dall’Ordine Templare.
Dopo la fondazione i legami di Koch con i Templari sarebbero divenuti solo formali ed egli non avrebbe confessato ai suoi superiori il possesso della Pietra Nera.
Nel Parzival, Wolfram von Eschenbach, afferma che il luogo ove sarebbe conservato il Graal sarebbe il Castello di Munsalvaesche (Mons Salvationis), che da alcuni, non ultimi i monaci di Montserrat, sarebbe stato identificato appunto con il Castello di Montserrat in Catalogna.
OTTO RAHN
Anche l’Ahnenerbe, Studiengesellschaft für Geistesurgeschichte‚ Deutsches
Malgrado il fatto che fosse stato caldamente raccomandato dal dittatore Franco, Himmler non ricevette alcuna collaborazione dai monaci del Monastero. Potrebbe essere possibile, invece, che una valigetta portadocumenti del Reichsführer contenente le mappe d’ingresso per le più segrete gallerie di Montserrat sia stata rubata dai servizi segreti britannici all’Hotel Ritz di Barcellona ove la delegazione tedesca alloggiava.
Per impedire che Adolf Hitler entrasse in possesso della Pietra Nera o della Coppa di Smeraldo…
Nel primo afferma di essere stato contattato da un comandante di U-Boot, presentatosi con il nome di ‘Wilhelm Bernhart’. Questi gli avrebbe rivelato che la Lancia di Longino o Lancia del Destino, uno degli oggetti che, pur con varie denominazioni, è sempre stato legato a doppio filo con il Graal.
La lancia conservata nella Schatzkammer dell’Hofburg di Vienna sarebbe un falso, mentre il reperto autentico sarebbe stato nascosto, insieme ad altri tesori nazisti, in Antartide, dal colonnello Maximilian Hartmann e, nel 1979, lo stesso Hartmann avrebbe recuperato tali oggetti.
Per dimostrare la fondatezza della rivelazione, Bernhart avrebbe mostrato il diario di bordo della spedizione. Buechner, dopo aver parlato con gli altri membri della spedizione e con persone al corrente dei fatti tra cui Artur Axmann, si convinse della veridicità delle afermazioni di Hartmann.
E, infatti, “Alle 14 e10 del 30 Aprile 1945, lo stesso giorno in cui Hitler si suicidava a Berlino, la Heilige Lance venne recuperata dagli americani. Il Generale Patton ammise successivamente che, per qualche istante, fu tentato di tenerla: anche lui, infatti, era un conoscitore di cose occulte, ed era al corrente dei suoi presunti poteri. Poi prevalse il buon senso: la Heilige Lance fu restituita all’Austria, ed è ancora possibile ammirarla nel posto dov’era precedentemente: nella Weltliche Schatzkammer dell’Hofburg di Vienna. Nel saggio Adolf Hitler and the Secrets of the Holy Lance (Adolfo Hitler ed i segreti della Lancia Sacra), pubblicato a tiratura limitatissima da una piccola casa editrice di Stelle, Illinois, (U.S.A.), il Colonnello Howard A. Buechner ed il Capitano Wilhelm Bernhardt asseriscono che Himmler, braccio destro del führer nazista, fece realizzare segretamente da un artigiano giapponese un perfetto duplicato della Lancia sacra. Nel 1945 la falsa Heilige Lance fu spedita a Norimberga, ove subì le vicissitudini riportate, mentre quella vera fu trasportata da un sottomarino (l’U Boat 530), in un nascondiglio segretissimo tra le montagne del ghiacciaio Muhlig Hiffman, nell’Antartide. La lancia sarebbe stata recuperata da una misteriosa (ed organizzatissima) setta denominata Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra, ed ora riposerebbe in un nuovo nascondiglio, sorvegliata dai cavalieri, il cui obiettivo pare sia il mantenimento della giustizia e della pace nel mondo.” (Esopedia, voce Lancia di Longino)
Un’altra testimonianza sull’argomento: “A questo punto e’ il caso di citare brevemente l’episodio dell’ U-Boat 977 (Classe VIIc). Il suo comandante, il capitano di vascello Heinz Schaeffer, il 10 maggio riceve l’ordine di arrendersi mentre sosta nelle acque della Norvegia meridionale. La resa e’ uno shock, non la puo’ accettare, non vuole consegnare la sua nave e non si vuole dare prigioniero insieme ai suoi ragazzi: dopo un consiglio di guerra solo sedici tra questi, tutti quelli con famiglia in Germania, chiedono di lasciare la nave per tentare di raggiungere casa (ma vengono fatti prigionieri poco dopo) mentre il resto della ciurma segue il suo capitano in un progetto pazzesco, il raggiungimento dell’Argentina per rifarsi una nuova vita lontano dai campi di prigionia. Con i viveri razionati al massimo e senza il minimo rifornimento di carburante, passano l’Equatore il 23 luglio e raggingono Mar del Plata il 17 agosto, totalizzando 108 giorni di navigazione di cui 66 in continua immersione (record secondo solo a quello stabilito dall U-Boat 978, 68 giorni senza mai emergere). Ma qui c’e’ l’atroce beffa: il governo argentino ha voltato la gabbana e l’equipaggio viene consegnato agli statunitensi. Durante l’interrogatorio al quale viene sottoposto, Shaeffer si sente ripetere due domande in particolare: 1) perche’ non si era arreso il 10 maggio? A questa non risponde; 2) durante il viaggio aveva portato con se’ anche Adolf Hitler e Martin Borman? Di fronte a questa se ne rimane altrettanto muto.
Sono le stesse domande fatte al comandante Wilhelm Bernhard dell’U-Boat 530 (Classe IXc) che pure viene catturato poco prima del 977 in quelle stesse acque, e’ il caso di sottolineare che il 530 viene indicato da piu’ parti (compreso il libro scritto proprio da Bernardt in collaborazione con Howard A. Buechner) come il mezzo con il quale venne portata in Nuova Svevia [Neuschwabenland, in Antartide] l’originale lancia di Longino, mentre a Norimberga ci sarebbe la falsa.” (Pensatore, “La Svastica sull’Antartide. Una ‘contaminatio’ Aliena-Nazista-Americana”)
Tutto coincide, apparentemente.
Ed invece potrebbe non essere così.
Il comandante dell’U-Boot 977 (“Unterseeboot”) Heinz Schaeffer scrisse un libro, “U-Boat 977” – Ed. Norton, ove afferma che il 30 luglio la radio di bordo aveva coperto il segnale di una stazione radio americana ove si affermava che il comandante dell’U-Boot 530, Otto Wermuth, era stato trasferito negli USA dopo essersi arreso all’Argentina il 10 luglio 1945.
Buechner, ricordiamolo, aveva scritto Emerald Cup insieme a Wilhelm Bernhardt e colà veniva presentato, appunto, come il comandante dell’U-Boot 530.
Una tale incongruenza non poteva non saltare all’occhio, considerato che Wermuth era un personaggio, come dire, “validato” dal punto di vista storico, a differenza di Bernhardt. Anche se, quasi sicuramente il nome Bernhardt è uno pseudonimo.
Rimane comunque il dubbio sul motivo per cui questi equipaggi abbiano percorso quasi diecimila miglia marine, in condizioni di incredibile disagio, per finire ugualmente nelle mani del nemico americano, a guerra ormai conclusa.
Joseph Farrell nel suo “Reich Of The Black Sun: Nazi Secret Weapons & The Cold War Allied Legend”, Adventures Unlimited Press, afferma che il Progetto Manhattan era, all’inizio del 1945, sull’orlo del fallimento. La quantittà di uranio arricchito prodotto era del tutto insufficiente anche per i soli test, per non parlare della produzione di una vera arma nucleare.
Pertanto, come avrebbero potuto gli Stati Uniti radunare l’uranio necessario per le bombe di Hirosima e Nagasaki oltre al Trinity Test avvenuto nel deserto di Alamogordo, il 16 luglio 1945?
La soluzione che fornisce Farrell è l’unica credibile: “Naturalmente la risposta è che se il Progetto Manhattan non era in grado di produrre sufficiente uranio arricchito nel breve lasso di tempo rimasto – mesi piuttosto che anni – allora il suo stoccaggio è stato arricchito da una fonte esterna e c’è una solo posto credibile con la necessaria tecnologia in grado di arricchire uranio in tale scala. (…) Questa fonte era la Germania Nazista. (…) All’inizio del 1941, secondo la storica Margaret Gowing, la Germania aveva già raffinato 600 tonnellate di uranio in ossido di uranio, la forma richiesta per ionizzare il materiale in un gas, in cui gli isotopi di uranio possono essere magneticamente o termicamente separati o l’ossido può essere ridotto in metallo tramite un reattore nucleare. (…) Gli Stati Uniti non erano riusciti a ridurre l’uranio nella sua forma metallica in quantità notevoli fino alla fine del 1942. Invece, i tecnici tedeschi, alla fine del 1940 avevano già prodotto 280,6 kilogrammi di uranio metallico.”
I Tedeschi, il 16 dicembre 1944, quando iniziò l’Offensiva delle Ardenne, sembravano aver ottenuto il tempo necessario per allestire diverse bombe atomiche e stavano sviluppando il vettore per sganciare una bomba atomica su New York, essendo state concretizzate le specifiche previste per l’Amerika bomber.
Il bombardiere che suo tempo venne prescelto per l’attacco nucleare all’America, lo Junkers Ju 390 a sei motori, aveva la possibilità, partendo prima dalla Francia e successivamente, perso il territorio francese, dalla Norvegia, di raggiungere New York, rilasciare l’ordigno nucleare e tornare alla base.
Nel marzo 1956 “RAF Flying Review” pubblicò una lettera ove si affermava che uno Junkers Ju 390, partito da Bordeaux, aveva effettuato il volo fino ad un punto a pochi kilometri da New York ed era tornato alla base, dopo 32 ore di volo ininterrotto, senza che nessun areo alleato avesse la possibilità di avvistarlo o intercettarlo.
Mentre fervevano i primi preparativi dell’incredibile attacco a New York, l’avanzata sovietica si era esaurita in Polonia, ed il momento sembrava propizio per un attacco a sorpresa ad Ovest.
Era però indispensabile che l’offensiva delle Ardenne programmata nel dicembe 1944 fermasse l’avanzata Alleata per almeno sei mesi.
All’inizio il successo arrise spettacolarmente alla truppe hitleriane, ma presto, a causa dei ritardi negli approvvigionamenti, alla mancanza di riserve ed all’inaspettata forza di reazione americana, l’offensiva si arrestò e venne definitivamente sbaragliata il 27 dicembre 1944, tanto che il feldmaresciallo tedesco von Rundstedt, comandante delle forze tedesche ad occidente, la definì la “seconda Stalingrado”.
Le migliori forze corazzate tedesche e l’élite della Fanteria vennero definitivamente annientate, tanto che, secondo alcuni analisti, la guerra in Europa potè terminare un anno prima.
L’OKW e lo stesso Feldmaresciallo von Rundstedt avevano fatto presente al Führer la rischiosità dell’impresa e la mancanza di riserve sufficienti ad alimentare un’offensiva dagli obiettivi così ambiziosi. “Il piano tedesco Wacht am Rhein (“Guardia sul Reno”) per l’Offensiva Von Rundstedt. era di dividere l’avanzata alleata, raggiungere la Mosa e quindi tagliare verso nord per assediare Anversa.” (Wikipedia, voce Offensiva delle Ardenne)
Nel momento topico, venne a mancare il carburante per i mezzi corazzati, avendo perso la Germania gli approvvigionamenti del petrolio rumeno di Ploesti.
L’ex caporale della I Guerra Mondiale era stato, come sempre, irremovibile e, malgrado il fattore sorpresa e l’utilizzo di nuovi mezzi, come il primo bombardiere a reazione della Storia, l’Arado Ar 234 e il poderoso cacciacarri Jagdpanzer, le Ardenne rappresentarono non solo l’ultima offensiva ma anche la definitiva disfatta della Wermacht.
I Tedeschi persero la Francia, dove era più semplice allestire il bombardamento atomico dell’America.
Mantennero fino all’ultimo il controllo sulla Norvegia, l’unico luogo da cui era possibile dar partire l’attacco ad una città della Costa Orientale. La contemporanea offensiva di primavera 1945 degli Alleati ad Ovest e dei Sovietici ad Est resero, però, impraticabile qualsiasi operazione di tale
I Nazisti fino all’ultimo giorno , però, accarezzarono l’idea del bombardamento di New York e gli Alleati mostrarono di crederci, anche se la versione ufficiale era che i Tedeschi non si avvicinarono mai all’arma atomica.
Si legga a tal riguardo un articolo pubblicato dal Washington Post il 29 giugno 1945, dal titolo “Erano pronti a bombardare New York”, ove si parla del ritrovamento ad Oslo di un gruppo di bombardieri pesanti Heinkel (forse He 277 modificati) di lunghissima gittata pronti per “una missione su New York”.
Successivamente gli Alleati modificarono la realtà dei fatti storici, arrivando ad asserire che i Tedeschi erano lontanissimi dalla realizzazione dell’arma nuclare. Dopo la resa tedesca, dieci scienziati tedeschi tra cui Heisenberg, un vero genio vincitore del Nobel per la Fisica nel 1932, (e non, come tanti fanfaluchieri, capaci di vincere il Premio Nobel solo a parole) e Hahn, scopritore della fissione nucleare, vennero radunati nella Farm Hall, in Inghilterra, nell’ambito dell’Operazione Epsilon. Le loro conversazioni vennero registrate per scoprire il livello di conoscenza tedesco in ambito nucleare. Tali registrazioni furono del tutto inconcludenti.
La storia è la menzogna comunemente accettata. (François-Marie Arouet – “Voltaire”)
Il giorno dopo l’esplosione nucleare di Hiroshima, gli scienziati tedeschi vennero informati del bombardamento e venne loro chiesto di dare un commento tecnico.
Heisenberg, in quel contesto particolare, avrebbe affermato una cosa del tutto inverosimile e cioè che la bomba nucleare era irrealizzabile perché, secondo i suoi calcoli, avrebbe richiesto 13 tonnellate di uranio arricchito, contro i 40 chili effettivamente necessari.
La cosa lascia estremamente perplessi. E’ difficile credere che gli scopritori della fissione nucleare ed un genio della Fisica quantistica fossero tanto distanti dalla verità.
Pertanto, o Heisenberg mentì o le sue affermazioni furono volutamente distorte.
Infatti, come ebbe a dire il Generale Leslie Groves, il Responsabile del Progetto Manhattan, “La maggior parte della stampa pubblicò per intero le notizie divulgate da noi. Questa fu una delle poche volte in cui le dichiarazione del Governo furono date esattamente come doveva essere fatto”. E’ presumibile, pertanto, che la stampa pubblicasse (come ha sempre fatto, in tutto il mondo), l’esatto contrario della verità.
Non si spiegherebbe, altrimenti, l’impegno profuso dall’esercito tedesco per approvvigionarsi dell’acqua pesante prodotta dal Vemork Norsk Hydro a Riukan, nel Telemark Norvegese, né l’energia dispiegata dagli Alleati per sabotare l’impianto stesso nell’Operazione Gunnerside, come narrato dal film “Gli eroi di Telemark”, basato su fatti storicamente accaduti.
Se per la produzione della bomba atomica fossero state necessarie tonnellate di uranio arricchito, mentre la massima produzione annua era di un centinaio di chili all’anno, i Tedeschi avrebbero immediatamente abbandonato il programma nucleare, cosa che in realtà non avvenne mai.
Lo stesso Heinsenberg, rendendosi conto che non era credibile che il promulgatore del principio di indeterminazione fosse stato tanto incompetente, cercò di far passare l’ipotesi di avere sabotato, per scrupoli morali, il programma nucleare tedesco, come sostenuto in “Heisenberg’s War” di Thomas Power e nell’opera teatrale “Copenhagen” di Michael Frayn.
In realtà i Nazisti erano ad un passo dal bombardare New York o Washington con bombardieri pesanti Junkers Ju 390 o Heinkel He 277. E gli Alleati erano consapevoli di tale pericolosissima spada di Damocle, come evidenziato dall’articolo del Washington Post sopracitato.
“Nel 2005, lo storico berlinese Rainer Karlsch pubblicò un libro, Hitlers Bombe, nel quale venne riportate come prova, diversi documenti che mettevano in evidenza di come la Germania nazista avesse testato armi nucleari nell’isola di Rügen e presso Ohrudruf.” (Wikipedia)
E’ a questo punto che si innesta la vicenda dell’U-boot 234.
Il sottomarino U-234, di classe XB, posamine oceanico, partì da Kiel il 25 marzo 1943 agli ordini del comandante Fehler. Con a bordo un carico in grado di cambiare le sorti della II Guerra Mondiale e diretto in Giappone.
Nella stiva c’era qualcosa di incredibile: 560 chilogrammi di ossido di uranio contenuti in barre cilindiche d’oro (l’utilizzo dell’oro era giustificato dal fatto che, all’epoca, un chilo di uranio arricchito costasse ben 3,5 milioni di dollari del tempo), fusibili all’infrarosso per armi nucleari. E, tra i passeggeri, l’ideatore dei fusibili stessi, Dr. Heinz Schlicke e due ufficiali giapponesi, il colonnello Genzo Shosi e il capitano Hideo Tomonaga.
“Il 25 marzo 1945, l’U 234 partì per la sua importante missione, lasciando il porto di Kiel e con la rotta che puntava verso la base di Kristiansand, in Norvegia, dove si dovevano stivare altri fusti chimici. Tra il 15 e il 16 aprile, il sommergibile ripartì nuovamente. (…) avrebbe dovuto percorrere il seguete tragitto: innanzitutto inoltrarsi nell’Oceano Atlantico, passando per il mare del Nord, raggiungere quindi il capo di Buona Speranza e quindi sfociando nell’Oceano Indiano, raggiungere la base di Penang in Malesia, dove avrebbe sbarcato l’importante carico contenuto nella sua stiva.” (Wikipedia, voce “U-234“)
Sembrerebbe, inoltre, che nel sommergibile fossero presenti i risultati della sperimentazione nazista, probabilmente sul fronte orientale, dei proiettili all’uranio impoverito. Che il progetto fosse di derivazione nazista è stato rivelato dal Dr. Siegwart-Horst Günther, Presidente della Croce Gialla Internazionale, nell’articolo: “Uranium missiles: After Zyklon B, a new German technology for a weapon of mass destruction”.
Ivi afferma, “Secret service reports have now shown that German military leaders planned to use radioactivity at the end of 1943. It is probable that the development of ‘special missiles’ also dates back to this time.”
Nello stesso articolo, il Dr. Günther dichiara che, a causa degli studi compiuti su civili iracheni (perlopiù bambini) venuti a contatto con proietti di uranio impoverito di isotopo 235 (DU- Depleted Uranium) e che avevano sviluppato le tipiche gravi patologie legate alla radioattività, subì due tentativi di omicidio e venne persino arrestato in Germania. In prigione venne reso oggetto di violenze di ogni tipo.
L’ennesima dimostrazione che questo è un Mondo Oscuro dominato delle Tenebre.
I Tedeschi, quando fornirono agli alleati Giapponesi la gran parte dell’uranio arricchito prodotto, avevano una chiara intenzione. Anche se la Guerra in Europa era ormai persa, fornire ai Giapponesi la possibilità di disporre di armi nucleari avrebbe potuto ribaltare l’esito del conflitto ormai defintivametne compromesso dal punto di vista delle armi convenzionali.
D’altro canto la produzione industriale in Germania era ormai azzerata. Non così per i Giapponesi, i quali erano ancora in grado di produrre, con tale carico, almeno due testate nucleari.
Ma l’8 maggio 1945 la Germania accettò la resa incondizionata e il nuovo capo del Governo provvisorio, il Grandammiraglio Dönitz ordinò di “interrompere tutte le attività militari e consegnarsi agli Alleati”.
Il Comandante del sommergibile 234 decise di arrendersi e di consegnarsi insieme al carico agli Americani.
I due ufficiali Giapponesi si suicidarono con del veleno (o vennero uccisi) per il loro ostinato rifiuto di onsegnarsi agli Americani e le salme lasciate in mare aperto.
Il 15 maggio il sommergibile venne avvistato dalla U.S.S. Sutton a scortato fino al porto di Portsmouth.
Il carico venne preso in consegna dal “Comandante Alvarez”, il quale si occupò anche del trasferimento del Dr. Schlicke che venne successivamente interrogato sul funzionamento dei fusibili.
Sarà poi lo scienziato Luis W. Alvarez a risolvere il problema dei fusibili per l’innesco della bomba al plutonio sganciata su Nagasaki. Una ben strana coincidenza.
Ciò che risulta sconcertante è che, pur potendo recarsi in Giappone, l’equipaggio avesse deciso di consegnarsi agli Americani, quando altri U-boot (ved. sopra) preferirono affrontare migliaia di miglia di mare in condizioni estremamente disagiate, nella speranza di rimanere liberi in Argentina.
E’ ovvio ritenere che il carico e l’esperto in detonatori nucleare siano stati ceduti in cambio di qualcosa. Un patto scellerato?
Secondo quanto riporta Wikipedia, voce Martin Bormann, alcuni “sostennero che [Bormann, divenuto capo del NSDAP dopo il suicidio di Hitler e Goering] avesse legami con i servizi segreti americani, che avesse pronta un’appetibile ricompensa per la sua salvezza: uranio e scienziati tedeschi. Si racconta di come nei primi di maggio del 1945 si fosse imbarcato ad AmburgoU-Boot 234, e, arrivato in Spagna, scappò verso il Sud America. Nel marzo1966 durante un’intervista televisiva il figlio di Adolf Eichmann, Klaus, convinto che Bormann si trovasse in Sud America, gli lanciò un’aspra invettiva.”
Ma, “l’ultimo uomo ad averlo visto era stato Erich Kempka, autista di Hitler, durante la notte fra il 1° e il 2 maggio 1945. Kempka sostenne di aver visto Bormann essere mortalmente colpito dall’esplosione di un serbatoio, nel tentativo di attraversare le linee nemiche russe.” (Wikipedia, voce cit.)
Quindi, anche se Kempka avesse mentito e Bormann fosse riuscito ad attraversare incolume le linee sovietiche, raggiungendo infine un porto sicuro (ma quale, con le Forze Alleate ormai ovunque?) per salire a bordo sull’U-234 tra il 5 e il 6 maggio 1945, il sommergibile non sarebbe arrivato il 16 maggio negli USA. L’U-Boot avrebbe docuto navigare quasi sempre in immersione per attraversare acque ormai completamente controllate dalle Forze Aeronavali Anglo-Americane, e tenendo presente la sua velocità massima in immersione (7 nodi orari), sarebbero stati necessari non meno di venti giorni, per raggiungere la Costa Orientale degli Stati Uniti rendendo difatto impossibile l’avvistamento del Sutton il 15 maggio.
Bormann non era a bordo dell’U-234.
Ma qualcosa gli Americani dovettero cedere per avere in cambio l’uranio arricchito da utilizzare nei loro reattori e produrre il plutonio 239 utilizzato nel test di Trinity e per la bomba al plutonio, Fat Man utilizzata a Nagasaki il 9 agosto 1945.
Come sagacemente ha fatto notare Farrell nella sua opera più volte citata, perché gli Americani decisero di testare ad Alamogordo la bomba al plutonio 239 che sarebbe stata utilizzata per seconda e non la bomba al plutonio 235, materiale utilizzato in Little Boy il 6 agosto 1945 ad Hiroshima?
Qualcuno aveva già testato con successo, prima di loro, quella bomba. I Tedeschi.
Cosa abbero in cambio i Tedeschi? La possibilità di fuga per alcuni gerarchi nazisti, magari lo stesso Hitler o l’opportunità di celare il Graal e la Lancia del Destino?
Un’obiezione che viene spesso contrapposta dai detrattori dell’avvenuto utilizzo americano di uranio arricchito di provenienza tedesca è che non si sarebbero motivazioni sufficienti per nasconderlo.
Ed, invece, ci sono due motivi. Il primo è che persino i capi militari americani erano fortemente restii all’utilizzo della bomba atomica, per motivi morali e per l’inutilità del suo utilizzo, come spiega Wikipedia (voce Bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki), “Alcuni hanno sostenuto che i giapponesi erano già sostanzialmente sconfitti, e quindi l’uso delle bombe non era necessario. Il generale Dwight D. Eisenhower consigliò così il Segretario alla Guerra Henry L. Stimson, nel luglio del 1945. L’ufficiale più alto in grado nel Teatro del Pacifico, generale Douglas MacArthur, non venne consultato in anticipo, ma disse in seguito che sentiva che non ci fosse giustificazione militare per i bombardamenti. La stessa opinione venne espressa dall’Ammiraglio di Flotta William D. Leahy (Capo di Stato maggiore del Presidente), dal generale Carl Spaatz (comandante delle Forze Aeree Strategiche statunitensi nel Pacifico), dal Brigadiere generale Carter Clarke; dall’Ammiraglio Ernest King, (Capo delle Operazioni Navali statunitensi), e dall’Ammiraglio di Flotta Chester W. Nimitz (Comandante in Capo della Flotta del Pacifico).”
L’altro è contenuto nella lettera a quattro mani rivolta al Presidente Roosevelt da Albert Einstein e Leo Szilard, “Se i tedeschi avessero gettato bombe atomiche sulle città al posto nostro, avremmo definito lo sgancio di bombe atomiche sulle città come un crimine di guerra, e avremmo condannato a morte i tedeschi colpevoli di questo crimine a Norimberga e li avremmo impiccati.”
Se l’opinione pubblica mondiale, già sconvolta per le centinaia di migliaia di vittime provocate dalle bombe sul Giappone, avesse saputo che il bombardamento atomico era inutile ed evitabile e soprattutto che l’uranio utilizzato era delle stesse “Potenze del Male”, il danno all’immagine politica e morale dei Liberatori Alleati sarebbe stata definitivamente compromessa
LA LANCIA DEL DESTINO
Attualmente, la Lancia del Destino sarebbe conservata da una società segreta tedesca. I Signori della Pietra Nera.
In “Emerald Cup”, Buechner scrive che “[Rahn] esplorò le grotte di una zona conosciuta come Sabarthez [nella zona di Montsegur], in particolare, le grotte di Ornolac e la vasta caverna di Lombrives. Qui trovò una grande camera che era conosciuta tra le genti locali come la ‘Cattedrale’, perché era servita come luogo di incontro per gli antichi Catari. Nella sala principale c’era una grande stalagmite conosciuta come la ‘Tomba di Ercole.’ In una terza grotta, di Fontenet, c’era una stalagmite bianca come la neve, chiamata l’ Altare.
All’interno delle grotte del Sabarthez [Rahn] scoprì camere nelle cui pareti erano incisi in graffiti i sigilli caratteristici dei Cavalieri Templari, insieme ai ben noti simboli dei Catari. (…) Un’immagine molto interessante, scolpita nella pietra di una grotta, rappresentava chiaramente il disegno di una lancia. Questa raffigurazione richiama subito alla mente la lancia grondante sangue delle leggende Arturiane, che è, ovviamente, la Lancia Sacra [la Lancia di Longino] che trafisse il fianco di Cristo nella crocifissione.
Rahn deve avere scoperto qualcosa che lo indusse ad esporre una strana teoria. Egli giunse alla conclusione che la Coppa di Smeraldo era solo uno dei Graal, mentre in realtà ve n’è stato [almeno] un altro. (…)
Il secondo Graal, secondo Rahn, era una pietra, o più precisamente, una raccolta di tavole di pietra, in cui erano incise testimonianze di una superiore civiltà del passato o la Verità Ultima, purtroppo in una lingua che nessuno era in grado di decifrare. (…)
Nei tempi antichi, la parola ‘Gorr’ manifesta il concetto di ‘pietra preziosa’, mentre ‘Al’ indica ‘scheggia’ o ‘stilo’ con cui scrivere. Da ciò deriverebbe l’etimo di Gorral o Graal, che starebbe a significare la Pietra delle Preziose Incisioni.”
Rahn non riuscì però a concludere la ‘Queste du Graal’. Il 13 marzo 1939 venne trovato morto congelato in una montagna vicino a Söll, in Tirolo.
Ma la ricerca sarebbe comunque continuata. Himmler prima e Miguel Serrano poi ritenevano in maniera tanto incredibile quanto assurda che i fondamenti cosmogonici e teologici del Catarismo rappresentassero i semi prodromici di un’elaborazione dottrinaria il cui punto di arrivo era costituito dall’antisemitismo nazista. Infatti, secondo Nicholas Goodrick-Clarke, essi seguono “la tradizione gnostica catara identificando in Jehova, il Dio dell’Antico Testamento, il demiurgo malvagio. Come i dualisti medievali, questa eresia ripudiò Jehova come un dio falso e un mero esecutore nei confronti del vero Dio, molto lontano dal regno di mortali. Questa dottrina gnostica chiaramente conduceva a pericolosissime implicazioni nei confronti del popolo ebraico. Dato che Jehova era, a tutti gli effetti, la loro divinità primigenia, ne conseguiva che essi fossero a tutti gli effetti gli adoratori del demonio. Assurgendo così gli ebrei al ruolo di figli di Satana, l’eresia catara riuscì a dare all’antisemitismo lo status di dottrina teologica, con tanto di vasta base cosmologica. Se gli Ariani Iperborei sono l’archetipo e i discendenti di sangue di quelli che Serrano chiama divyas (provenienti dal Sole Nero ), è ovvio che l’archetipo del Signore dell’Oscurità ha bisogno di un’adeguata razza antagonista. Il demiurgo trovò negli Ebrei il popolo più adatto a divenire il suo archetipo. Lo studioso delle religioni Frederick C. Grant e Hyam Maccoby enfatizzano, nella visione dualistica gnostica, che ‘gli Ebrei erano visti come il popolo eletto dal demiurgo per avere lo speciale ruolo storico di fermare l’operato salvifico degli emissari del Vero Dio’ “. (Wikipedia, voce Misticismo Nazista)
Dove aveva fallito Rahn, riuscì, sempre secondo Buechner, Otto Skorzeny, il liberatore di Benito Mussolini.
“A mezzogiorno del 16 marzo 1944, un piccolo aereo tedesco apparve [sui cieli di Montsegur]. (…) formò una grande croce celtica in cielo. La croce celtica è un simbolo sacro dei Catari.”
Tutto ciò per festeggiare il ritrovamento, avvenuto nella stessa data, ed esattamente 7 secoli dopo la caduta di Montsegur, del tesoro dei Catari, il Graal.
Ma è credibile che un personaggio tanto controverso quale Skorzeny fosse riuscito in questa impresa e con tanta facilità, proprio nel giorno previsto da un’antica profezia, dove migliaia di altri cercatori avevano fallito?
Buechner ne è certo e ritiene che i tesori venissero portati prima a Wewelsburg e successivamente, in prossimità della fine della guerra, in Antartide, con l’U-530 comandato, appunto, da Bernhard e celati un una caverna sotterranea nei Monti Mühlig Hoffman, in Neuschwabenland (attualmente denominata Terra della Regina Maud).
La leggenda afferma che all’ingresso della caverna sarebbe stato posto un obelisco di basalto con incisa la scritta: “Ci sono sicuramente più cose in cielo e ‘in’ Terra di quante l’uomo abbia mai sognato. (Al di là di questo punto è Agartha)”.
CHI HA IN MANO IL GRAAL?
Sempre secondo Julius Evola, il mito del Sacro Graal è intrecciato con i misteri iniziatici di origine iperborea della casta guerriera dei Kshatriya. Una delle principali dinastie Knashatriya è la Dinastia Nagavanshi, i Nagas, che avevano ovviamente come divinità proprie gli Dei-Serpenti, ed oggi sarebbero i Rettiliani, bête noire di David Icke.
Il Graal sarebbe successivamente venuto in possesso dei Catari e sarebbe stato salvato da quattro donne Catare nella notte del 14 marzo 1244 sfuggite all’assedio portato alla Fortezza di Montségur dalle demoniache forze che volevano la distruzione del Catarismo e che erano arrivate, nel corso della criminale Crociata Albigese a trucidare migliaia di donne e bambini anche non catari e disseppellire cadaveri prutrefatti di presunti catari per bruciarli nelle pubbliche piazze.
NellaChanson de la Croisade Albigeoise così viene descritto uno dei tanti eccidi di massa compiuti dall’Inquisizione contro gli “eretici” Catari, qui a Marmande, anno domini, 1219:
“Corsero nella città (le forze cattoliche), agitando spade affilate, e fu allora che cominciarono il massacro e lo spaventoso macello. Uomini e donne, baroni, dame, bimbi in fasce vennero tutti spogliati e depredati e passati a fil di spada. Il terreno era coperto di sangue, cervella, frammenti di carne, tronchi senza arti, braccia e gambe mozzate, corpi squartati o sfondati, fegati e cuori tagliati a pezzi o spiaccicati. Era come se fossero piovuti dal cielo. Il sangue scorreva dappertutto per le strade, nei campi, sulla riva del fiume. Uomo o donna, giovane o vecchio, nessuno sopravvisse, non uno riuscì a sfuggire (…)”.
Il 22 luglio 1209 venne compiuto il massacro di Beziers, il primo degli eccidi che sarebbero seguiti, con ventimila tra donne, bambini, uomini orribilmente trucidati. Ad un “crociato” che gli chiedeva lumi su come distinguere i cattolici (la maggior parte) dai catari, il legato papale, Arnaud Amaury, cinicamente rispose: “Neca eos omnes, Deus suos agnoscet”, “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi”
Un’importante profezia catara, ut supra, afferma che, sette secoli dopo la soppressione del Catarismo, il Graal sarebbe tornato nelle mani dei suoi legittimi proprietari.
Gli eredi legittimi della Pietra Nera, nell’infinita successione di Ere e di Società Druidiche e Magiche potrebbero essere, ora, i “Signori della Pietra Nera”.
Sempreché non ne siano gia tornati in possesso. E, con Essa, la ritrovata memoria delle civiltà passate.
Oppure la strada da percorrere è differente. Calici, pietre, coppe di smeraldo, calderoni, torri e scale potrebbero essere utili a trarre in inganno chi tenta di percorrere la via iniziatica. “Gli Arconti (…) distolgono il cuore da ciò che è consistente per volgerlo all’inconsistente” (Vangelo di Filippo 53,23). La verità “non è venuta nel mondo nuda, ma è nascosta in simboli ed immagini. Solo così la si può ottenere” (Vangelo di Filippo 67,10).
Il significato del Calice, una delle molteplici forme che nell’immaginario medievale prenderà il Graal, sembra andare, in questo documento [il Vangelo di Filippo], ben al di là del senso meramente materiale e del valore simbolico intuibile se si adopera il solo metro interpretativo del cristianesimo ortodosso. (…)Inizia così il lungo e doloroso processo di iniziazione che è, in questa prima fase, teso unicamente a realizzare quella introspezione che potremmo definire mistico-psicoanalitica, con cui l’uomo giunge alla radice del male in se ed indaga nel suo subconscio.
Questa indagine sofferta, lo porterà a conoscere l’altro Io ma, nello stesso tempo, come in una seduta psicoanalitica, la conoscenza dell’errore nascosto porta alla morte dell’Io nascosto nell’errore.
Questa morte, con cui termina la prima fase della iniziazione gnostica, viene sancita, in Filippo, dal sacramento della Unzione.
A questa morte, però segue immediatamente una resurrezione che deve, per Filippo, ‘avvenire in questa carne’ e quindi in vita e non, come sostenuto nell’ambito del cristianesimo paolino, dopo la morte. (Sabato Scala. op. cit.)
Un’analoga linea interpretativa fornisce Alan F. Alford ne “Il segreto di Atlantide e delle Antiche Civiltà Sommerse” (Newton & Compton Editori). Per Alford, Atlantide è l’ipostasi del Pianeta Esploso di Thomas C. Von Flandern.
“In conclusione, le mie scoperte appoggiano l’idea presa in considerazione da molte persone della comunità ‘new age’, che da tempo hanno avvertito che Atlantide doveva essere considerata come un simbolo o una metafora di perfezione spirituale e di una perdita dellìetà dell’oro. (…) Certamente non tutti concorderanno (…) che la vera natura del sé è l’anima e che la vera natura della realtà è il mondo invisibile e spirituale, ma ci sono molte persone oggi che credono in questo…”(Alan F. Alford, op. cit.)
Seguendo questa linea interpretativa, diventa ovvio che uno dei simboli del Graal sia la pietra nera. Quasi tutte le pietre nere adorate nell’Antichità erano ferro di origine meteorica, il Dio caduto sulla Terra (cfr. supra, ‘lapis exillis‘). “Le prime prove di uso del ferro vengono dai Sumeri e dagli Egiziani, che già 4000 anni prima di Cristo lo usavano per piccoli oggetti come punte di lancia e gioielli ricavati dal ferro recuperato da meteoriti. Poiché i meteoriti cadono dal cielo, alcuni linguisti hanno ipotizzato che la parola inglese iron (ferro), copiata in molte altre lingue dell’Europa nordoccidentale, derivi dall’etrusco aisar, che significa ‘gli dei’.” (Wikipedia, voce ferro)
Ancora un contributo inerente: “Durante il processo del 1307 fu rivolta una pecifica accusa al Gran Maestro e ad altri membri di alto livello dell’Ordine [dei Templari]. Gli inquisitori chiesero spiegazioni sull’uso della parola ‘Baphomet‘ durante le loro cerimonie segrete di iniziazione. (…) Il metodo di Atbash applicato all aparola ‘Baphomet’ la traduca in ‘Sophia’, la figura femminile familiare come simbolo per chi seguiva la via gnostica. In greco Sophia significa ‘saggezza’ e come intermediaria tra luce e tenebre resta un concetto centrale nello sviluppo dell’individuo che aspira all’esperienza della resurrezione dell’anima nel corso della sua esistenza terrena.” (Richard Andrews & Paul Schellenberger, op. cit.)
Il Graal è in Noi. Risveglia le coscienze di tutti coloro i quali sono predisposti al Grande Cambiamento. “La verità non va cercata all’esterno. È dentro di te.” (David Icke, op. cit.)
La realtà illusoria, la Matrix satanica in cui viviamo ha raggiunto una frequenza talmente bassa e cupa che se Gesù Cristo, il più Grande Avatar, si incarnasse nuovamente per aprire gli occhi ai troppi ‘ciechi’, a causa della rivoluzionarietà del suo Messaggio, verrebbe arrestato ed accusato di terrorismo, anche in Paesi che si proclamano democratici, privato dei suoi diritti civili e torturato per tanto di quel tempo da far sembrare il demoniaco comportamento tenuto dai Romani nei suoi riguardi un gioco da ragazzi. “Dio ha creato l’Uomo per l’immortalità: lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.”(Libro di Sapienza, 2:24)
Ed è ancora più aberrante che trucidi e pericolosi criminali, abiette caricature dei loro verminosi burattinai, osino addirittura paragonarsi a Gesù Cristo!
Perché tale è il mondo dei Rettiliani e degli Arconti, il mondo di Satana, un luogo ove la schiuma, la feccia, lo sterco, il vomito, diventa re, mentre gli esseri divini, superiori, vengono crocifissi, squartati, torturati, sbranati, sotto l’occhio bovino e compiaciuto delle putride folle senza anima che inneggiano alle feci rettiliane, tramutandole nelle loro divinità e diventando, tali plebaglie, meritevoli, in cotal guisa, della loro distruzione. Chi sta con Satana merita ciò che di orrendo e mostruoso gli capiterà.
E’ evidente che tale abominio cosmico è un complotto planetario in atto da migliaia di anni. Come afferma correttamente Corrado Malanga, il più autorevole ricercatore italiano sul fenomeno dell’abduction, in un’intervista concessa a Simone Leoni (Mensile XTimes, n° 14 di Dicembre 2009, pag. 34), “Il complotto è in atto daa migliaia di anni. Gli alieni hanno bisogno di una certa energia vitale che l’uomo ha e che loro non hanno. Gli alieni hanno avviato un processo che dura da migliaia di anni per impadronirsi di questa energia. (…) Nel fare ciò, gli alieni hanno avuto bisogno di coperture, le coperture sono state fornite da un patto scellerato che questi esseri hanno stipulato con chi comandava sul nostro pianeta. Ricchi industriali, banchieri e case nobiliari. in cambio gli alieni avrebbero fornito la tecnologia perché queste élite potessero continuare a governare il mondo con risorse illimitate. Inoltre, gli alieni avrebbero permesso agli umani al potere un pò di quella energia che essi, con le loro tecnologie sottraevano agli uomini. Già, perché l’uomo non è Umano. L’uomo ha energia vitale e l’Umano no. Uomini e Umani, dall’esterno, sembrano tutti eguali, ma l’alieno sceglie solo quelli particolari. Noi chiamiamo questa energia ‘anima’. (…) La vecchia favola del diavolo che ti ruba l’anima è un archetipo costante nelle tradizioni umane. Oggi il personaggio del diavolo viene interpretato dalla figura dell’alieno [o arconte N.d.A.].”
Potenze Celeste Superiori da sempre si oppongono al verminoso piano del Demiurgo, degli Arconti e dei criminali umani loro schiavi. Il più importante dei loro emissari è stato, ovviamente, il Cristo.“Una volta disceso Cristo su Gesù, egli cominciò a operare prodigi, a guarire, ad annunziare il Padre sconosciuto e a proclamarsi apertamente Figlio del Primo Uomo. Per tal motivo si adirarono gli Arconti e si dettero da fare per ucciderlo.“ (Ireneo, “Contro le Eresie”, 1,30 14)
Illuminante risulta, per una maggiore comprensione della Storia umana, la tangenza tra la Storia ufficiale e l’Esoterismo, troppo spesso satanico, portata alla luce da storiografi illuminati come Giorgio Galli.
E’ (ormai divenuto) palese il cupo disegno, l’oscuro plot degli Arconti e
Ciò non deve recare scoramento. Il Dio Supremo, con l’ausilio degli Arcangeli, ha già sconfitto il Demiurgo e le sue demoniache schiere di Principati e Potentati Arcontici.
Giustappunto, un’altro sequel a cui far riferimento, è Stars Wars. Non sembri peregrino il paragone. Molto spesso autori e creativi sono ottimi channeler delle Entità della Luce. In tali lungometraggi, gli Eletti, i Cavalieri Jedi, hanno la meglio sulle forze e i politici corrotti sedotti dal lato oscuro della Forza ed alla fine, il corrotto cancelliere Palpatine – trasformatosi nel turpe Imperatore – autentico Anticristo, viene giustiziato dal Paladino ricolmo della Grazia e della Forza della Luce (il Graal).
Esemplificazione della morte e distruzione che le sataniche forze del Male e dell’anomia, figlie di amoralità e lussuria e sete di sfrenato possesso, legate alla corruzione materiale e al potere dellla corruzione, proveranno sul nostro Pianeta.
E tornerà l’Età dell’Oro.
Basti per ora sapere che il Graal è (in parte) ‘solo’ questo: non vi è maggior Bene e massima Libertà nell’aprire gli Occhi e scorgere la Vera Luce, riuscendo finalmente a scorgere le sordide trame e le mentite spoglie della feccia Arcontica e sconfiggerla definitivamente, riportando l’Età dell’Oro Spirituale sulla Terra e ridonando ai Risvegliati la conoscenza di ciò che è gia stato.
Armageddon si avvicina.
Se da un lato gli Anunnaki effettivamente furono i “giardinieri” dell’umanità ed utilizzarono la genetica per creare gli esseri umani asservendoli ai loro vili scopi, dall’altro, un’antichissima profezia afferma che alla guida degli Eletti, i Risvegliati, si porrà Sargon III, reincarnazione di ‘Sargon il Grande’ che sarà la stella polare nel buio dell’Apocalisse. “Mia madre fu scambiata alla nascita, mio padre non lo conobbi. I fratelli di mio padre amarono le colline. La mia città è Azupiranu, che è collocata sulle rive dell’Eufrate. La mia madre ‘scambiata’ mi concepì, in segreto mi partorì. Mi mise in un cesto di giunchi, col bitume ella sigillò il coperchio. Mi gettò nel fiume che si levò su di me. Il fiume mi trasportò e mi portò ad Akki, l’estrattore d’acqua. Akki, l’estrattore d’acqua, mi prese come figlio e mi allevò. Akki, l’estrattore d’acqua, mi nominò suo giardiniere. Mentre ero giardiniere, Ishtar mi garantì il suo amore e per (…) anni esercitai la sovranità.” (Re 1907,87-96)
Sargon, creatore del Primo Immenso Impero, che si estendeva su tutto il Mediterraneo ed oltre, dall’attuale Afghanistan alle miniere di Tartesso, dall’Egitto a Stonehenge venne negletto dalla storiografia moderna perché apparentemente Semita, tanto che alcuni storiografi tedeschi arrivarono ad inventare una razza, quella sumera, di origine “indo-germanica, da sovrapporre all’Agade (fratellanza) di popoli esistita nello sconfinato impero Accadico.
Difatti, “il metodo di questa «arrampicata sugli specchi» non cambia mai. Quando qualcuno scopre l’esistenza di una grande civiltà non ariana, nata agli albori della Storia, i filologi tedeschi formulano una ipotesi che giudicano «coraggiosa», dichiarando che è certamente esistita precedentemente un’altra civiltà, ariana, assai più progredita ed importante. Le due civiltà devono essere collocabili in un unico periodo e in un unico luogo, in modo tale che sia possibile supporre che la civiltà ariana sia stata maestra dell’altra. […]
Così sono stati inventati dal nulla i Sumeri allo scopo di spiegare e quasi giustificare l’intelligenza accadica. ‘Gli accadi, quei rozzi pastori semiti, hanno appreso tutto dai Sumeri!’ si doceva così. Oggi, dopo quello che Israele ha saputo realizzare, queste sciocchezze non si dovrebbero più ripetere: c’è piuttosto il periocolo che le dicano, in senso inverso gli Ebrei. Mi dispiacerebbe per loro. Così, a poco a poco, gli Accadi stanno scomparendo. Tra cinquant’anni, se le cose andranno avanti così, si parlerè solo di Sumeri. […]
Lo sterminio degli Ebrei fu effetto di sue sensi di colpa collettivi e inconsci: quello degli Ebrei che si credono il «Popolo Eletto» ma, in fondo al cuore sanno di non esserlo e quello dei nazisti che vorrebbero essere il «Popolo Eletto» ma in fondo al cuore sanno di non poterlo diventare… Non esiste un Popolo Eletto. Esistono gli Eletti di tutti i popoli. «Elezione» è comportamento non «razza».“ (Mario Pincherle, “La vera storia di Sargon di Accadia”, 2001 M.I.R. Edizioni, Montespertoli)
“Circa 2000-2300 anni fa è accaduto qualcosa che chi ha definitivamente allontanato da Dio. Un nuovo Rinascimento deve andare molto indietro nel tempo, come fece il primo Rinascimento. Deve essere riscoperta una tradizione ancora più antica di quella Greco-Romana. Poiché si tratta un retaggio molto arcaico il cambiamento generato potrà sembrare alieno a molti, ma questo è lo scotto da pagare se non vogliamo estinguerci. La riunificazione tra Scienza e metafisica è auspicabile, in quanto la conoscenza umana non è divisa ma è Una, come tutte le tradizioni di saggezza ci hanno tramandato, e i migliori dei nostri scienziati (Newton incluso) lo sapevano.” (Adriano Forgione, “Fisica Quantistica e Spiritualità”, Mensile Fenix, n. 7)
Secondo le tesi millenariste, l’Apocalisse è vicina,
ma, “nell’uso comune delle lingue occidentali, il termine apocalisse si riferisce alla fine del mondo. Il significato corrente può essere un’ellisse della frase apokalupsis eschaton (escatologia apocalittica), che siginfica ‘rivelazione della conoscenza alla fine dei tempi’.” (Wikipedia, voce “apocalisse“)
Questo concetto è ribadito nelle intuizioni gnoseologiche del più grande filosofo dell’antichità, Platone, secondo il quale, per la famosa dottrina della reminiscenza, l’apprendere è un ricordare (anàmnesis).
Tutto ciò viene chiarito da quanto scrive David Icke in “L’amore infinito è l’unica verità” (Macro Edizioni): “Noi non abbiamo bisogno di imparare, ma di disimparare ciò che il programma ci ha manipolati a credere. La mente non è la strada che conduce all’illuminazione, ma la barriera a essa. Cognizione e conoscenza non sono la stessa cosa – una è mente, l’altra è coscienza [Consapevolezza Infinita]. Non abbiamo bisogno di imparare, ma di risvegliarci da questo stato di trance ipnotica e di ricordare chi siamo. Quando lo facciamo, cessiamo di pensare e iniziamo a conoscere.”
Icke estende questo pensiero, “non abbiamo bisogno di imparare, abbiamo bisogno di ricordare – ricordare chi siamo. Una volta che ci apriamo al sapere intuitivo, e non esclusivamente al pensiero intellettuale, ogni cosa cambia. Iniziamo ad espandere la nostra percezione fino a includere la Consapevolezza Infinita e, mentre lo facciamo, il computer-programma biologico cessa di avere la solita esclusiva sul nostro senso della realtà. Mentre cambiamo, cambia anche il nondo che manifestiamo, e noi non siamo più gli stessi.” (David Icke, “La guida di David Icke alla Cospirazione Globale”, Macro Edizioni)
Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria. (Gustav Meyrink)
(1) Umberto Eco, da La bustina di Minerva, L’Espresso;
(2) M. Baigent, R. Leigh, H. Lincoln, “Il Santo Graal”, Arnoldo Mondadori Editore;
(3) Julius Evola, “Il Mistero del Graal”, 1934;
(4) Peter Nobile, “Triangolo delle Bermuda, che cosa c’è di vero”, Arnoldo Mondadori Editore;
(5) Vincenzo dell’Aere, “Energie sconosciute: dallo Zed alla mente umana”, Mensile Hera n. 111;
(6) Robert Bauval, Mensile Hera n° 108;
(7) Robert Bauval, ibidem;
(8) Mauro Paoletti, “Rostau: il sentiero delle porte nascoste”, EdicolaWeb.net;
(9) Julius Evola, ibidem;
(10) David Icke, “Figli di Matrix“, Macro Edizioni;
(11) Mariano Bizzarri e Francesco Scurria, Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di Rennes Le Château, Edizioni Mediterranee;
(12) Wikipedia, voce Pleroma;
(13) Mike Plato, “La Cospirazione Celeste”, Mensile Fenix n. 6;
(14) David Icke, ibidem;
(15) Michael Baigent, “La storia di Altantide” in “Misteri Antichi”, Marco Tropea Editore;
(16) Julius Evola, ibidem;
(17) Alfredo Cattabiani, “Planetario”, Oscar Mondadori;
(18) Ylenia Viola, Avalon e il simbolismo della mela, www.bibrax.org;
(19) Kether, “Il colpo di coda del Drago e l’Attivazione del Cuore”, rivista Fenix n. 7).
Riedizione del mio articolo pubblicato in data 6 ottobre 2008.
Link originario: isoladiavalon.eu/terra_cava/articoli/graal.html
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