LA CABALA MONDIALE
Some even believe we are part of a secret cabal working against the best interests of the United States, characterizing my family and me as ‘internationalists’ and of conspiring with others around the world to build a more integrated global political and economic structure — one world, if you will. If that is the charge, I stand guilty, and I am proud of it.
«Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che lavora contro gli interessi degli Stati Uniti, definendo me e la mia famiglia come ‘internazionalisti’ e di cospirare con altri nel mondo per costruire una struttura più integrata a livello mondiale politico ed economico – un unico ordine mondiale, se preferite. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole, e sono fiero di esserlo». (Memoirs, p. 405)
Per conferire un’analisi esaustiva su quale tipo di entità fosse realmente il cabalista David Rockefeller occorre citare il Gran Maestro di GOD, Gioele Magaldi, (“Massoni società a responsabilità illimitata – La scoperta delle Ur-Lodges”):
La storia della presente globalizzazione inizia, secondo la testimonianza che state per leggere, tra l’omicidio del primo e quello del secondo fratello Kennedy. Nel 1967, per la precisione. Segnatevi perciò questi due nomi: «Three Architects» e «Three Eyes». Sono i nomi di una nuova superloggia che nasce alla fine degli anni Sessanta per scongiurare l’elezione alla Casa bianca di Bob Kennedy e la formidabile ascesa di Martin Luther King, combattere il fronte massonico progressista, rintuzzare l’ondata contestatrice del movimento studentesco e le proteste contro la guerra del Vietnam, insomma liquidare tutta la pericolosa deriva liberal e democrat che dagli Usa sta pericolosamente contagiando il mondo; e, già che ci siamo, come diceva Magaldi, per organizzare «colossali speculazioni ai danni di popoli e nazioni».
La «Three Eyes» non è una semplice Ur-Lodge, sia pure molto elitaria. Lo è all’ennesima potenza. Ha una capacità di fuoco e d’intervento fino ad allora sconosciuta nel circuito delle superlogge conservatrici – come «Edmund Burke», «Joseph de Maistre», «Compass Star-Rose» – che è poi quello a cui fa riferimento il famigerato military-industrial complex largamente sospettato per l’omicidio di JFK.
La «Three Eyes» è soprattutto una creatura del ricchissimo industriale David Rockefeller, del futuro segretario di Stato Henry Kissinger e del futuro consigliere per la Sicurezza nazionale Zbigniew Brzezinski, che nel 1978 sarà il principale artefice – attenzione! – dell’elezione a pontefice del polacco Wojtyła. E non bisogna farsi distrarre, qui, dal fatto che le due carriere siano ufficialmente divergenti, visto che Kissinger diventerà l’uomo forte dell’amministrazione di Richard Nixon, repubblicano, e Brzezinski l’anima del governo di Jimmy Carter, democratico. È semplicemente una specie di gioco delle parti, un ammiccare complice tra barricate apparentemente opposte; e, per i profani, un perdersi dentro una stanza di infiniti specchi che è il frutto di un’accorta, sapiente e calcolata dissimulazione.
Al di là dei partiti e degli schieramenti, e pure dei paesi, delle storie e delle sovranità, l’unica appartenenza a contare, ci insegna Massoni, è quella allo stesso back office.
E, a partire dalla fine degli anni Sessanta, la «Three Eyes» è il back office. Il più attivo e temibile.
Insieme alla «Edmund Burke» organizza il colpo di Stato dei colonnelli (massoni e reazionari) in Grecia, sostiene il generale (reazionario e amico di massoni reazionari, nonché persecutore di fratelli liberaldemocratici) Francisco Franco in Spagna, supporta la dittatura di António de Oliveira Salazar (massone e reazionario) in Portogallo, applaude la repressione della Primavera di Praga a opera dei massoni reazionari sovietici e cecoslovacchi affiliati alla Ur-Lodge «Joseph de Maistre». In America latina cura la regia delle spietate dittature militari (e massoniche) che sono il frutto della cosiddetta «Operazione Condor». Nella Cina comunista, e non ancora aperta all’Occidente, riesce ad affiliare Zhou Enlai e Deng Xiaoping, con cui inizia a spartire (già nei primi anni Settanta!) le aree d’influenza politica e i buoni affari economici. Per farla breve: la sua longa manus arriva dappertutto.
Italia compresa.Perché l’Italia, come dice Magaldi, è «il paese che rappresentava tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, e rappresenta ancora oggi, un laboratorio decisivo per attuare una svolta oligarchica dell’Occidente». Di più: «È un fondamentale campo di battaglia tra interessi massonici neoaristocratici e antidemocratici da una parte e, dall’altra, influenze libero-muratorie libertarie, progressiste e iper-democratiche». [il grassetto è nostro, ndr] (Gioele Magaldi e Laura Maragnoni, “Massoni società a responsabilità illimitata – La scoperta delle Ur-Lodges”, ChiareLettere Editore)
Ricordiamo che la cabala esoterica (o Qabbalah) è un sistema di manipolazione eterodossa della realtà, basato sulla fusione delle occulte conoscenze alchemiche egiziane e i rituali dei demonisti mesopotamici [conoscenze che vennero assorbite dagli Esoteristi Giudei ai tempi rispettivamente della cattività egiziana e di quella babilonese, ndr], che studia le modalità per acquisire potere sugli altri e manipolare la corrotta materia (grazie anche alla conoscenza dei nomi occulti del tetragrammaton e all’uso di gateways divini), utilizzando evocazioni dei dàimones inferiori e riti riservati agli iniziati.
La Cabala è un complesso sistema mistico ebraico di iniziazione fondato sulla credenza di un «linguaggio di Dio» in codice la cui chiave fu consegnata a Mosè e poi tramandata ai rabbini ebrei. Le 22 lettere dell’alfabeto ebraico si collegano a 10 «emanazioni» di Dio [Sephiroth, ndr] che formano 32 cammini. I mistici ebraici credono pertanto che il Tempio di Salomone fosse stato progettato secondo un piano ispirato da Dio basato su queste idee mistiche (Hancock-Bauval, “Talismano Le città sacre e la Fede segreta”, Casa Editrice Corbaccio)
Storicamente l’inizio della Cabala Ermetica
può essere posto nella società inglese della Golden Dawn. I suoi fondatori fra cui Samuel Liddell MacGregor Mathers e William Wynn Westcott crearono un sistema in cui elementi della tradizione occidentale erano armonizzati sotto l’ombrello dell’Albero della Vita.
Il lavoro della Golden Dawn fu tenuto segreto fino a quando non fu pubblicato prima da Aleister Crowley e successivamente da Israel Regardie. Il testo di referenza sulla Cabala esoterica è stato scritto da Violet Firth Dion Fortune e porta il nome di “Cabala Mistica”. (Wikipedia)
Come evidenziato, la diffusione del qabbalismo in Occidente si ebbe soprattutto grazie all’impulso del mefistofelico “Hermetic Order of Golden Dawn” e del suo principale adepto, il satanista Aleister Crowley, che fece approfonditi studi sulla magia sessuale e sui rituali definiti “Babalon workings”, cioè l’evocazione di Babalon, “la Madre di tutti gli Abomini”.
Crowley affermò di aver evocato altri demoni, come Choronzon e le entità LAM, coadiuvatoo in tale turpe ritualità dal suo principale allievo, lo scienziato americano libertarian Jack Parsons, autore de “Il Manifesto dell’Anticristo”.
Babalon – ricordiamo – è uno dei vari nomi della dea Ecate, una divinità psicompompa patrona della stregoneria e della magia nera, conosciuta anche come Libertas e raffigurata nella “Statua della Libertà” dello scultore e framassone francese, Frédéric-Auguste Bartholdi, che aveva il vezzo di farsi sempre fotografare nel segno di riconoscimento dei massoni, la mano destra con le dita che evocano Lucifero (le corna) nascoste dal bavero della giacca.
La Destra Cristiana Americana non vede di buon occhio tale evidente omaggio al Luciferianesimo:
Nel mese di Agosto 2011, Rick Perry, il governatore del Texas e principale candidato all’investitura del Partito Repubblicano per le elezioni presidenziali USA del 2012, ha organizzato diverse “riunioni di preghiera”.
In queste occasioni, John Benefiel, dirigente della rete Cristiana “Heartland Apostolic Reformation Network” e principale consigliere spirituale di Rick Perry ha spiegato all’uditorio che bisognava sbarazzarsi della Statua della Libertà perché è un idolo demoniaco:
«Come già sapete abbiamo una statua nel porto di New York che si chiama Statua della Libertà ma sapete chi ce l’ha data? Dei massoni francesi. Ascoltatemi bene, amici, questa statua, è un idolo, un idolo demoniaco, che si erge là, sotto i nostri occhi, nel porto di New York.Ma ovviamente la gente dice “ Ma nooo.. è solo un simbolo patriottico” . In che cosa sarebbe patriottico? E per quale motivo lo sarebbe? E’ la statua di una falsa divinità. Si, fa piacere che la gente si svegli, la Statua della Libertà è Ishtar..che cosa fa? Porta la luce e in latino il portatore di luce si chiama lux fero, Lucifero.
Ecco la storia, e dopo ci parlano di laicità…che portino via dalle nostre città i simboli del culto babilonese e satanista!
Frédéric Gustave Bartholdi, un massone francese, ha concepito questa statua che rappresenta la Diana antica o l’Ishtar babilonese incoronata, che impugna una torcia, portatrice dunque di luce affinché venga vista come la luce delle nazioni, un titolo usurpato a Gesù Cristo, Luce delle nazioni».
«Ovunque la luce della Libertà illumina il mondo, lì nasce e si sviluppa il progresso in ogni campo».
Gli ideali dell’Illuminismo fondati su un falso razionalismo materialista e oggettivista stanno contaminando il mondo intiero con la falsa luce di Lucifero-Ecate.
Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura. (Horkheimer-Adorno,1947)
La Scuola di Francoforte, che ha sempre additato l’attuale Tanatocapitalismo (Globalista e Cabalistico) come Totalitarismo, ha introdotto nel campo dell’epistemologia la nozione di Illuminismo Totalitario:
Il concetto di Illuminismo totalitario è un concetto che è stato teorizzato nell’ambito della filosofia della Scuola di Francoforte da M. Horkheimer e T.W. Adorno nel libro Dialettica dell’Illuminismo.
In quest’opera i due filosofi, già famosi per aver fondato l’Istituto per la ricerca sociale, s’interrogano sul concetto d’illuminismo e ne sottolineano la sua caratteristica ambiguità. Perciò scrivono:
«L’illuminismo nel senso più ampio di pensiero in continuo progresso, ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni. Ma la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura.»
In queste parole sono distinguibili due aspetti dell’illuminismo: il primo, spiega che esso è stato un processo di razionalizzazione del processo di civilizzazione occidentale; il secondo, che esso è stato uno strumento di dominio della natura da parte dell’uomo, fino a diventare strumento di dominio da parte dell’uomo della società capitalistica.
Intrecciando tra loro questi due aspetti i due filosofi francofortesi alla fine del 1947 ritennero di essere riusciti a spiegare come mai il capitalismo fosse sfociato nel fascismo, senza ricorrere al pensiero marxiano. Dopo aver premesso ciò, l’ambiguità dell’illuminismo diventava chiara: da un lato esso «ha perseguito da sempre l’obiettivo di togliere agli uomini la paura e di renderli padroni»; dall’altro, «la terra interamente illuminata splende all’insegna di trionfale sventura».Detto altrimenti, inizialmente l’obiettivo perseguito dall’illuminismo era quello di liberare l’uomo ed il suo mondo dalla magia, dalla superstizione, dal fanatismo, dall’ignoranza ecc., facendo progredire le conoscenze umane, cosa che aveva già intuito Bacone, padre della filosofia sperimentale. Egli aveva ben compreso che la scienza moderna avrebbe trasformato l’uomo in un “essere superiore” capace di trasformare il sapere in potere, in ogni campo. Di conseguenza ha incominciato a svilupparsi senza limiti, senza restrizioni, fino al punto di diventare totalitario. È accaduto così paradossalmente ciò che non sarebbe dovuto mai accadere: le stesse idee sui diritti degli uomini, tanto fermamente rivendicate da tutti gl’illuministi (specialmente francesi), sono diventate dei diritti astratti da ogni realtà, privi di ogni effetto pratico e puramente teorici.
In realtà nella società industrializzata e tecnologicamente avanzata, la ragione che illumina, la ragione che libera dalle catene, è stata trasformata nella ragione che controlla, che domina l’uomo, la natura e la società da ogni punto di vista. La razionalità connessa con il potere, con il dominio, è diventata un organo di controllo e di dominio degli uomini e del loro pensiero in ogni campo della vita sociale. Perciò «l’umanità, invece di entrare in uno stato veramente umano», sta sprofondando in «un nuovo genere di barbarie», in una nuova specie di totalitarismo: «l’illuminismo totalitario» . In pratica la ragione è stata nuovamente messa in catene dal potere, che avvalendosi del capitalismo, prima attraverso la diffusione della cultura prodotta dai mass-media, poi con la creazione dell’industria culturale, è riuscito nuovamente ad impedire all’uomo di pensare liberamente. (Wikipefia, voce Illuminismo Totalitario)
In Dialettica dell’illuminismo (Einaudi, Torino, 1974), Max Horkheimer e Theodore W. Adorno scrivono:
Nel mondo illuminato la mitologia è penetrata e trapassata nel profano. La realtà completamente epurata dai demoni e dai loro ultimi rampolli concettuali, assume, nella sua naturalezza tirata a lucido, il carattere numinoso che la preistoria assegnava ai demoni. Sotto l’etichetta dei fatti bruti l’ingiustizia sociale da cui essi nascono è consacrata, oggi, non meno sicuramente, come qualcosa di immutabile in eterno, quanto era sacrosanto e intoccabile lo stregone sotto la protezione dei suoi dèi. L’estraniazione degli uomini dagli oggetti dominati non è il solo prezzo pagato per il dominio: con la reificazione dello spirito sono stati stregati anche i rapporti interni fra gli uomini, anche quelli di ognuno con se stesso. Il singolo si riduce a un nodo o crocevia di reazioni e comportamenti convenzionali che si attendono praticamente da lui. L’animismo aveva vivificato le cose; l’industrialismo reifica le anime. L’apparato economico dota automaticamente, prima ancora della pianificazione totale, le merci dei valori che decidono del comportamento degli uomini.
Attraverso le innumerevoli agenzie della produzione di massa e della sua cultura, i modi obbligati di condotta sono inculcati al singolo come i soli naturali, decorosi e ragionevoli. Egli si determina piú solo come una cosa, come elemento statistico, come success or failure. Il suo criterio è l’autoconservazione, l’adeguazione riuscita o no all’oggettività della sua funzione e ai moduli che le sono fissati.
Tutto il resto, idea o criminalità, apprende la forza del collettivo, che fa buona guardia dalla scuola al sindacato. Ma anche il collettivo minaccioso è solo una superficie fallace dietro cui si nascondono i poteri che ne manipolano la violenza. La sua brutalità, che tiene il singolo a posto, rappresenta altrettanto poco la vera qualità degli uomini come il valore quella degli oggetti di consumo. L’aspetto satanicamente deformato che le cose e gli uomini hanno assunto alla luce chiara della conoscenza spregiudicata, rinvia al dominio, al principio che operò già la specificazione del mana negli spiriti e nelle divinità e che invischiava lo sguardo nei miraggi degli stregoni.
E’ opportuno riportare un passo del nostro articolo Eurolager:
La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. […] L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti, l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di DISPOTISMO ILLUMINATO. (Tommaso Padoa-Schioppa, 1999, citazione tratta da “Le radici antidemocratiche dell’Euro nelle parole dei suoi stessi padri fondatori” di Daniele Della Bona, “mmt.info”)
1984 è oggi. L’opera di George Orwell è la prova del sincretismo dei Totalitarismi Rivoluzionari. Non c’è nessuna differenza tra Capitalismo, Nazismo e Stalinismo.
Nessuna differenza tra la rivoluzione industriale, la rivoluzione nazionalsocialista, la rivoluzione bolscevica,
Tutti questi ordini dittatoriali si prefiggono l’oppressione e il controllo dei popoli. Il controllo viene sempre raggiunto imponendo la sofferenza e praticando il genocidio.
Non è sufficiente che l’uomo obbedisca,
Non è sufficiente che obbedisca. Se non soffre, come facciamo a essere certi che non obbedisca alla nostra volontà ma alla sua? Potere vuol dire infliggere dolore e umiliazione. Potere vuol dire ridurre la mente altrui in pezzi che poi rimetteremo insieme nella forma che più ci parrà opportuna. (1984 Orwell)
Il Totalitarismo Capitalistico ha le stesse radici irrazionali e sataniche del Nazismo e del Comunismo. C’è una storica sincresi che disvela un Ermetismo esoterico plurimillenario. Un culto occulto che sta dispiegando pienamente i suoi effetti ai giorni nostri.
Gli adepti possono indossare berretti frigi, grembiulini, camicie nere o abiti fatti a mano di Savile Row. Sono sempre e comunque mostri, i cui antenati, i demoniaci Kurgan, davano in pasto ai propri cani donne e bambini dei popoli che sottomettevano.
Edward Alexander “Aleister” Crowley è il Nuovo Profeta di questa folle genìa. Il loro vangelo è il “Liber Legis” crowleiano:
Nei giorni 8, 9 e 10 Aprile dell’anno 1904, esattamente per un’ora, da mezzogiorno all’una, mentre Aleister Crowley era al Cairo le divinità di Nuit, Hadit e Hoor-paar-kraat attraverso Aiwass, un’entità preterumana, un’Intelligenza incorporea extraterrestre (che negli anni a venire identificò col suo “Santo Angelo Guardiano”) gli dettarono il succo del libro che costituisce il più importante documento magico del Nuovo Eone: il Liber AL vel Legis, tecnicamente considerato l’ultimo grande tantra, annunciando l’inizio di una nuova epoca: l’epoca di Horo che avrebbe sostituito quella del dio morente. (Nel 1909 Crowley ritrova il manoscritto del Liber Legis, che nel frattempo era andato perduto). […]
Gli elementi principali che emergono dai commenti di Crowley al Liber Legis sono due: la questione della nuova etica thelemica opposta a quella borghese e cristiana, ed il problema dell’individualismo. Il primo elemento si incentra principalmente sulla questione della libertà sessuale, Crowley si scaglia contro la concezione “borghese”, cioè cristiana, della sessualità, ed in primo luogo contro il matrimonio: ogni persona dev’essere libera di vivere liberamente la propria sessualità senza regole imposte dall’esterno, esclusivamente sulla base delle sue inclinazioni. In questo campo deve vivere una libertà individuale assoluta ed incondizionata. La compassione e l’umanitarismo (definito “la sifilide della mente”) fanno parte dell’etica borghese, e vanno eliminati radicalmente. Su questo punto si avverte una probabile influenza di Nietzsche, che viene anche citato esplicitamente.Si può pensare anche ad una forte componente di darwinismo sociale, che molto probabilmente Crowley assorbì durante i suoi studi a Cambridge. I vari riferimenti ai “deboli” che devono essere “schiacciati” dai “forti” e per i quali non vi deve essere alcun tipo di compassione sono abbastanza significativi. Per quanto idee di questo genere siano oggi diffuse quasi esclusivamente in movimenti di tipo neonazista, all’epoca, e almeno sino alla Prima guerra mondiale, erano piuttosto diffuse negli ambienti più disparati, e soprattutto nei circoli progressisti e di sinistra. Crowley sostiene che il dominio dei forti sui più deboli non è tanto una questione etica, ma biologica. E’ la natura stessa che ha le sue regole, ed il sentimentalismo umanitario può solo impedirci di vederle e di capirle, ma non consentirci di modificarle. Finchè la selezione naturale ha potuto agire indisturbata “la razza, come tale, è migliorata”. Successivamente il cristianesimo ha sconvolto questo equilibrio, e gli “inabili” hanno cominciato a “contaminare gli abili”. Questo è stato possibile, più recentemente, anche grazie alla diffusione di un’immagine di Gesù “pacifista, obiettore di coscienza, tolstoyano, propugnatore della resistenza passiva”, proposta come modello di vita. Per questo la lotta contro il cristianesimo dev’essere radicale e senza quartiere: non vi sono compromessi possibili. Crowley si chiede quindi se non sia meglio sterminare direttamente questi “parassiti che infettano” l’umanità, cioè i cristiani ed anche gli ebrei, che appartengono in fondo allo stesso ceppo religioso.
La “democrazia” con la sua “ipocrisia”, non è il regime politico previsto dal Thelema: “è inutile fingere che gli uomini siano uguali, i fatti dimostrano il contrario”. Vi è quindi una distinzione tra la “folla”, che non si è ancora liberata dai suoi pregiudizi, e gli “aristocratici della libertà”, gli “eletti”. In un passo Crowley afferma che, poichè ognuno di noi “è una stella”, essi devono combattere per “liberare” coloro che non sono ancora padroni di sè ed aiutarli a raggiungere la stessa condizione che loro posseggiono già. In un altro passo però sostiene anche che non ci si deve “immischiare” negli affari degli altri è che “ogni individuo dev’esser lasciato libero di seguire il suo cammino”.
In Magick without Tears si sofferma diverse volte sul possibile significato politico del Liber Legis. Esso svela al mondo che il “nauseante culto della debolezza”, e cioè la democrazia, non è nient’altro che “falso e vile”. Anche l’uguaglianza tra gli uomini non è che illusione: “Il Libro annuncia una nuova dicotomia nella società umana; c’è il padrone e c’è lo schiavo; il nobile ed il servo; il lupo solitario ed il gregge”. Il radicalismo antidemocratico che sembra emergere dal Liber Legis, ha spinto qualche commentatore a parlare di Crowley come di un “rivoluzionario conservatore”. In Magick without Tears scrive: “Penserai che io stia invocando una rivoluzione aristocratica. Ebbene, è proprio così!”. In una lettera a John Symonds del 25 giugno 1956, descriveva il suo sistema come “comunismo aristocratico”. (1904-2004. 100 anni di Horus)
Ricordando quanto scritto da Orwell [in “1984”] sulla sofferenza non passiamo non ricordare parallelismi inquietanti che emergono dalle dichiarazioni delle élites politico-finanziarie d’Italia:
Tommaso Padoa-Schioppa:
Non restavano che le riforme strutturali, eterno ritornello di quelle che Luigi Einaudi chiamava le sue prediche inutili: lasciar funzionare le leggi del mercato, limitando l’ intervento pubblico a quanto strettamente richiesto dal loro funzionamento e dalla pubblica compassione. Nell’ Europa continentale, un programma completo di riforme strutturali deve oggi spaziare nei campi delle pensioni, della sanità, del mercato del lavoro, della scuola e in altri ancora. Ma dev’ essere guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del Ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l’ individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere, con i rovesci della fortuna, con la sanzione o il premio ai suoi difetti o qualità. Cento, cinquanta anni fa il lavoro era necessità; la buona salute, dono del Signore; la cura del vecchio, atto di pietà familiare; la promozione in ufficio, riconoscimento di un merito; il titolo di studio o l’ apprendistato di mestiere, costoso investimento. Il confronto dell’ uomo con le difficoltà della vita era sentito, come da antichissimo tempo, quale prova di abilità e di fortuna. (Tommaso Padoa-Schioppa, “Corriere della sera”)
Per non parlare della celeberrima frase di Pier Carlo Padoan citata in un editoriale del Nobel Paul Krugman, intitolato “The beatings must continue” (“Le mazzate devono continuare”)
ll consolidamento fiscale sta producendo risultati, la sofferenza [pain] sta producendo risultati.
Per i cenacoli massonici neoaristocratici rappresentati al massimo livello europeo da gente come Draghi, Merkel, Schaüble, Weidmann, Katainen, Rutte, Lagarde, ecc., si tratta di realizzare una sostanziale destrutturazione dei rapporti sociali e politici consolidati da anni di benessere largamente diffuso. E tale mutamento epocale e traumatico lo si vuole conseguire devastando l’economia reale, deprimendo i consumi, proletarizzando le classi medie, asservendo quelle proletarie, creando una massa informe di manodopera a basso costo e abituando tutti a forme di governance tecnocratiche ed oligarchiche. (“Il Patto del Nazareno? Temuto dai massoni. Draghi avvertì Renzi tramite De Bortoli”, affaritaliani.it)
La ritualità qabbalista è sempre più diffusa tra le cosiddette elìtes del pianeta e persino tra le popstar, come Madonna, Britney Spears, Rihanna, Lady Gaga, Katy Perry, Bono, etc. e tra i loro produttori, come Dr. Luke e L.A. Reed.
Emblematico il caso di Kesha che ha querelato ad ottobre 2014 il suo produttore, Dr. Luke, per abusi sessuali, fisici e mentali:
Ma per uno schiavo delle Forze Oscure e Occulte, legate all’Eone di Horus, che trova la forza di ribellarsi, milioni di altri ne diventano consapevolmente servi.
Non solo lo show biz, ma tutte le più importanti Transnational Companies o MegaCorporations globali (Multinazionali)) sono in mano ai Cabalisti Massoni che non mancano mai di rendere omaggio alla loro divinità Horus-Satana-Baphomet, come vediamo anche nel campo della moda con queste creazioni di “Toxic Vision”:
Perché, come H.P. Blavatsky puntualizzò:
Satana e il suo esercito ribelle proveranno di essere diventati i diretti salvatori e creatori dell’uomo divino (Godman)
Che il cabalista D. Rockefeller fosse il Master Of the Masters della Sinarchia, è confermato da diversi analisti e studiosi tra cui Daniel Estulin e John Coleman, ed è succeduto in tale carica a suo nonno, John Davison Rockefeller, l’uomo più ricco della Storia dell’Umanità.
Il suo bracco destro era il potentissimo elitista Henry Kissinger.
Rockefeller era, infatti, Presidente di tutti i più potenti gruppi elististi mondiali: Council on Foreign Relations, Americas Society, Council of the Americas, Trilateral Commission ed ex Presidente del Club Bilderberg.
Vi è una precisa connessione che, approfondiremo in seguito, tra Cabalisti massoni e Ordine degli Illuminati:
Nel Medioevo, la tradizione cabalista tornò visibile mediante la pubblicazione (soprattutto in Spagna, ad opera degli Ebrei Sefarditi) di scritti come il Bahir (Libro della Chiarezza) e lo Zohar (Libro dello Splendore), che furono le basi della penetrazione della Qabbalah nel pensiero occidentale. Tuttavia, l’espulsione degli ebrei dalla Spagna ad opera di re Ferdinando il Cattolico eclissò nuovamente questa tradizione, che riparò a Saféd, in Galilea. Qui attecchirono nuove importantissime opere, tra le quali svetta Etz Chaim “L’Albero della Vita”, in cui sono riportati gli insegnamenti di Isaac Luria, che aprì la Qabbalah al pensiero moderno.
Dagli insegnamenti di Isaac Luria derivò la dottrina di Nathan di Gaza, che individuò in Shabbatai Tzevi, un ebreo di Izmir, il nuovo Messia che avrebbe dovuto riportare gli ebrei della diaspora in Israele. Su questa operazione investirono ingenti risorse molti ebrei europei, soprattutto i banchieri d’Olanda e Germania; tuttavia non andò a buon fine e, addirittura, Shabbatai Tzevi si convertì all’Islam. Questo paradosso fu accolto come necessità di comprendere la Diaspora. La conversione forzata al cattolicesimo che avevano dovuto subire gli ebrei d’Europa si apriva adesso anche all’Islam (trovando nella dottrina Sufi l’equivalente analogo della Qabbalah).
In ogni caso, la dottrina di Isaac Luria (che contiene elementi di interpretazione della trasmigrazione delle anime e del significato profondo della vita), venne importata in Europa – soprattutto da Jakob Frank – e in Germania, dove divenne riferimento dottrinale di alcuni ambienti massonici presso i quali l’Ordine degli Illuminati aveva influenza. Soprattutto a questa connessione si deve il distacco di alcune ruote massoniche dall’alveo tradizionale occidentale del cristianesimo esoterico per entrare nella dimensione pienamente cabalistica.
Per via dei contatti tra ambienti tedeschi e inglesi (precisamente: tra Theodor Reuss e William Wynn Westcott), dobbiamo considerare come la dottrina della Qabbalah abbia fatto il suo ingresso nel moderno mondo occidentale per mezzo della contro-tradizione della Golden Dawn. (Wikipedia, voce Cabala ebraica)
Dietro ai misteri più inconfessabili d’Italia si nasconde il Comitato dei 300 con i suoi bracci operativi Bilderberg-Trilateral.
Uno dei massimi esperti di Intelligence mondiale, il Dr. John Coleman, ha svelato nel suo “Conspirators’ Hierarchy: The Story of Comittee of 300” che la mente dietro il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro era il cabalista Henry Kissinger, da sempre attivo contro la Democrazia italiana e, secondo Gioele Magaldi, «in Italia, se abbiamo evitato tre colpi di Stato avallati da Kissinger lo dobbiamo a Schlesinger jr., massone progressista» (cfr. “Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” di Gioele Magaldi, con la collaborazione di Laura Maragnani, Chiarelettere Editore)
In questo brano, Daniel Estulin descrive il duro confronto avuto con due emissari del Club Bilderberg:
«Perché ci dedica tanta attenzione?», chiese uno dei due uomini. «Non lavora per alcun giornale famoso. Scrive articoli che rendono nervosi i nostri membri. Diversi membri del Congresso degli Stati Uniti e del Parlamento del Canada sono stati costretti a disdire la loro presenza alle riunioni annuali, dopo che lei li aveva citati come invitati».
«Questo non va bene», aggiunse l’altro.Il primo riprese: «Il “Bilderberg Group”, signor Estulin, è un’associazione privata, in cui avvengono discussioni riservate tra i membri influenti della comunità economica mondiale. I politici sono invitati per scambiare le loro esperienze personali e professionali con il resto del gruppo. Tutto ciò viene fatto con la speranza che queste riunioni possano colmare le distanze tra le strategie degli uomini politici e i bisogni della gente comune. In nessun modo, cerchiamo di influenzare le politiche dei governi o di chi prende le decisioni».
«Stronzate!», dissi tra i denti. Sentivo i muscoli del collo irrigidirsi e la mia indignazione crescere. «Se non fosse stato per la pressione dei giornalisti, adesso il Canada farebbe parte dei grandi Stati Uniti d’America; inoltre, come mai la vostra gente ha ucciso Aldo Moro?».
«Come sa, non possiamo rivelarle nulla, signor Estulin. Non sono venuto qua per discutere con lei di queste cose, signore». Mi rispose l’uomo. «Sarebbe troppo chiederle se stiamo parlando a livello riservato?».
«Non parlo mai in modo riservato, specialmente se si tratta del “Bilderberg Group”». Realizzai che mi stavo comportando da folle, ma al momento mi stavo godendo l’opportunità di dare un “volto” alla mia voglia di vendetta, alla mia frustrazione repressa a causa dei loro progetti segreti. Forse, se fossi riuscito a far perdere loro il controllo, razionalizzai, avrei potuto scoprire le vere ragioni nascoste dietro il meeting di quell’anno. Invece insistette sull’utilità della cooperazione e della collaborazione tra le varie nazioni, sul bisogno di combattere la povertà infantile in Africa… la solita propaganda. Cercavo di concentrarmi, ma la mia attenzione era attratta dal comportamento dell’altro individuo. O sorrideva sinistramente, oppure si passava la lingua sui baffi.«Potremmo seriamente ricompensare il suo silenzio, signor Estulin». La mia attenzione tornò sull’uomo che stava parlando. «Che condizioni vorrebbe imporci?», mi chiese.
Gettai nuovamente uno sguardo all’altro, per valutare il suo interesse verso la mia risposta. Mantenne uno sguardo impassibile. Quello che aveva parlato giocherellava con una sigaretta, lisciandola dolcemente e passandola sul labbro inferiore, mentre aspettava. I suoi occhi, però, non guardavano realmente la sigaretta, ma erano fissi nel vuoto, mentre restava in attesa della mia risposta.
«Come condizione per il mio silenzio, voglio che tutte le riunioni future del Bilderberg siano annunciate pubblicamente. Voglio accessi liberi e incondizionati per ogni giornalista che desideri parteciparvi. Tutte le discussioni devono essere pubbliche e la lista degli invitati deve essere resa nota prima che inizino le riunioni. Niente più CIA, pistole, cani, guardie private e, soprattutto, niente più segretezza!».
«Sa benissimo che è impossibile, signor Estulin. Le richieste sono troppo alte, e ormai è troppo tardi».
«Allora, signori», replicai, «mi dovrete sopportare, finché l’arbitro non avrà fischiato la fine della partita».
L’uomo reagì secondo il suo stile educato. «Quando è così, buona serata, signor Estulin. Mi spiace averle fatto perdere del tempo».
L’altro individuo si calò il berretto in testa e seguì il suo capo. Solo allora realizzai quello che era veramente accaduto. Non era stata una semplice chiacchierata tra gli esponenti del Bilderberg e me. Si trattava di un avvertimento. (Daniel Estulin, “Il Club Bilderberg La storia segreta dei Padroni del Mondo”, Arianna Editrice)
Ciò che scrive il Dr. John Coleman è ancora più agghiacciante:
Gli Olimpici [come si designano tra di loro i membri del Comitato dei 300, facendo riferimento al fatto che essi si ritengono gli Dei dell’Olimpo rispetto a noi Umani inferiori, ndr] hanno pianificato da decenni la de-industrializzazione e lo spopolamento dell’Italia, nel quadro di un genocidio planetario per liberarsi di quelli che definiscono “inutili mangiatori” (useless eaters) che consumano risorse essenziali.
In questo ambito, Aldo Moro, con la volontà di attuare pienamente la democrazia in Italia e di arrivare alla “piena occupazione” attirò su di sè le ire del “Club di Roma”, l’organizzazione elitista che chiede l’applicazione draconiana di misure neoMalthusiane per ridurre drasticamente la popolazione mondiale.
In un’aula del tribunale di Roma, un amico intimo di Aldo Moro, il 10 Novembre del 1982, testimoniò che l’ex Presidente del Consiglio fu minacciato da un agente della RIIA (Istituto Reale per gli Affari Internazionali) – che era anche membro della Commissione dei 300 – mentre era il Segretario di Stato USA in carica. Quest’uomo era Henry Kissinger. […]
Nella mia esposizione del 1982 di questo atroce crimine, dimostrai come Aldo Moro, un leale membro del partito della Democrazia Cristiana, fu ucciso da assassini controllati dalla loggia Massonica P2 con l’obiettivo di riportare l’Italia in linea con i piani del Club di Roma per deindustrializzare il paese e ridurre in modo considerevole la sua popolazione. Il piano di Moro di stabilizzare l’Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica avrebbe da una parte rafforzato l’opposizione cattolica al comunismo e dall’altra reso la destabilizzazione del Medio Oriente molto più difficile. (John Coleman, op. cit.)
Il testimone era uno dei più stretti collaboratori di Aldo moro, il capo ufficio stampa Corrado Guerzoni.
La vedova di Aldo Moro aggiunse che Moro venne pesantemente minacciato durante i colloqui avuti nel suo viaggio in Usa del 1976:
Durante i processi alle Brigate rosse, la signora Moro ha ripercorso varie volte la tragedia di quei giorni raccontando che suo marito aveva a volte percepito minacce e pericoli per la sua vita. In particolare una volta, dopo un incontro con il segretario di Stato americano Henry Kissinger, il presidente della Democrazia cristiana si era sentito male e venne soccorso dal suo medico personale. Ciò fu dovuto, secondo la vedova, al fatto che Kissinger lo aveva minacciato, dicendogli in modo molto rude che gli Stati Uniti non gradivano affatto la sua politica di apertura verso i comunisti. «Provo a ricordare le esatte parole che mio marito mi riferì— disse la signora Eleonora ai giudici —. Disse che Kissinger lo aveva ammonito pesantemente: o lei la smette di corteggiare i comunisti o la pagherà cara». (Addio alla vedova di Aldo Moro Non perdonò mai la Dc – Corriere della Sera)
Anche il Presidente Onorario della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato ha confermato che le sue indagini sul delitto Moro hanno evidenziato la stessa matrice.
Non per nulla, Imposimato è stato immediatamente ingiuriato da disinformatori professionali e autoreferenziali sbufalatori, piccoli Vyšinskij e Bernardo Gui italici da due soldi, a libro paga della Cabala Mondiale e dei servizi segreti americani, i quali lo hanno accusato di rilasciare «informazioni distorte».
E’ questo il tipico modus operandi della Cabala Sinarchica: Omicidi, minacce o false accuse.
Anche Aldo Moro venne ricoperto dal fango prodotto dai giornaloni italiani controllati da Three Eyes & Co.
Dietro le quinte, a organizzare tutto, c’era il solito cabalista Henry Kissinger:
Alcuni giornali e settimanali riportarono che Antelope Cobbler e Aldo Moro potevano essere la stessa persona. La notizia fabbricata che Moro fosse Antelope Cobbler provenne da un taccuino dell’assistente del Dipartimento di Stato statunitense Loewenstein, dipendente da Henry Kissinger. La Corte costituzionale archiviò la posizione di Moro il 3 marzo 1978.
«gli elementi risultanti circa una pretesa identificazione dell’on. Aldo Moro con l’Antelope Cobbler non venivano ritenuti attendibili, sicché la stessa Corte il 3 marzo 1978 disponeva con ordinanza di non compiere al riguardo nuovi atti istruttori né di trasmettere gli atti ad altra autorità». Fase Istruttoria – Corte costituzionale, 3 marzo 1978 (Tratto da Wikipedia)
Folli di rabbia per non essere riusciti ad ottenere la morte politica di Aldo Moro, i vertici di Three Eyes ne ordinarono l’immediata liquidazione fisica.
Tredici giorni dopo, Aldo Moro sarebbe stato rapito in via Fani e la sua scorta totalmente annientata.
Imposimato ha dichiarato:
“L’uccisione di Moro è avvenuta per mano delle Brigate Rosse, ma anche e soprattutto per il volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e del sottosegretario Nicola Lettieri“. Ferdinando Imposimato, al tempo giudice istruttore della vicenda del sequestro e dell’uccisione di Moro, interviene sul Caso Moro. E lo fa da Reggio Calabria, sul palco della rassegna Tabularasa dell’associazione Urba/Strill.it.
Se non mi fossero stati nascosti alcuni documenti – ha aggiunto – li avrei incriminati per concorso in associazione per il fatto. I servizi segreti avevano scoperto dove le Br lo nascondevano, così come i carabinieri. Il generale Dalla Chiesa avrebbe voluto intervenire con i suoi uomini e la Polizia per liberarlo in tutta sicurezza, ma due giorni prima dell’uccisione ricevettero l’ordine di abbandonare il luogo attiguo a quello della prigionia.
Quei politici sono responsabili anche delle stragi: da Piazza Fontana a quelle di Via D’Amelio.
Lo specchietto per le allodole si chiama Gladio. A Falcone e Borsellino rimprovero soltanto di non aver detto quanto sapevano, perché avevano capito e intuito tutto, tacendo per rispetto delle istituzioni. Per ucciderli Cosa Nostra ha eseguito il volere della Falange Armata, una frangia dei servizi segreti”. (Ferdinando Imposimato: “Aldo Moro ucciso dalle Br per volere di Giulio Andreotti, Francesco Cossiga e Nicola Lettieri”, “huffingtonpost.it”)
Coleman nel suo citato studio, ha svelato inoltre che l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, è anche la “mente” che ha organizzato l’impeachment di Richard Nixon.
Qui occorre una precisazione. Gli USA hanno sempre avuto Presidenti legati alla Massoneria, in gran parte Gran Maestri Massoni. Gli unici Presidenti non massoni sono stati Abraham Lincoln, John Fitzgerald Kennedy e Richard Nixon. Non è un caso che Nixon sia stato l’unico Presidente statunitense rimosso dalla carica e che Lincoln e Kennedy siano stati assassinati.
La storia americana si fonda appunto su laidi massoni, dediti alla ritualità immonda della dea demoniaca Babalon-Libertas, quali George Washington, Benjamin Franklin e Andrew Jackson.
Richard Nixon, pur repubblicano, si macchiò di un gravissimo “reato” agli occhi della Cabala Mondiale.
Fu il Presidente americano che, più di ogni altro nella Storia americana, dispiegò immense risorse per la spesa sociale e il welfare per i ceti meno abbienti:
Il presidente degli Stati Uniti che ha varato più provvedimenti per estendere il welfare nell’ultimo mezzo secolo? Carter? Clinton? Obama? Assolutamente no, il primato spetta a Richard Nixon. Impossibile, vi direte, il campione dell’anti-comunismo, l’uomo che la sinistra americana denunciò come una seria minaccia per la democrazia e che alimentò il timore di un ritorno agli anni più bui del maccartismo!? Eppure è così. Lo argomenta con ampiezza di dati storici un articolo del “New York Times” che cita, in particolare, l’aumento dei benefit per la Sicurezza Sociale, l’introduzione di una tassazione minima per i ricchi e di un reddito minimo garantito per i poveri. Se Obama, già accusato di socialismo per i timidi tentativi di riforma del sistema sanitario, avesse fatto mosse del genere, i Repubblicani avrebbero gridato al colpo di stato sovietico.
Il “Times” parte da questa considerazione per mettere in evidenza in quale misura i conservatori d’Oltreoceano abbiano spostato a destra la barra del timone, fino a trasformarsi, in pochi decenni, da formazione moderata a forza di destra radicale che, alle tradizionali posizioni contrarie all’estensione dei diritti civili, ha progressivamente affiancato un vero e proprio fondamentalismo liberista. L’intenzione del “Times”, da sempre filo democratico, è trasparente e dettata dall’imminente scadenza elettorale: difendere Obama dalle accuse della controparte mettendo nel contempo in luce l’involuzione ideologica subita da quest’ultima.
Esaminando l’articolo in questione dal punto di vista delle sinistre radicali europee, tuttavia, emergono altre considerazioni: lo “score” progressista (perlomeno sul terreno della politica economica) che Nixon realizza ai danni dei vari democratici, da Carter, Clinton e Obama, è la migliore conferma di quanto si siano spostati a destra non tanto i Repubblicani, il che è scontato, ma i Democratici. Come hanno infatti evidenziato numerosi autori angloamericani, la svolta liberal liberista è sì partita da Reagan e Thatcher, ma ha raccolto significativi consensi (attraverso sgravi fiscali ai ricchi, privatizzazioni, deregulation finanziaria, tagli al welfare, ecc.) dai teorici della Terza Via, non solo negli Stati Uniti di Clinton e nell’Inghilterra di Blair, ma anche nell’Europa delle socialdemocrazie (Zapatero su tutti).
Per venire alle cose di casa nostra, l’articolo del “Times” dovrebbe suonare sinistro anche alle orecchie degli elettori italiani, i quali vedono il Partito democratico (nome cui le considerazioni appena fatte attribuiscono un’aura tutt’altro che rassicurante) impegnato a sponsorizzare la politica forcaiola del governo Monti, e a farsi garante della sua prosecuzione anche in caso di vittoria elettorale delle sinistre, e della nascita di un governo politico a guida Pd. Lo slittamento parallelo verso destra di conservatori e progressisti, in atto dalla fine degli anni 70, non deve indurci a pensare che, restando invariata la distanza reciproca, i due campi rappresentino ancora opzioni alternative: la verità è che, come argomentava qualche anno fa Marco Revelli, oggi ci troviamo di fronte a due destre per cui, a chi continua a considerarsi di sinistra, spetta il duro compito di ricostruire da zero il proprio campo.
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