IL SERPENTE E’ TRA NOI
Rettili sono gli Annunaki “coloro che dai cieli giunsero sulla terra” o Nephilim (nella Bibbia), gli Dèi accadici e sumeri. Secondo Zecharia Sitchin c’è un pianeta
del sistema solare, il decimo, con un’orbita fortemente ellittica, Nibiru, associato al pianeta Marduk nella cosmogonia babilonese.
Ogni 3600 anni, Nibiru raggiungerebbe il centro del nostro sistema solare e ad esso sarebbe legata la distruzione del Pianeta Tiamat, il Quinto Pianeto, esploso, che si trovava tra Marte e Giove di cui l’astronomo Van Flandern ha provato l’esistenza, seconfo la teoria dell’equilibrio delle masse planetarie. L’esplosione di Tiamat o Mallona, da cui derivò l’attuale fascia degli asteroidi, ha lasciato tracce evidenti sulla superficie sconvolta di Marte.
Secondo la teoria di Zecharia Sitchin, gli Annunaki sarebbero arrivati sulla Terra 433.000 anni da ed avrebbero creato l’Homo sapiens incrociando i propri geni rettili con quelli dell’ Homo erectus.
L’ipotesi parrebbe peregrina, ma il ritrovamento ad opera degli Scienziati dell’Università di Stato di Bashkir di mappe che rappresenterebbero gli Urali come erano conformati 120 milioni di anni fa, di cui parla questo articolo della Pravda, dimostra che i passaggi degli Annunaki sarebbero stati frequenti.
I Creatori della civiltà mesopotamica sarebbero stati, pertanto, gli Annunaki.
Secondo Alan Alford, gli Annunaki sarebbero giunti sulla Terra da Nibiru non 433.000 anni fa, ma 272.000 anni fa, anche se sarebbero sempre loro i creatori dell’uomo. Infine, sempre loro sarebbero sttati gli artifici della costruzione dell’enorme piattaforma di pietre a Baalbek con blocchi pesanti 750 tonnellate. Nessun mezzo attuale è in grado di spostare, nè tantomeno sollevare, un blocco di tale peso.
C’è, al riguardo, una interessante teoria del Professor Joseph Davidovits del Geopolymer Institute, secondo la quale i costruttori di Balbeek come delle piramidi si sarebbero avvalse delle conoscenze alchemiche che avrebbero permesso, tramite l’estratto di una pianta di origine sudamericana, di ricavare blocchi enormi nel sito della costruzione, riunendo svariati blocchi più piccoli, coesi con tale infuso.
E’, ad ogni modo, un esempio di conoscenze che non appartengono alla nostra attuale civiltà.
La prima cultura storica della presente era la civiltà Ubaid (in Arabo عبي), che va dal 5300 al 4000 a.C. Le divinità rappresentate in quel periodi raffigurano i Creatori rettili, come si vede in questa raccolta di statuine di quel periodo, tutte facenti parte di corredi funerari.
Vivian Broman Morales ribattezzò i “Vigilanti” queste divinità serpiformi e manufatti di analoga fattura furono ritrovati anche da Robert Braidwood a Jarmo, una antichissima comunità umana risalente al 7000 a.C. nei Monti Zagros (ove si sarebbe sviluppata successivamente la civiltà dei Mitanni), come corredo tombale.
Il popolo di Ubaid riteneva che i Vigilanti, sottraessero i defunti per renderli Funimu, vampiri di forma umana, “spargendo il terrore e portando via uomini e donne per i loro scopi“. Le statuine delle dee serpentiformi erano ritenute amuleti sacri, capaci di proteggere i defunti, i cui corpi si ritenevano fossero necessari ai Vigilanti per le loro ricerche genetiche.
Anche nel periodo accadico, sumero, babilonese, assiro e sargonide, moltiplici divinità erano rettili. Si veda la copia di un bassorilievo raffigurante il Dio Mesopotamico Marduk. Lo stesso Marduk, viene raffigurato mentre lotta contro il drago Tiamat.
Tra i rotoli del Mar Morto rinvenuti nel 1954 assume particolare rilievo. il Manoscritto detto “Il Testamento di Amran”, (4Q543, 545-548) dal nome del padre di Mosè, ove si può trovare un riferimento a strani esseri chiamati, anche qui, i “Vigilanti”.
Amran vide in sogno due uomini che “…ingaggiavano una grande disputa… Io domandai loro: ‘Chi siete voi, per avere su di me un tale potere?’ Essi mi risposero: ‘Noi abbiamo ricevuto potere e dominio su tutta l’umanità’. Essi mi dissero: ‘Quale di noi tu scegli perché ti governi?’. Io sollevai i miei occhi e li osservai. Uno di loro era d’aspetto terrificante, come un serpente, il suo manto era variopinto, ma molto scuro…Ed io osservai di nuovo,…il suo volto era come una vipera, e indossava…tutti i suoi occhi…“.
Nella Bibbia i Serafini, “strumenti di Dio”, vengono definiti “Serpenti Fiammeggianti”.
In arabo “Serpente” è “Hayya”, mentre in ebraico, la parola è “Hevia”.
Il nome di “Eva”, è definito in ebraico “Hawwah”, termine praticamente identico all’arabo “Hawwa”, etimologicamente legato alla parola araba “Hayat”, cioè alla comune radice per entrambe le lingue, “Vita”.
Pertanto, per gli Ebrei, Eva è il “Serpente femmina”, “Signora del Serpente” e “Colei che dà la Vita”, la progenitrice dei Nefilim, descritti come “Awwim”, cioè: i “Serpenti”.
Le leggende ebraiche narrano che Shemhazai, un Angelo di altro rango, insieme ad un gruppo di angeli a lui sottoposti ricevetterodi istruire gli umani, ma dopo alcuni secoli, gli angeli cominciano ad accoppiare con le femmine umane, istruendole nelle arti magiche e dando luogo ad una progenie ibrida: i Nephilim, appunto.
Nel Libro dei Vigilanti del Libro di Enoch apprendiamo che 200 di questi angeli, chiamati Vigilanti o Guardiani o Grigori, si unirono alle donne della terra, partorendo i Nefilim.
I Nefilim erano di statura gigantesca ed enorme forza, corruppero la Terra a causa della loro amoralità e ferocia, arrivando a divorare gli esseri umani.
“C’erano sulla terra i Giganti (Nefillim) a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi” (Genesi 6:1-8).
Sempre dal “Libro di Enoch” del I sec. a.C. ricaviamo che ad Enoch era stato rivelato dell’esistenza di due specie di Angeli.
I primi sono creature ascese che vivono nella luce, essi stessi parte dell’Essere Sopremo. Hanno varie denominazioni, le più frequenti quelle di Cherubini o Serafini, i messaggeri di Dio. Gli altri, detti Vigilanti, sono una razza degenerata che, sempre per il “Libro di Enoch” erano “un tempo santi, puri spiriti, viventi di vita eterna, contaminatisi con il sangue delle donne”, padri di “giganti, esseri perversi chiamati spiriti maligni”.
E’ infine da notare che il termine “Vigilanti” è lo stesso attribuito ai Grigi (“The Watchers”), gli extraterrestri che opererebbero le abduction degli umani mentre questi ultimi sono in stato di incoscienza (al riguardo, cfr. Corado Malanga, “Alien Cicatrix”).
Rettili sono i viscidi Asura, demoni, che combatterono contro i Deva, in una battaglia durata centinaia di anni in cui, dapprima i Deva vennero messi in fuga dal bufalo demoniaco Mahisha o Mahishashura, ucciso poi dalla collera di Vishna.
Secondo il racconto del Devi Mahatmyam fu necessario creare la Dea Guerriera Durga per combattere il demone Mahishasura. Vilmente, Mahishasura chiese ed ottenne la grazia da Barhamadi di non poter essere sconfitto da alcun uomo o essere celeste.
Sconfisse i Deva che andarono in aiuto della Trimurti, compresa la Ttrimurti stessa, scatenanfo un regno di terrore satanico sulla Terra,
Poiché solo una donna avrebbe potuto ucciderlo, gli dèi e la triade crearono un abbagliante raggio di luce dal quale nacque, appunto, Durga (in sanscrito Durgā).
Durga distrugge il demone multiforme Mahisha.
Questa Dea esprime la Shakti, la Forza Creativa Femminile simboleggiata nei tarocchi dala lama XI, quella della Forza, ove una donna spalanca le fauci di un leone.
In altre leggende i Deva (gli Angeli) combatterono e vinsero contro i Naga, i Serpenti, a volte simboleggiati a sette teste (sette sono i gradi iniziatici di molte religioni, come quella mitraica).
Svariate statue raffiguranti i Naga sono poste nel tempio cambogiano di Angkor Wat, una delle location, la più suggestiva, del film “Tomb Raider”, interpretato da Angeline Jolie nella parte di Lara Croft l’archeologa, più abile di Indiana Jones, eroina degli omonimi videogiochi.
Secondo il noto studioso Graham Hancock, il complesso del Tempio di Angkor Wat è una riproduzione terrestre della Costellazione del Dragone, come sarebbe apparsa nel 10500-11000 a.C.
Sempre in Cambogia, un’altra leggenda, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, narra che i Naga erano una razza di rettili che possedevano un immenso impero nell’Oceano Pacifico, poi scomparso sommerso dai marosi, il perduto continente di Mu o Lemuria, forse a seguito della guerra mitologica cambattuta contro gli Alieni Ariani di Atlantide (cfr. il nostro articolo “Gli UFO di Hitler”).
Una principessa lemuriana avrebbe sposato il primo re dell’Antica Cambogia, dando appunto origine al popolo cambogiano.
Per tale motivo per i Cambogiani è sacro il numero 7, poiché rappresenta le 7 teste del Naga a cui corrispondono mistiche e religiose corrispondenze, le 7 sfere celesti, i 7 colori dell’arcobaleno, come se in qualche modo le serpi Naga fossero intimamente legate alla nascita dell’uomo.
Secondo le leggende Buddiste, i Naga, oltre ad avere immenso intelligenza, avevano incredibili poteri magici, che permettevano loro di trasformarsi in uomini e vivere inosservati in mezzo a loro.
I Naga, come riporta Icke, sono esseri mutaforme.
Essi possono trasformarsi in svariate forme:
Vero Serpente, Vera Donna o Vero Uomo, Medusa umana con molteplici braccia, Sirena, Immenso Serpente, Serpente con Molte Teste (Idra), Dragone.
Su ciò si legga questo articolo.
“Il drago possiede la capacità di assumere molte forme, che sono però imperscrutabili“ (J.L. Borghes – M. Guerrero, El libros de loso series imaginarios)
E il tutto non sembrerebbe essere soltanto una leggenda se solo si osservi la foto di un naga del Mekong scattata da un gruppo di militari americani durante la Guerra del Vietnam, che lascia sconcertati per le dimensioni del monstrum pescato, superiore ai 9 metri.
Un’infinità di fonti storiche e mitologiche narrano dei rettili.
Gli Hopi riferiscono di una razza rettiloide chiamata Shefi.
Nella mitologia cinese il drago è una bestia composita.
Ha il muso da coccodrillo, il corpo di serpe, la criniera del leone, le corna da cervo. Era ritenuto positivo e saggio. I cinesi credevano che alla morte di un imperatore, esso volasse in cielo sotto forma di drago.
Anche i Giapponesi hanno una mitologia che fa riferimento ai Naga.
IAppartenente alla mitologia shintoista è Yamata No Orochi (八岐大蛇). Yamata no Orochi è spesso descritto come un drago ad otto teste o un gigantesco serpente.
Secondo la leggenda, Yamata No Orochi, imperversava ad Izumo in Giappone, e qui il mostro richiedeva il sangue di vergini in cambio della salvezza della regione.
Susanoo, Dio del mare si innamorò di una di queste vergini, Kushinada, e per salvarle la vita, organizzò una trappola per il drago.
Susanoo dispose che venissero raccolti otto barili di sake, li dispose davanti alla casa di Kushinada, trasformò la ragazza in un pettine, e si nascose in una vicina foresta.
Orochi, giunto nella casa di Kushinada, trovò il sake e lo bevve titte, finchè tutte le teste caddero addormentate.
Susanoo recise tutte le teste di Orochi ed iniziò a recidere tutte le otto code. Arrivato all’ultima, trovò all’interno la mitica spada Ame no Murakumo.
Nella mitologia norrena, il Ragnarök (o ragnarøkkr) rappresenta la battaglia finale tra le potenze della luce e quelle rettiliane del caos. Al termine il mondo, dopo la sua distruzione, rinasce totalmente rigenerato,
Il Ragnarök verrà preceduto dal Fimbulvetr, un inverno terribile della durata di tre anni. Al termine la violenza, il caos, il terrore regneranno sovrani.
Il dio serpe Miðgarðsormr, figlio di Loki, sorgerà dalle acque, soffiando il suo veleno ed appestando l’intera Terra. Thor interverrà e lo ucciderà con il suo martello, schiacciandolo, ma morrà ucciso dal veleno della serpe.
In tale parte delle leggende norrene è evidente la similitudine all’Apocalisse cristiana, con il Serpente che esce dal Mare.
La lotta tra le forze della luce e quelle rettiliane del caos è presente in tutte le culture.
Secondo alcuni, come abbiamo visto, la leggenda rappresenterebbe il residuo mitologico della reale guerra, scoppiata nella notte dei tempi, tra gli Atlantidei e i Lemuriani rettiloidi.
L’esempio più evidente di queste leggende è la lotta tra San Giorgio e il Drago.
La Leggenda Aurea di San Giorgio narra che nella città di Selem, in Libia, vi era un immenso stagno, tale da nascondere un drago, il quale si ergeva dalle acque, avvicinandosi alla città, e uccideva con il respiro pestilenziale tutti gli esseri viventi che incontrava. Gli abitanti furono costretti ad offrirgli due pecore al giorno, e quando le pecore iniziarono a scarseggiare, una pecora ed un giovane estratto a sorte.
Un giorno fu estratta la figlia del re, la principessa Silene. Il re tentò in tutti i modi di evitarne la morte,ma il popolo in rivolta lo obbligò a dare corso al triste fato.
Mentre la ragazza si recava verso lo stagno, incontrò il cavaliere Giorgio in viaggio, il quale, conosciuto il destino che l’attendeva, le promise il suo appoggio.
Quando il drago uscì dalle acque in cerca del pasto giornaliero, San Giorgio montò a cavallo e, affrontatolo, lo trafisse con la sua lancia, ferendolo.
Il cavaliere avvolse la cintura della fanciulla al collo del drago e il drago li seguì in città, indebolito.
Gli abitanti si ritrassero inorriditi alla vista del mostro ferito, ma il cavaliere disse loro che lo avrebbe ucciso se tutti avessero operato la conversione alla fede di Cristo.
Così fecero e Giorgio uccise il drago.
Correlata a questa leggenda, vi è la mitologica figura dell’Arcangelo Michele che, all’inizio del tempo, combattè e mise in fuga, nelle dimensioni più infime, Satana Satana [sà-ta-na] (שָׂטָן Ebraico Satan, Greco e Latino Sátanas, Ebraico Tiberiano Śāṭān; Aramaico שִׂטְנָא Śaṭanâ; ﺷﻴﻄﺎﻥ Šayṭān: “Avversario; accusatore”), demone e serpente, figlio delle tenebre dello Spirito.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. (Apocalisse, 12, 3-9)
La fine dei tempi sarebbe vicina. Ci sarà “Armageddon (anche scritto Armaghedòn) o Har-Mageddon (in greco αρμαγεδδων) [che] indica la battaglia finale tra i re della terra (incitati da Satana) e il Dio dei cristiani, tra il bene e il male.” (Wikipedia, voce Armageddon)
“E il diavolo che le aveva sedotte fu gettato nello stagno di fuoco e di zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta; e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli.” Apocalisse (20,10)
Molti sciamani del Centro e Sudamerica, per raggiungere uno stato di elevazione mentale superiore, fanno uso di sostanze contenenti dimetiltriptamina, una delle sostanze psichedeliche più potenti.
L’ayahuasca, così si chiama il composto, viene ottenuto dalla Banisteriopsis. Le scaglie della liana, mischiate a Diplopterys cabrerana, vengono fatte bollire per molte ore, fino ad ottenere un liquido nero e denso.
Svariati sperimentatori riportano di avere, nei loro viaggi praeterdimensionali ottenuti con tale composto, incontrato entità rettiloidi di altre dimensioni..
Altre testimonianze storiche o elementi mitologici dimostrano la connessione tra divinità serpentiformi ed umani
Cecrops o Cecrope I, il primo, mitico, re di Atene viene descritto come metà uomo e metà serpe.
Nell’antichità, il serpente rappresentava la terra. Cecrope era figlio della Madre Terra, poiché nacque dal suolo stesso dell’Attica e pertanto la sua natura era duale.
Un altro figlio della Madre Terra era Pitone un immenso drago-serpente che custodiva l’Oracolo di Delfi. In seguito al combattimento con il Dio Apollo Pitone morì ucciso dalle frecce del divino Arciere.
Apollo si impossessò dell’Oracolo e dei poteri ctonii (dal greco chthon = terra) del drago. Anche questa è una testimonianza miitologica della eterna lotta tra Atlentidei e Lemuriani, tra i cavalieri ed i draghi.
E’ da sottolineare il fatto che il Cattolicesimo si impossessò di questo come di altri miti, della liturgia, della teurgia delle religioni del passato e persino della resurrezione del Dio che ha precedenti identici nei culti di Dumuzi/Tammuz, Attis, Dioniso, Mitra, tutti riti che vennero dichiarati pagani e blasfemi e precipitati nell’oblio, al punto che la Chiesa Cattolica riuscì ad imporre il giorno di nascita del [[Sol Invictus]], il 25 dicembre, come data di celebrazione della nascita del proprio Dio, essendo i fedeli ormai dimentichi delle vere origini della festività (dies natalis Solis Invicti, il Dio Sole – Amon – Aton, identificato dai Romani con Mitra).
Gli Ofiogeni, antica popolazione dell’Ellesponto, facevano risalire la loro discendenza ad una divinità rettiloide unitasi sessualmente con la loro prima Regina, Alia.
Queste popolazioni, insieme ai Psilli e ai Marsi furono molto note nel mondo antico, per le capacità e le conoscenze che possedevano nel trattare serpenti pericolosi senza incorrere nel rischio di morsicature. Avevano, inoltre, la facoltà di guarire dal veleno i morsicati.
Le prime notizia dei Psilli si trovano in Erodoto, anche se riferisce fonti e fatti non coevi, poiché, già nella sua epoca, essi erano estinti.
Lo storico Strabone (66 a.C.- 24 d.C.) descrive gli Ofiogeni come esseri derivanti dai serpenti e narrrava come il loro potere antiofidico venisse trasmesso geneticamente ai soli elementi maschi della famiglia.
Per controllare la purezza genetica dei figli maschi, essi venivano esposti al morso dei serpenti. Chi viveva apparteneva alla razza, chi moriva, ovviamente, no.
Ciò rende comprensibile perché di tali popolazioni rimane solo qualche scarno resoconto storico.
Supra. L’immagine rappresenta un idolo di terracotta del III secolo a.C., ritrovato a Priština, nel Kosovo. Le somiglianze con gli Dèi Rettili sono più che evidenti.
Ancora più sorprendenti i collegamenti tra entità serpentiformi (rettiliane) e Dèi Egiziani.
Il Dio della Casa della VIta era Khnum che derivava dalla divinità nubiana Khenmu.
Sarebbe un Ovis longipes, una specie di montone estinto, ma il suo aspetto è tipicamente rettiliano.
Poichè era il vasaio divino, creava gli esseri umani, che plasmava dal limo e della creta del Nilo e poneva nei lombi delle donne perché nascessero.
Era, pertanto, il Dio della Fonte del Nilo e della Vita, ed, essendo il Divino Demiurgo, la divinità più importante del primevo Pantheon Egiziano.
A partire dalla V dinastia, i sacerdoti di Eliopolis associarono la sua figura a quella del Sole, con il nome di Khnum-Ra.
Nel pregevole saggio di Corrado Malanga “Il Dio Serpente, la casa della Vita e dell’Immortalità” (qui il link per scaricarlo in formato .pdf), l’autore evidenzia l’assoluta similitudine tra il Dio Khnum e il Dio Serpente Egiziano Nehebkau .
Nehebkau, viene anche chiamato anche Nehebu-Kau e Neheb Ka. «Il Dio che unisce BA e KA ad HA».
Il Ba e il Ka sono due delle cinque parti dell’Anima, nelle credenze egiziane, Ha è il Corpo. Pertanto, Nehebkau era il Dio che univa l’Anima al Corpo. Il penultimo glifo significa anche “serpente a due teste” ed, infatti, Nehebkau, come i Naga cambogiani, è talora raffigurato a due teste.
E’ rimarchevole che insieme alla unità-dualità di questi due Dèi, va considerato che il Ka, oltre che parte dell’Anima, è anche il doppio dell’essere umano. Emblematicamente, Nehebkau ha talora una, talora due teste.
L’immagine di Khnum, in basso a sinistra, è perfettamente identica a quella di Nehebkau (a destra), evidenziando la natura unitaria-duale del Dio Khnum-Nehebkau.
La dualità, nel mondo antico, rappresenta la contrapposizione-unione tra Bene e Male, Ying e Yang, Angeli e Demoni, Dio e Satana (“l’Avversario”), quindi il Dio duale Khnum-Nehebkau è colui che, secondo Malanga, crea la vita e fa le copie del Ka.
Ma una delle copie è portata al Bene, l’altra è demoniaca, rettiliana.
E’ importante, a questo punto, leggere Malanga che afferma, ne “Il Dio Serpente”:
‘Durante sessioni ipnotiche su soggetti diversi, nel tentativo di far regredire la loro memoria verso ricordi passati, ho, del tutto involontariamente, creato alcuni collegamenti con le memorie delle vite passate dei cosiddetti “carrier” (vedere il lavoro “Abduction scenario”).
Sono apparse scene di vissuti molto antichi, che si svolgevano in una civiltà temporalmente molto lontana da noi: veniva descritto un luogo situato sotto la sabbia di un deserto. Quel luogo appariva come una lunga e grande camera, con una fila interminabile di cilindri di materiale trasparente disposti lungo le pareti. Quasi davanti ad ogni cilindro esisteva un altro contenitore, orizzontale e non trasparente, simile ad una bara. Nei cilindri c’era una sostanza, gialla ed anch’essa trasparente, nella quale erano immersi dei sauroidi dall’aspetto umanoide, con tozze e corte code, disposti l’uno dopo l’altro, ciascuno all’interno del proprio cilindro trasparente.
Nelle bare orizzontali erano disposti esseri umani, bloccati in una smorfia di terrore, che potevano muovere solo gli occhi in uno sguardo disperato.
Ogni tanto in quel luogo entravano due sauroidi molto alti, che conducevano un essere umano e, contro la sua volontà, lo mettevano in una bara orizzontale; quindi dall’essere umano usciva, come una nuvola, una specie di sostanza “spirituale”, la quale entrava, dall’alto, nel cilindro vicino alla bara. Questa “sostanza” aveva una coscienza ed un ricordo di sé, si diceva immortale e corrispondeva, in modo evidente, a ciò che noi, per tradizione religiosa, chiamiamo anima.
Attorno all’anima cominciava a crearsi, a strisce, dapprima una figura indistinta, poi un corpo solido che ben presto assumeva la forma di un sauroide.
A questo punto l’anima cominciava a vibrare fortemente, il cilindro trasparente si spaccava e essa fuggiva dal corpo sauroide in formazione, riconquistando la propria libertà.
Il ritorno nel corpo dell’essere umano da cui proveniva le era inibito e questo, infine, veniva divorato dai rettiloidi, come se fosse un guscio vuoto‘.
E’ interessante notare che i “carrier” di cui scrive Malanga descrivano quell’epoca come approssimativamente corrispondente al 10.000 a.C., epoca a cui i convincenti rilievi astro-geomorfologici di Hancock-Bauval fanno risalire le Piramidi di Giza.
E’ altrettanto interessante che gli addotti definiscano i sauroidi dei loro ricordi ancestrali come i Sacerdoti-serpente della Casa della Vita.
Un’altra curiosa coincidenza è che i tubi verticali che essi descrivono sono del tutti identici alle colonne del pronao del Tempio di Khnum ad Esna. Tali colonne, a differenza du una colonna normale di sostegno, terminano poco prima del soffitto.
Rappresentano i cilindri trasparenti della Casa della Vita di cui parla Corrado Malanga?
GLI DEI DI UBAID E I CRANI DOLICOCEFALI
Le dimensioni e la forma di questo cranio dolicecefalo, di epoca incerta, trovato nei pressi di Nazca lasciano ovviamente interdetti, non trattandosi del cranio umano tipico.
La maggior parte degli studiosi ufficiali ritiene che si tratti di una deformazione, ottenuta mediante una fasciatura della testa. Questa teoria non è assolutamente credibile, è addirittura ridicola, poiché la capacità di un cranio rimane invariata prima e dopo la deformazione, mentre i crani in questione presentano un volume superiore rispetto ad un cranio normale, con un volume di 2000 centimetri cubici, contro i 1350 centimetri cubici di un cervello umano.
Inoltre per produrre una tale aberrazione sarebbe stato indispensabile esercitare una forte pressione esterna sul cranio per parecchi anni. Ciò non potrebbe non provocare uno stato ischemico cronico della cute esterna e la conseguente insorgenza di piaghe da decubito.
Senza antibiotici, nessun infante umano sarebbe sopravvissuto per più di qualche mese a tale trattamento. mentre i crani rinvenuti sono quelli di esseri adulti se non anziani.
E’ la tipica spiegazione irrazionale della scienza ufficiale ed accettata per la consueta superficialità e/o volontà di disinformazione che contraddistingue da sempre gli operatori dei Mainstream Media (MSM).
I crani apparterrebbero ad una specie non umana, con caratteristiche che corrispondono a quelle degli Dèi di Ubaid.
Ma le stesse proporzioni le ritroviamo nelle statue raffiguranti i Faraoni, in particolare Akhenaton, convertitosi al Dio Unico Aton.
Un’altra scultura, trovata ad Amarna, mostra una delle figlie di Akhenaton.
La forma del cranio dlicocefalo, simile a quello del padre, lascia oltremodo perplessi e suscita dubbi sull’effettiva appartenenza alla razza umana di Akhenaton e non piuttosto a quella dei sacerdoti-serpenti Shemsu hor
Altrettante perplessità ha suscitato per secoli la conversione di Akhenaton ad un Dio unico rispetto al Pantheon adorato dai suoi predecessori, come se tale credo fosse il retaggio di una diversa condizione.
Mutò il proprio nome da Amenhotep IV (Amon è contento) in Akhenaton (Aton è soddisfatto) e trasferì la capitale in una città appositamente costruita: Akhet-Aton, Orizzonte di Aton, oggi Tell el_Amarna.
Lo scontro con il clero di Amon, arroccato attorno al Tempio di Karnak divenne ancora più aspro quando il Faraone, oltre a chiudere il tempio e requisire le proprietà, fece rimuovere persino il nome del Dio Amon dai monumenti.
A differenza delle altre divinità egizie, Aton non è rappresentato in forma antropomorfa ma sempre come un sole, come a voler separare coloro i quali Akhenaton riteneva essere i veri Dèi dagli esseri umani.
L’immagine successive è quella della ricostruzione digitale della faccia di Tutankhamon, nipote di Akhenaton.
Tutankhamon, il cui nome fu all’inizio Tutankhaton, dovette cambiare nome per captatio benevolentiae. La distruzione seguita alla fase amarniana ed il ritorno in auge del Dio Amon e del potente clero di Karnak, lo costrinse a mutare nome e religione.
Ciò non lo salvò da una morte da sempre avvolta nel mistero che ha sempre fatto pensare ad un assassinio politico, ma la rozzezza dei metodi usati da Carter per estrarre la mummia dal sarcofago, rompendo a colpi di scalpello ossa e rivestimenti, rende impossibile una ricostruzione esatta.
C’è una teoria estremamente interessante dell’egittologo Walter. B. Emery, (1903-1971) che trovò proprio a Saqqara i resti di individui vissuti in epoca pre-dinastica, biondi, più grandi degli autoctoni e dal dal cranio dolicocefalo dal volume più capiente.
Emery ipotizzò che questo ceppo non era originario dell’Egitto ma aveva svolto in questo paese un ruolo sacerdotale e governativo di prim’ordine. Un ceppo tenutosi a distanza dalla gente comune, unitosi solo con le classi aristocratiche e che lo studioso associava agli Shemsu Hor (Shmsw hr), i “Seguaci di Horus”.
Gli Shemsu Hor o Shemsu Heru erano i mitici personaggi che aiutarono Horus a vendicare la morte del padre Osiride assassinato dallo zio Seth. Il loro nome significa i “Seguaci di Horus”.
Secondo alcuni miti, però, Horus era fratello di Seth ed Osiride, l’ennesima triade del mondopre-protostorico.
René Adolphe Schwaller de Lubicz, egittologo alternativo, alchemista conosciutissimo sotto lo pseudonimo di Fulcanelli e filosofo di scuola steineriana afferma al riguardo, “la parola Shemsu, in Shemsu Hor o Shemsu Ra che viene tradotta con ‘seguaci’ o ‘compagni’ potrebbe essere tradotta in maniera più corretta come ‘emanazioni’ o anche come ‘coloro che conoscono il segreto’ di Ra o di Horus, quando si tratta per esempio dei primi faraoni della preistoria”.
Il segreto di Horus sarebbe la “via diretta” per la liberazione dalla materialità, per trasmutarsi in Dèi, che si contrappone alla via Osiriana o via del Karma, con la continua reincarnazione.
De Lubicz dichiarava che ci sono, appunto, “due vie, due vie per un solo obiettivo. Due vie che distinguono i ‘liberati’ da coloro che rimangono, due vie che distinguono coloro che hanno rinunciato da coloro che restano sottomessi ai ‘desideri’ o che debbono ancora gustare le gioie e le pene di questa vita”.
La conoscenza per arrivare alla deificazione, “la via diretta” è riservata al Faraone, mentre la via Osiridea è il peso e il gravame della gente comune, con i continui cicli di vita, immemori delle vite precedenti.
Secondo lo storico egizio Manetone, gli Shemsu Hor governarono l’Egitto pre-dinastico per 6000 anni. E’ emblematico che Essi venissero spesso raffigurati come Falchi o come Serpenti.
Gli Shemsu Hor sono sempre stati riconosciuti quali classe sacerdotale dominante in Egitto in epoca predinastica (fino al 3000 a.C. circa).
Vengono menzionati nel papiro di Torino e nelle liste dei re di Abydos.
Al riguardo, Emery scrisse: “Verso la fine del IV millennio a.C. il popolo noto come ‘Seguaci di Horus’ ci appare come un’aristocrazia altamente dominante che governava l’intero Egitto. La teoria dell’esistenza di questa razza è confortata dalla scoperta nelle tombe del periodo pre-dinastico, nella parte settentrionale dell’Alto Egitto, dei resti anatomici di individui con un cranio e una corporatura di dimensioni maggiori rispetto agli indigeni, con differenze talmente marcate da rendere impossibile ogni ipotesi di un comune ceppo razziale. La fusione delle due razze dev’essere avvenuta in tempi tali da essere più o meno compiuta al momento dell’Unificazione dei due regni d’Egitto”.
E’ interessante notare che a Malta, nel tempio megalitico di Hal Saflieni sono stati rinvenuti crani dolicocefali analoghi a quelli ritrovati da Emery a Saqqara.
Oltre ai crani allungati appartenenti ad esseri più alti e più robusti dèi locali, c’è un’altra assonanza: in Egitto gli Shemsu Hor imposero la religione solare e a Malta tuttora oggi il sole è chiamato “Shem-shi”. “Shem” è una parola di origine accadica a sua volta derivante dal termine babilonese per Sole, cioè “Shamash”.
Attorno al 2500 a.C. i sacerdoti dai crani allungati, gli Shemsu Hor erano spariti nell’area del Mediterraneo. ma c’era una terza popolazione legata ai semidei dolicocefali, i Mitanni o Naharin, da Nahash, serpente, cioè “le genti del Serpente”.
Gli Egizi chiamavano i Mitanni “nhrn” che è pronuinciato come “Nahrin”, che in lingua accadica, la lingua della diplomazia dei tempi, può significare “fiume”, come, appunto, “serpente”. E’ da tenere presente, inoltre, che la Mesopotamia era denominata in aramaico, “Beth Nahrin”, all’interno dei fiumi, nome data alla Mesopotamia e che chiarisce l’origine dei Mitanni.
Il regno di Mitanni fu una nazione situata nel Nord della Mesopotamia che si estese, al massimo della sua estensione, tra il 1450 a.C. e il 1350 a.C., dai monti Zagros, al lago Van e ai confini con l’ Assiria, abitata dagli hurriti
Nel XIV secolo a.C., il re di Mitanni Shuttama mandò sua figlia Kilu-Hepa o Giluhepa , in Egitto per darla in sposa a Amenhotep III, in occasione di una grave malattia del sovrano egizio, inviò la statua di Ishtar di Ninive, sorella di Shamash, dio del Sole, ritenuta possedere poteri curativi.
Kilu-hepa era sorella di Tushratta, successivo re dei Mitanni, che concesse in sposa ad Akhenaton la sorella Tadu-Hepa o Tadukhipa o Nefertiti.
Le caratteristiche fisiche di Akhenaton, con i lineamenti facciali particolarmente allungati, di sua moglie Nefertiti e delle loro figlie, con spiccate caratteristiche dolicocefale, e la comune conformazione del corpo, caratterizzata da cosce particolarmente grosse, ha fatto pensare alla Sindrome genetica di Froehlich o da quella di Marfan.
Le anomalie riscontrate in alcune mummie, ma soprattutto nelle molte rappresentazioni scultoree, fanno ipotizzare la presenza della sindrome di Marfan nell’ambito della casa regnante durante i regni di Amenhotep III, Akhenaton, Smenkhkara e Tutankhamon. A ciò si aggiunga l’aspetto femmineo di Akhenaton che ha fatto supporre che, in assenza di eredi maschi, Amenhotep III abbia trasformato la primogenita in uomo, con il nome di Amenhotep IV e Akhenaton dopo e ciò è riscontrabile in una statua in cui Akhenaton ha caratteristiche femminili.
Secondi altri storici, sarebbero state Kile-Hepa e Tadu-Hepa a propagare la sindrome di Marfan nella dinastia amarniana.
Tali ipotesi non sembra convincere appieno. La sindrome di Marfan provoca un allungamento delle ossa, in particolare, delle costole, non riscontrata nelle mummie amarniane. Inoltre non provoca l’allungamento del cranio come nei crani dolicocefali, tipici, invece di Akenaton e successori.
E’ molto più probabile, invece, che Kilu-Hepa e Tadu-Hepa abbiano recato con sè geni rettili della stirpe dei sacerdoti-serpente, infondendoli nel figlio Amenhotep IV-Akhenaton, figlio della prima e marito della seconda.
Infatti. Thutmose IV, nonno di Akhenaton, non aveva le ossa allungate caratteristiche della dinastia amarniana.
Pur non essendo cdel tutto credibile che Akhenaton fosse una donna è d’obbligo ritenere che siano state le principesse Mitanni, con i loroi poteri ctonii, derivanti dagli Dèi Serpenti, ad imporre la religione del Dio unico.
Il retaggio dei “sacerdoti serpente” ha come luogo d’origine la Mesopotamia, dove dal 5000 a.C. al 4000 a.C. la cultura ubaid rappresentava le dee madri come divinità dal volto di vipera e dal cranio allungato.
I crani dolicocefali di Malta e della dinastia amarniana sono le prove, di un ceppo sacerdotale che, in tutta l’area mediterranea, governò e condizionò le civiltà più antiche dal 10,000 a. C. fino al 1350 a.C., epoca di Akhenaton.
Proprio attraverso il faraone eretico riuscì ad imporre una riforma religiosa che ha come punto di riferimento gli Dèi rettili di Ubaid. Il Dio unico di Akhenaton era lo stesso di Mosè, come attestato da svariate ed accreditate ipotesi storiche.
«Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta», disse il Signore a Mosé. «Chiunque dopo essere stato morso lo guarderà resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita. Così in Numeri (21): 8-9.
Il che attesterebbe che Mosè possedesse i poteri dei sacerdoti-serpente.
E’ così che gli Dèi di Ubaid, i sacerdoti-serpente, gli Shemsu Hor (i Serpenti), sono diventati i nostri attuali Dèi.
Riedizione del nostro articolo pubblicato il 25 gennaio 2009.
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